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Orrin Keepnews: un classico produttore di classici
ByRagazzo di città con un debole per il jazz e una promettente carriera di giornalista, Orrin Keepnews ha forse sbadatamente cambiato rotta e puntato nell'arena dei produttori di dischi per regalarci alcuni classici incisi da artisti indimenticabili.
Una fortunata combinazione, forse destino.
Forse c'è una parola che Keepnews usa parlando di altri: inevitabile.
Nato a New York City nel 1923, Keepnews ha vissuto le incredibili vicende degli anni d'oro del jazz con alcuni dei suoi più grandi innovatori e interpreti.
Disco dopo disco puo' vantare collaborazioni con Thelonious Monk, Bill Evans, Sonny Rollins, Cannonball Adderley, Wes Montgomery, McCoy Tyner e tanti altri. Saltando dalla Grande Mela a San Francisco durante gli anni, questo ragazzetto di città ha potuto annoverare nomi di questo livello tra i propri colleghi e amici e oggi si meriterebbe di riposare sugli allori.
Ma non lo fa.
Gentiluomo di campagna, lontano da San Francisco, luogo che per decenni è stata la sua casa, è ancora attivissimo come produttore di dischi e molto impegnato nell'operazione di ristampa The Keepnews Collection.
Il produttore non sembra molto colpito dal rinnovato interesse attorno alla sua figura che la Collection sta suscitando. Fiero dei complimenti, certo, ma legato al presente e con un occhio al domani. Gentiluomo di campagna? Sì, forse non del tutto!
"Sto ancora nella zona di San Francisco" ci racconta con tono affabile "ci siamo spostati pochi mesi fa dalla città a un sobborgo della East Bay, El Cerrito, subito dopo Berkley. Se vivi in California, ti conviene avere ogni tanto un bel pezzo di terra sotto i piedi. Sono arrivato qui da New York più di trent'anni fa e ho vissuto sempre tra queste due città, un ragazzo di città per sempre.
Un cambiamento ora non è male: un bel giardinetto su retro e un albero di limoni che fiorisce, cose di questo genere..."
Al tempo stesso, Orrin fa le stesse cose che ha sempre fatto: ascolta jazz, va alla ricerca di nomi nuovi e progetti da produrre, oltre a tenersi occupato con le ristampe delle sue classiche sedute.
A proposito di ristampe, il 2007 è un anno d'oro per Keepnews. La Keepnews Collection pubblicata dal Concord Music Group è una serie di dischi da lui prodotti tra gli anni Cinquanta e i Settanta, originariamente realizzati per la Riverside o la Milestone. Tutti i titoli sono stati rimasterizzati a 24-bit dai master originali e consentono al produttore di riandare con la memoria ai tempi della realizzazione. Pubblicati in scaglioni da cinque dischi ciascuno, ne sono già usciti due e altri verranno: Thelonious Monk, Plays Duke Ellington (1955), Wes Montgomery, Full House (1962), Kenny Dorham, Jazz Contrasts (1957) Cannonball Adderley, Quintet in San Francisco (1959) e Joe Henderson, Power to the People (1969).
E in un secondo scaglione a inizio estate: Bill Evans, Everybody Digs (1959), Chet Baker, Chet (1959), Jimmy Heath Orchestra, Really Big (1960), Art Blakey and the Jazz Messengers, Caravan (1962) e Flora Purim, Butterfly Dreams (1973). Tutti i dischi, tranne quello della cantante Purim, contengono bonus tracks.
"Come ho detto appena mi è stata proposta l'idea, non mi si può certo fare l'affronto di usarmi come punto focale di questa storia impunemente" dice Keepnews "e questo mi ha quindi permesso la libertà di mescolare le carte in modo eclettico. Alcuni sono ovviamente i punti più alti della mia carriera e altre cose sono magari quelle per cui ho più affetto e avrebbero meritato più attenzione. Mi sembra una buona combinazione."
Ogni disco contiene, a aumentarne il valore, anche note di copertina aggiornate, ricordi degli artisti e delle vicende che portarono alla registrazione. Le testimonianze di Keepnews sono preziosissime non solo per l'evidente fattore storico "io c'ero", ma anche per lo stile con cui vengono presentate, malinconico e preciso, ma anche colorato e onesto.
Provate a paragonare la schietta descrizione del suo disprezzo per Chet Baker, sebbene ne abbia prodotto un bellissimo disco, con l'affetto che non nasconde per i fratelli Adderley. Entrambe le descrizioni, come le altre nella collezione, scorrono imperturbabili ed è estremamente interessante leggere le memorie di Keepknews man mano che il produttore si tuffa nei ricordi.
Si può andare avanti ore a parlare di musica: il gruppo di Adderley dal vivo, Joe Henderson con i suoi giovani compagni Herbie Hancock, Ron Carter e Jack DeJohnette. Wes con Wynton Kelly, Paul Chambers, Jimmy Cobb e Johnny Griffin, a swingare come dei matti. L'all-star di Heath e Art Blakey con una sezione fiati composta da Wayne Shorter, Freddie Hubbard e Curtis Fuller.
Fa parte dell'eredità di Keepnews, eredità ancora in crescita. La collezione offre una parziale visione del perché a Keepnews sono stati tributati gli onori dalla National Academy of Recording Arts and Sciences con un Governors Award for Outstanding Achievement e dalla Jazz Journalists Association con il suo premio A Team per il merito artistico.
Keepnews non sta solo rovistando nei propri forzieri in cerca di qualcosa da fare. Sta anche producendo cose nuove quando arriva la giusta occasione, ma ammette che le cose sono molto cambiate nel business musicale, attraversato ora da una profonda instabilità che magari troverà una soluzione un giorno. Ma oggi come oggi i produttori e gli artisti devono confrontarsi con un'industria in trasformazione.
Wes Montgomery, Cannonball Adderley, Orrin Keepnews "Le ristampe mi hanno tenuto molto occupato, la tempistica è ottima" racconta Keepnews "sono davvero contento di potere dedicare così tanta attenzione all'esame dei vecchi nastri. Quando la Fantasy è stata rilevata dalla Concord, si è dato il via a una nuova ondata di ristampe delle cose che avevo prodotto. Mi fa piacere la regolarità di queste uscite, anche se ci sono altri progetti e artisti che mi interessano. ? un periodo davvero strano per quanto concerne le nuove produzioni, un periodo di forte instabilità, per cui avere anche una serie di ristampe in atto è fantastico!"
Ripercorrendo la propria incredibile carriera, Keepnews si pone in una prospettiva unica: veloce nei commenti, ben sicuro di quello di cui sta parlando e di come sono andate le cose. Ciononostante, l'orgoglio per i risultati conseguiti si mescola a una certa modestia e a un infallibile certezza che, in molti successi della vita, conti anche un discreto grado di casualità. E sia che di uomini con la sua esperienza non ce ne sono mica tanti! Il suo modo realistico di parlare di musica - anche della scena odierna - è ricco di informazioni e degno di nota.
"Ritengo che il business musicale sia instabile nel momento in cui non c'è nessuna Tower Records che tiene al tuo prodotto. In larghissima misura le majors non si curano per nulla del jazz" riflette sulla scena attuale. E aggiunge sul fatto che molti artisti si rivolgono a internet: "penso si tratti di una reazione eccessiva. Siamo in un punto nel mezzo di una grande oscillazione, ma credo che se saremo in grado di sopravvivere, arriveremo a una normalizzazione dei rapporti tra case discografiche, produttori, produttori di ristampe e pubblico. Torneremo a intenderci, adesso non lo stiamo facendo."
"Difficile prevedere cosa accadrà alle majors, perché è nella loro natura dipendere da logiche aziendali di profitto per le quali il jazz non è mai troppo conveniente. Sono in questo ambiente da così tanti anni e penso che le majors cambieranno con il tempo la loro strategia sui prodotti specializzati come il jazz o la classica. Al tempo stesso bisogna incominciare a rapportarsi con questo in modo differente, perché non ci sono più così tante majors con gli obbiettivi musicali cui eravamo soliti nei decenni passati".
C'è anche da considerare la marea di dischi e la facilità con cui vengono sfornati in modo indipendente. "Da un punto di vista teorico siamo giunti al punto in cui il bagno di ognuno può diventare uno studio di registrazione" continua il produttore, senza particolare ironia e aggiungendo con un sogghigno "e puoi pure citare questa frase!"
Con sempre più musicisti che registrano la musica nei propri studi, Keepknews ritiene i risultati siano buoni, ma non così straordinari. "a volte sanno quello che fanno, altre volte decisamente no. Il problema è che quando la tecnologia avanza così velocemente non sempre l'apprendimento le sta dietro. La tecnologia può essere in forma smagliante, ma non necessariamente viene usata al meglio, il che comporta dei rischi."
Ai tempi in cui Keepnews entrava nel giro, la tecnologia era certamente ben diversa da oggi. Non è mai stato un tecnico vero e proprio, affidandosi più sul suo intuito musicale e su quello che sentiva che i musicisti potevano dare in un determinato contesto. Chi era importante? Chi lo sarebbe stato? Che sonorità significative si dovevano catturare e come comunicarle al pubblico? Queste cose contavano molto più delle questioni tecniche.
Nato nel Bronx nel 1923, non c'era un particolare background musicale nella sua famiglia. Cresciuto con la musica pop che la radio trasmetteva ai tempi, lo swing delle big band, Orrin non aveva paura della vita notturna.
"Mi piace sottolineare che quando ero alle superiori e all'università ero a New York, un posto in cui c'era tanta di quella musica in giro! Non avevamo ancora la carta d'identita', era prima della Seconda Guerra Mondiale e nessuno aveva con se documenti di identificazione. L'età minima per bere alcolici a New York era diciotto anni, ma ben prima di compierli ricordo che potevo sedermi al bancone, appoggiare i miei 75 cent o un dollaro e farmi un bel drink! Il punto è che c'era tanta musica interessante in quegli ambienti ed è stato così che ho iniziato."
Keepnews ha frequentato la Columbia University. "Ero uno di quegli oggetti non identificati chiamati 'lettori di Inglese'. Penso che sarei diventato uno scrittore, un editor o un giornalista o un creativo" racconta. Laureatosi in Inglese, fu chiamato alle armi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Al suo ritorno, già appassionato di jazz "iniziai a frequentare un giro di intenditori di jazz, con cui ho ascoltato un sacco di roba. Poi accadde questa fortunata circostanza che una delle persone che frequentavo divenne proprietaria di una rivista di jazz (si tratta di Bill Grauer e della rivista Record Changer). In quel momento stavo lavorando come editor presso la casa editrice Simon&Schuster di New York e se si dovesse dare una descrizione di me al tempo si dovrebbe dire che ero l'unica persona che si occupava professionalmente di editoria che Bill Grauer conoscesse! Così mi chiese di aiutarlo con la rivista che aveva rilevato."
Quella che sembrava una situazione davvero ideale per un giovane scrittore e appassionato di musica, aveva ovviamente i suoi pro e contro: "Mi sono presto reso conto che non solo dovevo correggere la prosa di collaboratori al cui entusiasmo non corrispondeva altrettanto talento letterario, ma mi trovavo anche nella posizione di essere la persona che decideva i contenuti della rivista. Ecco come diventai un giornalista di jazz."
Nello stesso periodo, Keepnews e Grauer iniziarono a ristampare dischi di jazz per la RCA Victor "e questo inevitabilmente si trasofrmò nel lavorare con artisti e progetti nuovi. Posso quasi dire di essere stato nel business musicale prima di accorgermene. ? stato detto di me, e non lo nego, che ho rovinato uno splendido hobby facendolo diventare un lavoro!"
La scena era completamente nuova per i due giovani produttori, che dovevano apprendere come si lavorava e nello stesso tempo tenere occhi e orecchi ben aperti per cogliere ogni novità in campo musicale. Senza saperlo, Keepnews imparò così a fidarsi del proprio istinto.
Orrin Keepnews, Thelonious Monk "Il periodo di cui parliamo, gli anni Cinquanta, era pieno di persone che facevano le stesse cose, gente che era semplicemente appassionata e che diceva di essere un produttore e nessuno era lì a smentirli. E in effetti se io ho una mia etichetta e mi qualifico come 'produttore jazz', chi mi può smentire? Nessuno."
Keepnews ha goduto anche del privilegio di formarsi in un periodo in cui molti dei personaggi chiave in campo artistico si incrociavano incessantemente. Molti la chiamano l'età dell'oro. La musica divenne sempre più stimolante sulla scia di quello che Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Thelonious Monk avevano fatto e che Miles Davis, John Coltrane, Ornette Coltrane e altri stavano portando avanti. Al tempo stesso c'erano grandi interpreti ed erano ancora molto attivi i più grandi artisti delle generazioni precedenti, come Lester Young, Louis Armstrong e Duke Ellington.
"Non c'è dubbio che ci fosse un numero incredibile di musicisti di immenso talento. Non saprei nemmeno spiegare perché, posso solo prenderne atto, è quello che accadde. Ho così portato avanti ottime relazioni personali e professionali con artisti di grande valore e che gira e rigira erano quelli che frequentavo. I miei migliori amici. Senza nemmeno che lo decidessi, divenne la mia vita e sono davvero fiero che sia successo!"
Keepnews e Grauer fondarono la Riverside nel 1953, etichetta che mise sotto contratto Monk nel 1955 e poi molti altri importanti artisti. L'avventura della Riverside terminò nel 1964, ma l'attività di Keepnews no: nel 1966 fondò la Milestone, che diresse fino a che non fu assorbita dalla Fantasy nel 1973. Tra gli artisti di punta della Milestone ricordiamo Sonny Rollins, Gary Bartz, Lee Konitz, McCoy Tyner e Joe Henderson. Rimasto alla Fantasy come vicepresidente per gran parte degli anni Settanta, il produttore ha poi fondato la Landmark - della quale ricordiamo importanti dischi di Bobby Hutcherson - nel 1985, poi assorbita dalla Muse negli anni Novanta. Oltre all'attività di produttore, Keepnews ha continuato a scrivere, vincendo nel 1988 due Grammy Awards per la Migliore Ristampa e le Migliori Note di Copertina con il cofanetto Thelonious Monk: The Complete Riverside Recordings.
Per Keepnews, come abbiamo visto, essere un produttore è ben di più di un fatto tecnico: è quasi sempre stato parte integrante di una comunità e amico delle persone con cui ha collaborato. Ma ha anche saputo sempre con chi mantenere le distanze, con chi usare i guanti e con chi le maniere forti.
"Questo è uno dei problemi in cui ti puoi trovare. Non c'è nulla di più complesso di trovarsi a essere al tempo stesso amico, produttore, direttore dell'etichetta di Bill Evans. Ne vengono fuori tanti di quei conflitti che possono mandarti al tappeto in poche riprese. Penso a artisti con cui ho collaborato come Monk, Evans, Wes Montgomery, Cannonball, ma anche Rollins o McCoy Tyner" ricorda con orgoglio. "Mia moglie e io siano stati di recente a un concerto di Bobby Hutcherson. Si tratta di un musicista con cui non è che ho stretto una grande amicizia, ma che è certamente uno degli artisti più considerevoli e una delle migliori persone con cui ho avuto a che fare".
"Non è un segreto che io sia stato molto fortunato professionalmente, sia che io lo abbia scelto o che sia stato scelto - davvero difficile dirlo - le cose sono andate molto bene. Sarei potuto essere miliardario se avessi lavorato in altro modo, ma artisticamente sono proprio compiaciuto".
Sostiene che il ciclo del talento in musica è un concetto fluttuante. Con il senno di poi, la validità di un determinato artista con cui ha lavorato diviene più chiara, ma "non emerge sempre nel modo in cui pensi che un talento abbia potenzialità. Ora guardo alla mia carriera e ne traggo certe convinzioni e certe ipotesi. Non ho la più pallida idea se la cosa dipenda dal fatto che io fossi così abile o perché c'erano gli artisti giusti al momento giusto. Probabilmente era una combinazione delle due cose, lo spero davvero".
Particolarmente fiero di avere contribuito alla fama di molti musicisti durante la lunga carriera, per alcuni di essi non si può negare che avrebbero comunque raggiunto la vetta. Anche per un artista come Monk, ignorato e a volte oltraggiato nei primi anni della sua vita artistica, non c'era dubbio che il suo genio sarebbe stato riconosciuto prima o poi.
"Quando si tratta di Monk sono sempre molto cauto nel dire che io o qualcun altro l'abbiamo scoperto. Non puoi scoprire una forza della natura. ? lì! E mi sembra l'unico modo per intenderla davvero."
"Quello che è successo nonostante tenaci tentativi di ignorarlo, sminuirlo, è che lui era lì e faceva sentire la propria presenza. Sono orgoglioso del fatto che penso di avere giocato un certo ruolo nel far sì che questo accadesse." precisa Keepnews "ma per quanto mi riguarda, a fare Monk è stato Monk. ci sono talenti che sono molto aiutati dalle circostanze e altri che sono del tutto inevitabili. Credo che Louis Armstrong fosse inevitabile, Monk fosse inevitabile, Ellington fosse inevitabile. Sono d'accordo con chi ritiene che John Coltrane fosse inevitabile. Ma non di molti altri."
Sostiene che negli anni Cinquanta, all'inizio della propria carriera ci fossero "molte persone valide che erano agli inizi o incominciavano a venire apprezzate e che erano a disposizione per qualcuno nella mia posizione - un giovane produttore indipendente. Oggi non sarebbe così".
Keepnews lavora con alcuni artisti anche oggi, come nel caso del tenorsassofonista Dave Ellis, "che è un giovane musicista cui tengo moltissimo, che ho avuto qualche difficoltà a promuovere al meglio in questi tempi difficili". Recentemente i progetti dal vivo sono meno e più diradati: "questo è uno degli aspetti tristi cui accennavo: non c'è più così tanto fermento in giro e ci sono alcuni progetti cui non sono riuscito a dare il risalto che volevo, ma non smetto di interessarmi ai nuovi talenti. Sono cose più lunghe da sviluppare, ma ce ne sono, il jazz non ha smesso di reinventarsi".
Il business musicale è sempre una sfida, Keepnews lo sa bene, e la natura della sfida cambia. Nonostante ritenga che il jazz sia in un suo ciclo lento "non si tratta della prima volta che questo accade" rassicura "la scoperta e lo sviluppo, la scoperta di luoghi giusti e del giusto pubblico per nuovi artisti è oggi più dura che mai".
Il produttore è conscio che i programmi di insegnamento del jazz nelle università di tutti gli Stati Uniti sfornano musicisti ben preparati. Ma il valore della scena dei club negli anni Quaranta e Cinquanta e l'abilità degli artisti nell'affilare le proprie armi e svilupparle per il pubblico assieme a altri importanti musicisti non può essere sottovalutata.
"Quello che facemmo quando la scena dei club era fiorente era dirne peste e corna" ammette Keepnews con la consueta schiettezza "ma il punto è che se ci pensi ora, la scena dei club era parte essenziale della semina e dello sviluppo della musica. Non ci sono modi semplici per un artista di trovare nuova visibilità, avere qualcuno che ti produce un disco e che il disco venga ascoltato e apprezzato e comprato, non è un modo naturale per un artista per crescere".
Aggiunge che è la stessa scena della vita notturna a essere cambiata negli Stati Uniti: "se tutti se ne rimangono a casa davanti alla televisione e al computer vuol dire che c'è qualcosa che non funziona" annota "sarei certamente più contento se ci fosse più attività a livello di club, in termini di riconoscimento e crescita dei nuovi talenti. ? un problema, dal momento che inibisce lo sviluppo di una nuova generazione. Certo, c'è molta più attenzione al jazz dal punto di vista accademico, ma non è la stessa cosa". Si ferma per pensare: "credo che quello che sto dicendo sia che dipende da persone come me essere più creativi nel trovare e sviluppare i talenti" per poi aggiungere con una risata "credo di essere un po' troppo vecchio per ributtarmi nuovamente nella mischia!"
Nonostante il commento lo autoescluda, Keepnews ammette di avere ancora carne al fuoco, progetti di cui ancora non vuole parlare. Tiene d'occhio alcuni giovani musicisti, ma non vuole svelare il fatto di associare il proprio nome al loro. "Sfortunatamente il mio nome è stato associato a molti ottimi talenti. In realtà non è una sfortuna, ne sono fiero, ma è svantaggioso per quanto concerne quello che voglio fare. Non sto cercando di essere carino, ma sento che è necessario proteggersi e circondare di qualche mistero le cose per cui spero di lavorare".
Orrin Keepnews, Cannonball Adderley All'età di 84 anni, come mai è ancora attivo? I suoi obbiettivi sono parecchi.
"Lavorare a un progetto di ristampe preciso è davvero gratificante" ammette a riguardo della Keepnews Collection "e la consapevolezza che un buon numero di persone trova continuità nel valore di ciò che ho fatto, che ho fatto per tanto tempo, che è stato fatto tanti anni fa, sono davvero contento di questo tipo di riconoscimento". Ma, detto questo, "non ho ancora trovato il modo di smettere di ascoltare! Se continui a tenere le orecchie bene aperte, hai sempre possibilità di trovare cose che valga la pena di ascoltare. E io lo spero sempre".
Il futuro quindi cosa riserva? "Il mio obbiettivo è quello di continuare a essere me stesso" ride Orrin Keepnews, un "classico Americano". E ride bene chi ride ultimo!
Discografia selezionata dalla Keepnews Collection
Flora Purim, Butterfly Dreams (Milestone, 1973)
Joe Henderson, Power to the People! (Milestone, 1969)
Cannonball Adderley, Quintet in San Francisco (Riverside, 1959)
Chet Baker, Chet (Riverside, 1959)
Kenny Dorham, Jazz Contrasts (Riverside, 1957)
Traduzione di Enrico Bettinello
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