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Piccola guida al nuovo jazz italiano

Unico, prezioso conforto la curiosità e il talento dei tanti musicisti che, nonostante tutto (a volte anche nonostante loro stessi), tengono in vita la scena. C'è una generazione di mezzo là fuori -diciamo tra i 25 e i 45, tanto per approssimare -che a fatica, annaspando, prova a restare a galla nel mare magnum dell'italico niente. Forse un po' dispersa e impaurita, ma capace di picchi artistici notevoli. Come testimoniano gli ultimi mesi di uscite e pubblicazioni. Talmente tante da meritare un piccolo riepilogo. Non una guida esaustiva e nemmeno un resoconto del meglio; soltanto una proposta di viaggio. Un invito ad ascoltare e a sostenere. Perché mai come in questo momento il jazz italiano ha bisogno di amici veri.

L'uomo poco distante
Fonterossa Records
Valutazione: * * * * ?
Il disco che non ti aspetti. E, a parere di chi scrive, uno dei vertici assoluti degli ultimi due o tre anni in jazz. Per qualità della scrittura, degli arrangiamenti, singolarità dell'ispirazione, profondità di sguardo e carica emotiva. Un viaggio malinconico lungo strade bruciate dal sole che potrebbero essere quelle della Sicilia di Gesualdo Bufalino o della Liguria di Eugenio Montale. Evitando gli ammiccamenti, senza piaggeria, semplicemente pescando a piene mani nell'immaginario che a suo tempo ha alimentato le visioni di Fellini e Germi, Rota e Rustichelli, Sciascia e Pirandello. Un jazz (poco jazz) dal taglio bandistico, cinematografico, schiettamente popolare, che poco o nulla concede all'improvvisazione, agli svolazzi (un solo clarinetto di

Marco Colonna
clarinet, bassb.1978
I nove brani soltanto uno sopra i sette minuti, quasi tutti sotto i cinquesi srotolano con dolcissima lentezza, con esasperante languore, seguendo il filo di un percorso che la penna di

Tony Cattano
tromboneCarlo Cattano
saxophone, baritone
Stonebreaker
Parco della Musica Records
Valutazione: * * * *
Si muove in territori simili il quartetto Ghost di

Dan Kinzelman
saxophone, tenor
Mirco Rubegni
trumpetQuindici abbozzi ragionati, quindici racconti brevi che sanno di cieli tersi e pianure sconfinate, villaggi di frontiera e sentieri che si perdono nel nulla. Da brividi i sette e passa minuti della marziale "Stonebreaker Breaker," l'unico brano in scaletta a bucare i cinque di durata; irresistibile l'impertinente e sbarazzina "Vampires"; riuscitissima la libera interpretazione del canto religioso andaluso "La saeta"; entusiasmante la giocosa "Light Cone." Non c'è che dire: bersaglio pieno. L'ennesimo per Kinzelman.

Future Revival
Auand / El Gallo Rojo
Valutazione: * * * ?
Cambio di versante con il trio Libero Motu di

Giulio Corini
bass, acoustic
Sonny Rollins
saxophoneb.1930

Louis Armstrong
trumpet and vocals1901 - 1971

Duke Ellington
piano1899 - 1974

Francesco Bigoni
saxophone, tenorb.1982

Nelide Bandello
drumsE ovviamente della musicalità, che arrotonda anche i passaggi più astratti e scomposti (la mini suite tripartita "Halloumi"- "Sp?ti"-"Gustave") o le improvvisazioni collettive ("Frydian Alcoholic Concept"). Apice della scaletta la conclusiva "Skylark," meravigliosa ballad di

Johnny Mercer
composer / conductor1909 - 1976

Hoagy Carmichael
piano1899 - 1981

Maxine Sullivan
vocals1911 - 1987

Ella Fitzgerald
vocals1917 - 1996

Aretha Franklin
vocals1942 - 2018

Paul Desmond
saxophone, alto1924 - 1977

Coleman Hawkins
saxophone, tenor1904 - 1969

Buddy Tate
saxophone, tenorb.1913

Trentacinque
Auand
Valutazione: * * * *
Altra piroetta e nuovi spazi da esplorare, a conferma della varietà di approcci e di vedute. Dall'avanguardia dei sentimenti di Corini e del suo trio, al piglio urbano e strutturalista del quintetto del pianista fiorentino

Simone Graziano
piano
Tim Berne
saxophone, altob.1954

Steve Coleman
saxophone, altob.1956

Chris Lightcap
bassb.1971

John Escreet
pianob.1984
Merito (anche) di una sezione ritmica particolarmente ispirata,

Stefano Tamborrino
drums
Dan Kinzelman
saxophone, tenor
David Binney
saxophone, altob.1961

Flow Home
Auand
Valutazione: * * * ?
Stessa etichetta, altro quintetto. Da un pianista a un chitarrista. Francesco Diodati, al timone di una band piuttosto singolare in quanto a orchestrazione: il bombardino e il sousafono di Glauco Benedetti, il pianoforte e il Rhodes di
Enrico Zanisi
pianoFrancesco Lento
trumpet
Enrico Morello
drumsb.1988
Ci si muove tra il

Tim Berne
saxophone, altob.1954
Ori
Le arti malandrine
Valutazione: * * * ?
Decisamente più ruspante il nuovo trio di Edoardo Marraffa, con Sergio Papajanni al basso elettrico e Gaetano di Giacinto alla batteria. Dove diavolo siamo finiti? Da qualche parte tra Chicago e Berlino, con un occhio a

Ken Vandermark
saxophoneb.1964

Peter Brötzmann
woodwinds1941 - 2023

Chu Berry
saxophone, tenor1908 - 1941

Illinois Jacquet
saxophone, tenor1922 - 2004

Arnett Cobb
saxophone, tenor1918 - 1989

King Curtis
saxophone1934 - 1971

Albert Ayler
saxophone, tenor1936 - 1970

Pharoah Sanders
saxophone, tenor1940 - 2022

Frank Wright
saxophone, tenor1935 - 1990
Sulle stesse frequenze disturbate (e disturbanti) "Il matto" e "Sottobosco," altri due cazzotti ben assestati che levano il fiato e il pavimento da sotto i piedi, mentre l'improbabile andatura di "Specchi" chiama in causa l'

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015

Ghost Trio
Setola di Maiale
Valutazione: * * * *
Dai casini di terra di Marraffa e soci ai fantasmi del Ghost Trio. Al secolo:

Silvia Bolognesi
bass, acoustic
Marco Colonna
clarinet, bassb.1978

Archie Shepp
saxophone, tenorb.1937
Strumentista dalle sconfinate possibilità che nelle dita ha la lezione di

John Carter
clarinetb.1929

Fred Ho
saxophone, baritone1957 - 2014

Michel Portal
clarinet, bassb.1935

Johnny Dyani
bass1945 - 1986

Malachi Favors
bass, acoustic1937 - 2004

Albert Ayler
saxophone, tenor1936 - 1970

La fabbrica dei botti
Caligola Records
Valutazione: * * * ?
Ascolta e sorride anche

Paolo Botti
viola
Stephane Grappelli
violin1908 - 1997

Jelly Roll Morton
piano1890 - 1941
Un folklore ultra-immaginario e meta-jazzistico dispiegato con travolgente entusiasmo anche nell'ultima fatica del nostro: La fabbrica dei Botti. Per la quale ha riunito in studio uno scapigliato drappello di compagni di bisboccia: Edoardo Marraffa al sax tenore e soprano, Luca Calabrese alla tromba,

Tony Cattano
trombone
Tito Mangialajo Rantzer
bass, acousticb.1967

Zeno De Rossi
drumsb.1970

Duke Ellington
piano1899 - 1974

Solaris
Encore Jazz
Valutazione: * * * *
Fresco di stampa il debutto del nuovo trio di

Cristiano Arcelli
saxophone, alto
Lee Konitz
saxophone, alto1927 - 2020

Steve Coleman
saxophone, altob.1956

Steve Lehman
saxophone, altoIn un'incessante e proficua dialettica con i maestri che richiede consapevolezza, lucidità e talento. Altrimenti si finisce in un vicolo cieco. Rischio mortifero scansato alla grande dal perugino Arcelli e dai suoi sodali:

Stefano Senni
bass, acoustic
Bernardo Guerra
drums
Aut to Lunch
Aut Records
Valutazione: * * * ?
Ultima tappa della nostra mini guida con un più che riuscito omaggio al genio di

Eric Dolphy
woodwinds1928 - 1964

Alfonso Santimone
piano
Piero Bittolo Bon
saxophone, alto
Danilo Gallo
bass, acousticb.1972

Tony Cattano
trombone
Gerald Wilson
composer / conductor1918 - 2014

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979
Un programmino niente male che la band affronta con il necessario rispetto e la doverosa irriverenza. Riuscendo a non cadere nella trappola dello scimmiottamento puro e restituendo l'incredibile freschezza di un repertorio poco frequentato dai jazzisti dei giorni nostri. A parte una leggendaria rilettura di Out to Lunch firmata

Otomo Yoshihide
guitar
Silke Eberhard
saxophone
Aki Takase
pianob.1948

Alexander von Schlippenbach
pianob.1938
Chiamato a confrontarsi con il punto di riferimento per antonomasia di chi saltella dal clarinetto basso al contralto passando per il flauto. Un confronto salutare soprattutto per chi ascolta. Appassionato. Sincero. Problematico il giusto. Anche grazie al supporto di una band versatile, che si muove alla ricerca di nuove angolazioni e prospettive inedite (da applausi, ad esempio, l'approccio terroristico del Rhodes di Santimone in "Hat and Beard"). Musica che ha mezzo secolo ma che parla del domani. Il miracolo del jazz.
Foto
Maurizio Zorzi
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