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Jen Shyu: Song of the Silver Geese

By Angelo Leonardi
June 18, 2018
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Viene spesso definita una vocalist sperimentale

Jen Shyu

vocals
b.1978

" data-original-title="" title="">Jen Shyu, ma questo disco conferma che �� molto di pi��. Dopo aver collaborato stabilmente con

Steve Coleman

saxophone, alto
b.1956

" data-original-title="" title="">Steve Coleman e ancora con

Anthony Braxton

woodwinds
b.1945

" data-original-title="" title="">Anthony Braxton,

Bobby Previte

drums
b.1957

" data-original-title="" title="">Bobby Previte,

Mark Dresser

bass, acoustic
b.1952

" data-original-title="" title="">Mark Dresser,

" data-original-title="" title="">Chris Potter e altri grandi, la cantante americana di genitori orientali (Taiwan e Timor Est) ha compiuto negli anni scorsi ricerche etnomusicologiche, recandosi a Cuba, in Brasile e per lungo tempo in estremo oriente (Taiwan, Corea del Sud, Indonesia, Cina, Timor Est) per indagare sulle musiche tradizionali e il folklore, apprendendo tecniche strumentali, danze, linguaggi.

Questo disco �� un esempio, direi magistrale, della sua capacit�� di creare un progetto originale e coerente, nonostante la molteplicit�� delle fonti di riferimento. Le nove composizioni di Jen Shyu sono un singolare amalgama di avanguardia (jazz e classica contemporanea) e riferimenti a differenti folklori musicali: in essi canta (in sette lingue diverse), recita, suona il liuto tradizionale taiwanese, il kayagum coreano e il pianoforte accompagnata da un quartetto d'archi e un sestetto di prim' ordine con

Mat Maneri

viola
b.1969

" data-original-title="" title="">Mat Maneri,

Thomas Morgan

bass, acoustic

" data-original-title="" title="">Thomas Morgan,

Satoshi Takeishi

drums

" data-original-title="" title="">Satoshi Takeishi e altri.

Song of Silver Geese �� un lavoro ambizioso che si sviluppa come una suite; �� dedicato a due suoi amici scomparsi e forse per questo �� definito da Jen ?Ritual Music Drama?. I nove brani sono chiamati porte, aperture verso altri mondi, quelli espressi nei miti e frequentati dagli sciamani. Alle orecchie di un medio ascoltatore occidentale pu�� risultare inizialmente ostico, se non sconcertante, per l'adesione a modelli espressivi lontani dalla nostra cultura e l'utilizzo di suoni atipici, dilatati o compressi, dissonanze e aperture di registro. Un canto dal melisma inquieto, sorretto da una marcata tensione emotiva che pu�� regalare intense emozioni.

Difficile esprimere preferenze sugli episodi del disco, che si legano uno all'altro in una sequenza coerente. Tra i pi�� suggestivi abbiamo l'astratto ?World of Java? con protagonista il flauto dolphyano di

Anna Webber

saxophone, tenor
b.1984

" data-original-title="" title="">Anna Webber e il successivo ?Dark Road, Silent Moon?, un percorso cameristico che va dal rarefatto al drammatico con protagonista il quartetto d'archi. Il lungo e contemplativo ?Sinom Semarangan? e il percussivo e veemente ?World of Baridegi? sono i brani il cui risalta al massimo la versatilit�� di Jen Shyu, come autrice, vocalist e strumentista.

CD della settimana.

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Track Listing

Door 1: Prologue - Song of Lavan Pintinu; Door 2: World of Java; Door 3: Dark Road, Silent Moon; Door 4: Sinom Semarangan; Door 5: World of Hengchun; Door 6: World of Wehali; Door 7: World of Ati Batik; Door 8: World of Baridegi; Door 9: Contemplation.

Personnel

Jen Shyu

vocals

Jen Shyu: vocals, dance, Taiwanese moon lute, gayageum (traditional Korean zither), piano, violin; Chris Dingman: vibraphone; Mat Maneri: viola; Thomas Morgan: bass; Satoshi Takeishi: percussion; Anna Webber: flutes; Dan Weiss: drums; Jennifer Choi: violin; Erica Dicker: violin; Victor Lowrie: viola; Mariel Roberts, cello.

Album information

Title: Song of the Silver Geese | Year Released: 2017 | Record Label: Pi Recordings

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