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Ai Confini Tra Sardegna e Jazz - XXXI Edizione

01-10.09.2016
Per questa trentunesima edizione, il festival Ai Confini Tra Sardegna e Jazz ha messo al centro del proprio programma la figura di

Frank Zappa
guitar, electric1940 - 1993
Con il senno di poi, possiamo dire che alcuni dei musicisti invitati hanno preso molto seriamente la cosa ed hanno presentato concerti fortemente aderenti al tema del festival. Altri si sono invece (zappianamente?) disinteressati a tutto ciò ed hanno preferito suonare un repertorio privo di qualunque richiamo all'arte di Zappa.
Gli zappiani
Come accennato poc'anzi, solo alcuni tra i musicisti coinvolti hanno presentato musiche in qualche modo attinenti al tema del festival. Tra questi, possiamo senza dubbio annoverare

Sean Noonan
drumsb.1975
Molto convincenti i berlinesi dell'Andromeda Mega Express Orchestra, che hanno concentrato il loro lavoro soprattutto sulla ripresa delle sonorità zappiane, condendole con echi Kraut-Rock. Meno interessante il lavoro del Nu Ensemble di

Mats Gustafsson
woodwindsb.1964
Indubbiamente zappiano, ma altrettanto indubbiamente distante dalla linea estetica del festival, il Direction Zappa di

Daniele Sepe
saxophone
Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979
Il chitarrista
Andrea Massaria
guitar, electricI divisivi

Peter Brötzmann
woodwinds1941 - 2023
Heather Leigh
guitar, steel
William Parker
bassb.1952

Hamid Drake
drumsb.1955
Sean Noonan. ? stato se possibile ancor più divisivo di Br?tzmann. Pur consapevoli dei difetti che a tratti affiorano (ne abbiamo parlato poc'anzi: una certa ripetitività del gioco degli spiazzamenti, una notevole tendenza a buttarla in caciara), la sua è una musica che sprizza creatività da tutti i pori e che viene eseguita in modo impeccabile. Non si può ascoltare quotidianamente, ma ci ha molto divertito.
Cooper Moore
pianoIl quartetto Battle Pieces di

Nate Wooley
trumpetb.1974

Ingrid Laubrock
saxophoneb.1970

Matt Moran
vibraphone
Sylvie Courvoisier
pianoI travolgenti
William Parker "In Order to Survive," (Hamid Drake, Cooper Moore, Mixashawn Lee Rozie,

Rob Brown
saxophone, altob.1962

Steve Swell
tromboneb.1954
Il quartetto

Ken Vandermark
saxophoneb.1964
Nel concerto dei Rubatong si è ascoltato ben poco jazz, ma la performance è stata di quelle che fanno venire la pelle d'oca. Tra rock e blues,

Tom Waits
piano and vocalsb.1949
I Tenores de' Bitti. Il canto tradizionale sardo, tra serenate popolari e frammenti di musiche di ispirazione religiosa. Echi di tempi remoti, un concerto commovente.
Luci ed ombre

Alexander von Schlippenbach
pianob.1938
Serenus Zeitblom Oktett. Una performance altalenante tra bellissimi momenti d'insieme e frammenti di ricerca cui è mancato un pizzico di pathos.
Il quartetto di

Tomeka Reid
cello
Mary Halvorson
guitar
Jason Roebke
bass
Tomas Fujiwara
drums
Matthew Shipp
pianob.1960

David S. Ware
saxophone, tenor1949 - 2012
Il quartetto Solar Sound di

Greg Burk
pianob.1969

Wadada Leo Smith
trumpetb.1941

Weather Report
band / ensemble / orchestra
Rob Mazurek
trumpetb.1965
I giovani norvegesi

Megalodon Collective
saxophoneLe orchestre
Causa i vincoli economici con cui i festival jazz si devono sempre più confrontare, le ampie formazioni, diciamo oltre il quintetto, difficilmente trovano spazio. Qui a Sant'Anna Arresi ne abbiamo invece ascoltate diverse, spesso interessanti, tutte molto distanti dal cliché musicale e timbrico cui vengono solitamente associate le big band. Un elemento che differenzia ulteriormente (se mai ce ne fosse bisogno) questo festival dalle altre manifestazioni che animano il panorama jazzistico nazionale. Rendiamone il giusto merito agli organizzatori.
I migranti
Vogliamo infine chiudere la nostra cronaca con un paragrafo extra-musicale ma, ci pare, indicativo dello spirito che anima il popolo del jazz. L'estate italiana, in particolare delle nostre isole, è stata caratterizzata dall'arrivo di migliaia di migranti. Il festival ne ha accolti alcuni, aprendo loro le porte della manifestazione ed ospitandoli ai concerti. Un segno concreto di accoglienza e di coinvolgimento nelle attività del territorio. Un gesto che ci stimola a ricordare che, dietro ai numeri degli sbarchi che leggiamo sui giornali e che la politica usa per fare propaganda, ci sono degli esseri umani. Persone con i loro volti, le loro gioie, le loro sofferenze, le loro storie individuali.
Foto
Luciano Rossetti.
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