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Ai Confini tra Sardegna e Jazz - XXXII Edizione

Ai Confini tra Sardegna e Jazz - XXXII Edizione

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By Paolo Peviani
September 15, 2017
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Ai Confini tra Sardegna e Jazz
Sant'Anna Arresi
Piazza del Nuraghe
01-10.09.2017

Max Roach

drums
1925 - 2007

" data-original-title="" title="">Max Roach e la sua We Insist! Freedom Now Suite. Erano queste le coordinate di riferimento della trentaduesima edizione del festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz. Percussioni, dunque, ma anche lotte per i diritti civili, per le conquiste sociali. Tema molto caro al jazz e mai come ora di vitale importanza.

Seguendo questa traccia, il direttore artistico Basilio Sulis ha confezionato un programma intrigante e coerente che ha lasciato come di consueto ampio spazio alla scena avant ed alla sperimentazione pi�� contemporanea, senza peraltro trascurare momenti di pi�� orecchiabile godibilit��.

I batteristi

C'era

Hamid Drake

drums
b.1955

" data-original-title="" title="">Hamid Drake, presenza abituale al festival, molto amato dal pubblico. C'era un grande vecchio come

Joe Chambers

drums
b.1942

" data-original-title="" title="">Joe Chambers, che per la sua performance in solo ha preferito sedersi al pianoforte, mentre nel progetto M'Boom Repercussion ha riunito intorno a s�� musicisti del calibro di

Warren Smith

drums
b.1934

" data-original-title="" title="">Warren Smith,

Ray Mantilla

percussion
1934 - 2020

" data-original-title="" title="">Ray Mantilla,

Eli Fountain

" data-original-title="" title="">Eli Fountain. C'era il nostro

Tiziano Tononi

drums
b.1956

" data-original-title="" title="">Tiziano Tononi, che con

Susie Ibarra

percussion
b.1970

" data-original-title="" title="">Susie Ibarra ha dato vita ad un set completamente improvvisato, delicato e fatto di reciproco ascolto, davvero molto efficace ed emozionante.

E c'erano le nuove leve come

Kassa Overall

programming

" data-original-title="" title="">Kassa Overall e

Tyshawn Sorey

drums
b.1980

" data-original-title="" title="">Tyshawn Sorey. Entrambi, sia pure per motivi opposti, un po' deludenti. Il primo per carenza di progettualit�� ed eccesso di faciloneria (un imperdonabile set hip-hop di modestissima fattura). Il secondo per un sovraccarico di seriosit�� e ponderosit�� che lo ha portato a realizzare due set (in solo e in trio) certo molto colti e rarefatti, ma anche assai poco comunicativi.

I torridi

Musicalmente parlando, non fanno prigionieri. Sono i Lean Left (

Paal Nilssen-Love

drums
b.1974

" data-original-title="" title="">Paal Nilssen-Love, Andy Moore,

Terrie Ex

" data-original-title="" title="">Terrie Ex,

Ken Vandermark

saxophone
b.1964

" data-original-title="" title="">Ken Vandermark) ed il Summit Quartet (Ken Vandermark,

Mats Gustafsson

woodwinds
b.1964

" data-original-title="" title="">Mats Gustafsson, Luc Ex, Hamid Drake). Fanno una musica dura, diretta, intransigente. Con qualche sconfinamento nel punk, e qualche sbavatura di troppo, nel caso dei Lean Left. Pi�� concentrata e focalizzata nel caso del Summit Quartet. Chi sta al gioco viene ripagato con una musica piuttosto semplice (siamo pur sempre dalle parti del modale) ma di grande impatto ed energia.

Le quote rosa

Nutrita la presenza femminile al festival. C'era la pianista

Sylvie Courvoisier

piano

" data-original-title="" title="">Sylvie Courvoisier in duo con il batterista

Kenny Wollesen

drums

" data-original-title="" title="">Kenny Wollesen, che ha presentato un set frammentato e controllato, che solo a sprazzi si abbandona ad un respiro pi�� ampio. E c'era il gruppo tutto al femminile Shamania di

Marilyn Mazur

percussion
b.1955

" data-original-title="" title="">Marilyn Mazur, che per contro ha dato vita ad un set molto godibile, fatto di rotonde melodie (in verit�� con qualche concessione di troppo) impreziosite da un ottimo lavoro di orchestrazione e cura dei dettagli.

I solari

Tra questi annoveriamo senz'altro la band della cantante ivoriana Dhobet Gnahor��, che ha presentato un concerto intriso di sapori africani, tendente alla leggerezza pop. Musica di ben altra fattura e spessore con la

Burnt Sugar the Arkestra Chamber

band / ensemble / orchestra
b.1999

" data-original-title="" title="">Burnt Sugar the Arkestra Chamber, che nella serata di sabato 9 settembre ha reinterpretato in chiave soul / R&B la Freedom Now Suite, mentre nella serata successiva ha chiuso il festival presentando brani tratti dal recente album Groidest Schizznits. Grazie all'organico ampio ed articolato, la band ha un tiro formidabile ed una variet�� di impasti timbrici che permette alla musica di spaziare con estrema naturalezza dagli ostinati pedali funk al jazz pi�� evoluto. A completare il quadro, una presenza scenica non comune, di appagante impatto visivo.

Il concerto che non c'�� stato

Causa cancellazione del volo che avrebbe dovuto portarlo in Sardegna, il doppio concerto (in quartetto e in solo) di

David Virelles

piano
b.1983

" data-original-title="" title="">David Virelles non si �� potuto svolgere. Sulla carta, almeno per chi vi scrive, sarebbe stato l'appuntamento pi�� interessante del festival. Facendo ricorso ad alcuni musicisti gi�� presenti a Sant'Anna, ovvero a Hamid Drake ed alla consolidata coppia

Marc Abrams

bass, acoustic

" data-original-title="" title="">Marc Abrams -

Pietro Tonolo

saxophone
b.1959

" data-original-title="" title="">Pietro Tonolo, gli organizzatori hanno saputo confezionare un ripiego di lusso: una rivisitazione della Freedom Suite di Rollins in cui il trio, malgrado il poco preavviso, ha mostrato un'intesa notevole ed una buona affinit�� artistica.

Foto: Luciano Rossetti (Phocus Agency).

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