Home » Articoli » Album Review » The Cellar and Point: Ambit
The Cellar and Point: Ambit
By
Brand X
band / ensemble / orchestrab.1974

Soft Machine
band / ensemble / orchestrab.1966

Frank Zappa
guitar, electric1940 - 1993
Il batterista

Joseph Branciforte
drumsCon un po' più di ordine: i due americani, da un po' di casa nel circuito della sperimentazione collegata ad alcune importanti scuole di musica newyorkesi, distillano qualcosa di effettivamente intelligente, immediatamente compreso dalla solita Cuneiform, alla quale -fra un po' -bisognerà costruire un altare per l'aggiunta capacità operativa in grado di poter scandagliare questa sorta di new-underground cresciuto all'ombra della pessima musica imperante.
In tema di neologismi se si potesse inventare per band del genere il vocabolo di "musica cameristica da garage" non saremmo molto lontano dalla realtà. Anche se lo sembrerebbe, Ambit non è un disco semplice da analizzare ricco com'è di un bel nugolo di complesse composizioni del duo sopra citato che, fra taglienti geometrie e ritmiche frastagliate riescono anche a omaggiare i cinque canoni di Webern e uno studio di Ligeti. In una recente intervista Branciforte tenta di dare una spiegazione spiegando di essere riuscito ad assorbire in modo evidentemente creativo un bel po' di musica diversa allo stesso tempo: dagli Autreche a Morton Feldman, da Wu-Tang Clan a Bach... e di averla analizzata al microscopio, discussa con il resto della formazione e via di conserva.
Il risultato è sorprendente e davvero denso di nuova prospettiva. "Crossover music" per eccellenza, quella di The Cellar and Point piace subito per la sua immediatezza, per la sua angolarità, per la sua tangenzialità a tante cose che abbiamo sempre ammirato, senza mai copiare o risultare stucchevole. Uno di quei casi in cui durezze e delicatezze stanno incredibilmente bene insieme. Musica sul trapezio in grado di fare impazzire i ricercati amanti della scomposizione ritmica; produzione di una serie di menti raffinate ma, con davvero in più, la liquida fascinazione del suono unico di uno strumento quale il vibrafono, vero asse sonoro portante di moltissime composizioni del lavoro. Musica sicuramente d'avanguardia dove però il computer -dopo essere stato utilizzato per "capire" -è stato lasciato fortunatamente a casa.
Un disco che scava a fondo e che è davvero illuminante per la freschezza portata in gioco. In breve, uno di quei dischi di cui una volta terminato l'ascolto, vi troverete a riproporre schiacciando un'altra volta il pulsante play. L'atmosfera è di quelle che raramente di questi tempi si riescono a vivere. A molti il suono ricorda la freschezza dei

Kneebody
band / ensemble / orchestra
Tim Berne
saxophone, altob.1954

Nels Cline
guitar, electricb.1956
Una sfida? Non ci sembra che Ambit sia da annoverare in questa possibilità. Sul sito del gruppo c'è un divertente e creativo video del brano "0852" che potrebbe aiutarvi a comprendere meglio. Se la musica è spesso motore, questa è una semplificazione ideale del termine "propulsione." A me pare dannatamente efficace e -ve lo dico nell'orecchio -questo disco mi piace davvero tanto. ">
Track Listing
0852; arc; tabletop (a); tabletop (b); ruminant; purple octagon; fünf canons i, op.16; étude XV; white cylinder (a); white cylinder (b); ambit.
Personnel
Joe Bergen: vibrafono; Christopher Otto: violino; Kevin McFarland: violoncello; Terrence McManus: chitarra elettrica; Christopher Botta: chitarra acustica; Rufus Philpot: basso; Joseph Branciforte: batteria.
Album information
Title: Ambit | Year Released: 2014 | Record Label: Cuneiform Records
Tags
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
