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Fano Jazz by the Sea 2025

Courtesy Andrea Rotili
Varie sedi
Fano
2531 luglio 2025
Jazz for Kids, un Workshop sulla voce, un concerto all'alba, sedute in cui Yoga e jazz interagiscono, incontri letterari sotto la cupola geodetica, concerti nei cortili o dal balcone dell'Arco di Augusto... come sempre Fano Jazz by the Sea ha fatto il possibile per differenziare la sua offerta con iniziative in ambiti collaterali. Per quanto riguarda la programmazione musicale, articolata su diversi contenuti tematici, si è ricorso alle location già collaudate: i concerti serali sul main stage alla Rocca Malatestiana, le solo performance pomeridiane della sezione Exodus nella Pinacoteca San Domenico, mentre il settore Young Stage, dedicato ai gruppi emergenti italiani, come anche le apparizioni notturne di Cosmic Journey, destinate alle attuali esperienze dell'elettronica, si sono svolte al Jazz Village nel parco antistante la Rocca. In particolare vale la pena di sottolineare un aspetto: basta scorrere il composito cartellone del festival per rendersi conto di come la direzione artistica di Adriano Pedini abbia voluto opportunamente rimarcare il fenomeno, ineludibile ormai da anni, dell'alta e qualificata presenza femminile nel panorama jazzistico internazionale.
Mi sembra giusto cominciare questo resoconto da tre concerti ascoltati sul main stage, che hanno riservato forti emozioni. Della musica di

Isaiah Collier
saxophone- 1998
Tim Regis
drumsAncor più sorprendente e autentica è stata la presenza di

Dee Dee Bridgewater
vocalsb.1950

Carmen Staaf
pianob.1981

Rosa Brunello
bass, acoustic
Shirazette Tinnin
drumsNotevolissima si è rivelata anche l'apparizione, per la prima volta a Fano, del quartetto Ronin, nato nel 2000 e coordinato dal compositore e pianista svizzero

Nik Bärtsch
pianob.1971

Jeremias Keller
bass
Kaspar Rast
drums
Sha
clarinetb.1983
Se l'originale, ineludibile performance di Ronin ha chiuso nel migliore dei modi la trentatreesima edizione di Fano Jazz by the Sea, sul main stage altri due gruppi, non dello stesso peso artistico ma dall'approccio "onesto," hanno fornito lo spunto per ulteriori considerazioni.

Rachel Z
keyboards
Omar Hakim
drumsb.1959

Jonathan Toscano
bassAl suo primo concerto italiano, il giovane trio israeliano di

Sharon Mansur
pianoAviv Cohen
drumsb.1983
I quattro concerti della sezione ExodusGli echi della migrazione, riproposta ogni anno nella convinzione che "nella diversità si crea l'armonia, ma il solo modo per creare l'armonia è accettare le reciproche diversità e farne un valore," si sono tenuti nella ex chiesa di San Domenico, oggi Pinacoteca. Per l'occasione lo spazio centrale in cui si esibivano i performer era incorniciato a destra e sinistra da un'installazione dell'artista Antonella Sabatini, in cui nella bianca purezza di piccolissimi vasi di ceramica accatastati ad arte sul pavimento "ognuno poteva ascoltare... un ronzio dell'universo, una traccia ancestrale, un canto antenato nelle bocche silenziose della terra."
Sulla trama di parole, di racconti, di frammenti verbali registrati e alterati si è basata la performance di

Giorgio Li Calzi
trumpetb.1965
Melisa Yildirim, cresciuta a Istanbul ma ora attiva a Helsinki, è mossa invece da una concezione opposta a quella di Li Calzi, in quanto cerca di conciliare in modo proficuo e plausibile rifermenti al passato e proiezioni nel futuro. Questo le è possibile in quanto virtuosa del kamancha, antichissimo strumento a cinque corde che vengono sfregate con l'archetto in posizione verticale e la cui sonorità può assomigliare a quella del violoncello, ma offrendo una gamma sonora molto più ampia. Dall'alto della sua esperienza a livello internazionale Yildirin ha ricavato dal suo strumento moderatamente amplificato racconti meditativi e nostalgici, fasi più mosse e reiterate, pause e accelerazioni, facendo largo uso del glissando e di continue variazioni di volume all'interno della stessa frase. Il risultato ottenuto è stato di un indubbio fascino e, alle nostre orecchie, di un colore esotizzante.
Un'effettiva rivelazione è venuta anche dalla violoncellista e vocalist di formazione classica Daniela Savoldi, italo-brasiliana cresciuta e residente a Brescia, la cui performance ha saputo compenetrare matrici culturali diverse con spontaneità e invenzioni autentiche. La sua voce espressiva, modulata su un registro drammatico, e il suo violoncello dalle ampie arcate, dalle sonorità decise e un po' brusche, talvolta col ricorso al pizzicato, hanno interagito delineando per lo più melodie e dinamiche d'ispirazione popolare-folk, non necessariamente sudamericane. Allo stesso tempo non sono mancate fra l'altro movenze jazzistiche di sicuro impatto e perfino complicazioni armoniche vicine alla musica colta contemporanea.
La trentottenne

Camila Nebbia
saxophone, tenorFra i concerti della sezione Young Stage, svoltisi nell'ora del tramonto al Jazz Village, in cui si potevano anche consumare birra e piadine, è il caso di approfondire le apparizioni di due agguerriti gruppi che portano una voce fresca e giovane nella scena dell'attuale jazz italiano.
Il quintetto di
Matteo Paggi
trombone
Lorenzo Simoni
saxophone, altoCome per il trio della Mansur, è stato invece trasferito all'interno del Teatro della Fortuna il concerto del trio Gogoducks, il che ha dato luogo ad una fruizione più concentrata della loro musica d'impronta cameristica, che vive anche di attese, di finezze timbriche, per poi inoltrarsi nella pienezza degli sviluppi, ora scanditi con insistenza ora obliqui e contrastati. Le composizioni, tratte dal Cd Palladio a Palla! edito da nusica.org, s'ispirano a nove delle ville cinquecentesche palladiane; in questa operazione, ognuno dei tre comprimari
Luca Zennaro
guitarNazareno Caputo
vibraphone
Francesca Remigi
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Dee Dee Bridgewater
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Italy
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