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I nuovi percorsi del Polish Jazz


William Parker
bassb.1952

Mary Halvorson
guitar
Anthony Braxton
woodwindsb.1945

Charles Gayle
saxophone1939 - 2023

Bobby Previte
drumsb.1957

Samuel Blaser
tromboneb.1981

Michael Blake
saxophone, tenorb.1964
Gli undici lavori esaminati in questa sede sono indicativi della varietà e ricchezza della nuova musica improvvisata polacca: prevalgono lavori di natura sperimentale -che potremmo definire post-free -ma non mancano esempi di mainstream avanzato, connubi con la musica classica o con le musiche etniche.
Iniziamo con un quintetto polacco-statunitense, guidato dal sassofonista tenore

Borys Janczarski
saxophoneb.1974
Stephen McCraven
drumsJoanna Gajda
piano
Rasul Siddik
trumpetRestiamo alle collaborazioni internazionali con altri due organici. Il primo (ADHD, In Bloom) è un quartetto guidato dal chitarrista
Marek Kadziela
saxophone
Rudi Mahall
clarinet, bassAndreas Lang
bass, acoustic

Piotr Damasiewicz
trumpetb.1980

Maciej Obara
saxophoneb.1981

Tom Arthurs
trumpetb.1980

Dominik Wania
piano
Gard Nilssen
drumsb.1983
Il disco di Kadziela è un modern mainstream avanzato, che si spinge volentieri verso la libera improvvisazione, con risultati eccellenti. Il chitarrista è attivo professionalmente da quasi un decennio e ha guidato altri ensemble di taglio stilistico diverso. Il suo stile si muove nel rispetto della tradizione jazzistica moderna (un'ottima tecnica e un fraseggio complesso, ricco di mordente) ma sa spaziare da momenti cameristici ad altri sperimentali, con un fantasioso uso dell'elettronica. Kadziela scrive visionarie composizioni, dalla metrica complessa, che il clarinetto basso di Mahall illumina di un taglio dolphiano. Il percorso musicale è ricco di sorprese e contrasti: la cosa è molto evidente quando si passa dal ricercato solo "Edithtiude" all'avveniristico "Impro II."
Un altro eccellente esempio di complessa e inventiva scrittura, di taglio squisitamente europeo, è il disco di Maciej Obara. Qui l'improvvisazione di taglio post-free produce una musica densa, di forte tensione narrativa. Obara è uno dei migliori musicisti dell'ultima generazione polacca e il più incline alle collaborazioni internazionali: lo abbiamo visto con

Ralph Alessi
trumpetb.1963

Mark Helias
bass
John Lindberg
bassb.1959

Nasheet Waits
drumsb.1971

Tomasz Stańko
trumpet1942 - 2018
Restiamo in ambito d'avanguardia post-free per parlare di alcuni gruppie dei rispettivi album -parecchio influenzati dalla black music degli anni sessanta e dalle sue evoluzioni. Molto promettente è il disco d'esordio (Introduction ) del giovane trombonista " data-original-title="" title="">Pawe? Niewiadomski, diplomato all'accademia di musica Karol Lipinski. Il suo quartetto (con Jakub Skowronsk al sax tenore, " data-original-title="" title="">Robert Kusiolek / Anton Sjarov / Ksawery Wojcinski / Klaus Kugel al contrabbasso e " data-original-title="" title="">Wojciech Romanowski alla batteria) ripropone le atmosfere ritualistiche di certo free storico, in lunghi brani lenti e ossessivi dove c'è spazio per lunghi e vibranti assoli. Una musica forse un po' troppo derivativa ma come esordio è eccellente.
Ben più interessante è il progetto dell'High Definition Quartet, che ha portato all'incisione di Bukoliki. ? il secondo lavoro di un quartetto formato dal sassofonista tenore
Mateusz Sliwa
saxophone, alto
Piotr Orzechowski
pianoAlan Wykpisz
bass, acoustic
Dawid Fortuna
drumsIl sassofonista di questo gruppo, Mateusz Sliwa, è uno dei massimi solisti emergenti in Polonia e anima il debutto del Vehemence Quartet nel disco Anomalia. ? un organico anomalo con due sassofoni in front line e vede

Wojciech Lichtański
saxophone, altob.1989
Alan Wykpisz
bass, acousticSzymon Madej
drumsMa non c'è solo il post free ad attrarre i nuovi jazzmen polacchi. La tradizione musicale classica e il patrimonio etnico restano tradizionali punti di riferimento, da

Krzysztof Komeda
piano1931 - 1969

Adam Pieronczyk
saxophoneb.1970

Miroslav Vitous
bassb.1947
I musicisti polacchi sono stati i primi in Europa a coniugare il jazz con il folklore e questa relazione è tutt'ora ben viva come dimostra il Kwartet Palucki in Na Skrzyzowaniu rzek. I componenti sono Grzegorz Tomaszewski all'armonica, Michal Kulenty ai sassofoni e flauto, " data-original-title="" title="">Karol Szymanowskial vibrafono e Krzysztof Samela al contrabbasso. Gli ospiti del disco più in vista sono il fisarmonicista Lukasz Mirek, la violinista folk Maria Pomianowska e il cantante Zbigniew Zaranek. Maria è specialista di un violino tradizionale detto bilgoray suka, Zbigniew viene dal mondo del rock ed interpreta alcuni brani folk della regione Paluki , nella Polonia centrale. Sulla base dei temi tradizionali l'organico sviluppa lunghe sequenze jazzistiche con uno sguardo privilegato alla stagione modale davisiana. In uno dei brani, "Na Stodole Sowa Siada" il lungo assolo di Kulenty al flauto riprende la celebre linea melodica di "All Blues" da Kind of Blue . Un disco non particolarmente ambizioso ma piacevole .
Più sofisticata è l'operazione di connubio col folklore messa in atto dal flautista
Dominik Strycharski
flute
Waclaw Zimpel
clarinet, bassb.1983

Krzysztof Szmanda
drumsTerminamo con due album ancora diversi, indicativi dell'ampiezza dei riferimenti che caratterizzano questa generazione. Euphony un progetto cameristico di " data-original-title="" title="">Sebastian Zawadzki, pianista e compositore che risiede in Danimarca ed ha registrato alla Royal Academy of Music di Copenhagen. Sette delle dodici tracce sono registrate in piano solo o in trio col bassista svedese
Johannes Vaht
bass
Morten Lund
drumsb.1972
Infine Elektrotropizm, debutto in solo del fisarmonicista " data-original-title="" title="">Zbigniew Chojnacki, un altro giovanissimo interprete (classe 1992) che ha evidenziato il suo talento con alcuni protagonisti storici del jazz in Polonia come

Michal Urbaniak
violin
Zbigniew Namyslowski
saxophone, altob.1939
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Wojciech Romanowski
Mateusz Sliwa
Piotr Orzechowski
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Dawid Fortuna
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Miroslav Vitous
Karol Szymanowski
Dominik Strycharski
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Johannes Vaht
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