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Avishai Cohen: Into the Silence

By Alberto Bazzurro
March 7, 2016
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Titolo rivelatore se mai album ne ebbe uno: dentro e intorno al silenzio questo ragguardevole lavoro del trentottenne trombettista israeliano si muove e individua la sua stessa ragion d'essere. Intendiamoci: di silenzio, in senso cageano o meno, non ce n'�� affatto, e tuttavia ��—filosoficamente e poeticamente—questo il punto di partenza (e forse d'arrivo) del disco, nella misura in cui come anelito di (e tensione verso il) silenzio s'intenda un senso di spogliamento, di prosciugamento, di essenzialit�� e totale assenza di retorica o ridondanza.

Di primo acchito ("Life and Death") il quintetto protagonista del lavoro sembra posizionarsi abbastanza in prossimit�� di quello del nostro

Paolo Fresu

trumpet
b.1961

" data-original-title="" title="">Paolo Fresu (ma anche un

Tomasz Sta��ko

trumpet
1942 - 2018

" data-original-title="" title="">Tomasz Sta��ko, di cui pure mancano certe sterzate in curva, certe irregolarit�� di percorso, potrebbe avanzare qualcosa in proposito), impressione che lascia per�� quasi subito il posto all'ascolto—ovviamente del tutto autosufficiente—del disco in quanto tale. Cos�� "Dream Like a Child," felicemente sospeso in avvio, per poi vedere la temperatura salire, soprattutto sul versante ritmico, con l'ingresso dei fiati, conferma come tutto proceda molto sorvegliato, ponendo sempre in primo piano il lavoro d'��quipe, per quanto sia fisiologicamente la tromba a guidare la truppa.

Un avvio pacato ma nervoso, almeno nell'uso della batteria, annuncia il brano che intitola l'album, con una serpeggiante tensione quintessenziata nel solo centrale della tromba, che ha qualcosa (non solo qui, del resto) del Davis di Bitches Brew, soffice e perentorio, e pi�� in generale dello stesso quintetto, come approccio nell'economia globale e, in particolare, nel dialogo col sax tenore.

Relax, linearit�� e grande raffinatezza contrassegnano "Quiescence," mentre pi�� vitale, sia pure sulla linea appena descritta, risulta "Behind the Broken Glass," che ribadisce come ci troviamo di fronte a una musica comunque eminentemente corale, per quanto l'epilogo (sempre battezzato "Life and Death"), un po' eccentrico rispetto al contesto, sia affidato al solo pianoforte.

Disco di grande fascino e ferrea coerenza intestina.

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L'astrada
Marciac, France

Oct 16 Thu

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Théâtre Roger Barat
Herblay, France

Dec 1 Mon

AVISHAI COHEN TRIO

La Cooperative De Mai
Clermont Ferrand, France

Mar 4 Wed

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Le Trianon
Paris, France

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