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Jazz em Agosto 2025

Courtesy Petra Cvelbar
Jazz em Agosto
Fondazione Gulbenkian
Lisbona, Portogallo
1-10 agosto 2025
Malgrado la "onda de calor" portoghese stia sfiorando la capitale, Lisbona è al solito pacifica nel suo tran tran saturnino, anche se il turismo invadente della Baixa ha già trasformato certo non in meglio la sua fisionomia.
Ma agosto è anche il mese del jazz (di ricerca e d'avanguardia, ormai elettronica) e lo spazio rinnovato della Fondazione Gulbenkian -con le architetture di Kengo Kuma -ha ospitato la consueta rassegna di "Jazz em Agosto," giunta all'edizione numero 41, con la direzione artistica di Rui Neves.
Le prime giornate sono state all'insegna della formula del trio, configurazione classica della musica improvvisata. Trii comunque del tutto diversi a cominciare da quello dei maestri

William Parker
bassb.1952

Cooper-Moore
pianob.1946

Hamid Drake
drumsb.1955
Davanti a queste operazioni le domande sono un po' sempre le stesse di anni orsono. Fino a che punto funziona l'appropriazione di retaggi musicali remoti (africani, asiatici, aborigeni) da parte di un occidente pur eterodosso come quello afroamericano? Il dibattito è aperto, di sicuro la lingua franca di questo trio è sorretta da evidente sincerità, da una rielaborazione interiore attiva, e infine da una classe indiscutibile, che guarda senza timore al lascito estetico incompiuto di

Don Cherry
trumpet1936 - 1995
Molte tracce di Don Cherry anche nel trio portoghese guidato dal trombettista

Luis Vicente
trumpet
Pedro Melo Alves
drumsb.1991

Gonçalo Almeida
bass, acousticb.1978
Musica nera e "canto libero" anche per

Darius Jones
saxophone, alto
Chris Lightcap
bassb.1971

Gerald Cleaver
drumsb.1963

Julius Hemphill
saxophone, alto1938 - 1995

Arthur Blythe
saxophone, alto1940 - 2017
Che si è ripetuta in un altro trio, stavolta però con pianoforte e ritmica, con leadership della canadese

Kris Davis
pianob.1980

Robert Hurst
bass, acousticb.1964

Johnathan Blake
drumsIl gruppo riutilizza diverse grammatiche del jazz per piano-trio senza farsene sopraffare, anzi imponendo un proprio punto di vista ritmico, che lo allontana dall'impostazione classico-moderna che privilegia la melodia. In questo senso, Davis forse fa un passo indietro come pianista e mette al centro la sua filosofia di arrangiatrice, conscia di avere al suo fianco due giganti dello strumento come Hurst e Blake, quest'ultimo davvero instancabile giocoliere dei tamburi e piatti, immobile nella postura quanto iper cinetico nelle scansioni del drumkit, con due rullanti a diversa intonazione. Un concerto di notevole spessore, anche se un po' distante dal punto di vista emotivo.
Nobile l'idea del festival di concedere una serata ad una giovane formazione portoghese. Quest'anno è toccato al quartetto del bassista Joao Prospero, che ha composto un ciclo di temi partendo dalla lettura dei romanzi di Haruki Murakami. E a dispetto di un'apparente tranquillità, trasparenza e docilità dell'insieme, non sono mancati i momenti sorprendenti e graffianti, dovuti alla batteria di
Gonçalo Ribeiro
drumsMiguel Meirinhos
pianoSu un altro versante, molti i concerti dedicati alla nuova elettronica, alla manipolazione sonora, all'ibrido stilistico.
Rafael Toral
electronicsImpressionante la figura dell'anglo-iraniana " data-original-title="" title="">Mariam Rezaei, che da due giradischi + elettronica domina un immane materiale sonoro, scolpito con un montaggio frenetico ma coerente, dapprima in solitudine, poi raggiunta dal rumorismo del chitarrista

Julien Desprez
guitar
Lukas König
drumsb.1988
Desprez e Konig sono tornati, con la vocalist
Audrey Chen
cello
Moor Mother
poet / spoken wordIl set, costruito sapientemente a partire da atmosfere misteriose ma lanciato verso un climax parossistico, gioca sulla dicotomia tra il virtuosismo astratto di Chen e la vocalità poetico-drammatica di Moor Mother, in forma smagliante. Konig garantisce un groove asfissiante, molto rock-oriented, che tiene insieme la babele di linguaggi che si incrociano e formano un patchwork di gran godimento, anche se gonfiato un po' troppo nella durata.
Il progetto X-Rai Hex Tet combina e mescola atmosfere assai diverse, facendo interagire un sistema elettroacustico di gran fascino. La scena è quella della sperimentazione britannica, con

Pat Thomas
pianob.1960
Seymour Wright
saxophone, altoPaul Abbott
drumsSostenuta da pulsazioni frammentate delle due batterie, la musica fluttua con un gioco delle parti raffinatissimo, che porta allo straniamento il racconto storico della voce di George, incentrato sulla colonizzazione britannica dell'inizio del Settecento e la conseguente schiavitu.'
Tra le righe, in questa musica orizzontale, tra silenzi ascetici e un pullulare di eventi puntillistici, fa sempre sensazione seguire i suoni parassitari del sax di Wright, tetragoni a anti narrativi, ma di affilata precisione.
Sul versante opposto, il math-rock di " data-original-title="" title="">Ahleuchatistas, trio che propone da molti anni un'ossessiva visione sonora, costruita sulla ripetizione di arpeggi e riff (la chitarra di
Shane Parish
guitar
King Crimson
band / ensemble / orchestrab.1969

John Zorn
saxophone, altob.1953

Trevor Dunn
bassShane Parish ha anche il giorno seguente offerto un set per sola chitarra al Grande Auditorium, ma questa volta lo strumento è acustico e il repertorio è di standards. Gran godimento.
Stessa sede per il duo

Elias Stemeseder
synthesizerb.1990

Christian Lillinger
drumsb.1984
La scena di Brooklyn era presente al festival con due punte di diamante come il trio

Thumbscrew
band / ensemble / orchestra
Patricia Brennan
vibraphoneThumbscrew ha ormai un affiatamento facile. Pur se trio paritario, è la personalità di

Michael Formanek
bass, acousticb.1958

Mary Halvorson
guitar
Tomas Fujiwara
drumsPatricia Brennan è la compositrice del momento nella scena avant-jazz, dopo i riconoscimenti unanimi ricevuti da Breaking Stretch (Pyroclastic Records), proposto per intero nel concerto finale del festival. Ed in effetti Patricia è musicista meravigliosa, inventiva al vibrafono ma qui soprattutto brillante autrice di un repertorio intenso e coinvolgente, da non intendere superficialmente come una versione postmoderna della tradizione afrolatina. ? musica essenzialmente ritmica, è vero,anzi poliritmicama contiene tutta una varietà di sottotesti che emergono in ogni sequenza, trascinati da un gruppo da favola, perfetto sia nella dimensione "danzante" che nelle sfumature di un camerismo vibrante, mai di maniera. Eccellenti tutti, da citare uno per uno: oltre a Patricia Brennan,

Adam O’Farrill
trumpet
Jon Irabagon
saxophone, tenor
Mark Shim
saxophone, tenorb.1973

Kim Cass
bass, acoustic
Dan Weiss
drumsKeisel Jimenez
congasJazz Em Agosto si è concluso così, con un ennesimo sold out, un'organizzazione impeccabile, una riuscita artistica in crescendo.
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