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Lana Meets Jazz – Ottava Edizione

Lana Meetz Jazz
Lana (BZ), 30.04.201905.05.2019
Dal dixie al jazz scandinavo con divagazioni elettroniche il passo è lungo, ma al Lana Meets Jazz tutto si tiene. Merito di una programmazione basata su criteri di selezione semplici, solidi e inoppugnabili:
-Musicisti di indiscusso valore, interpreti di rilievo all'interno del linguaggio jazzistico di riferimento
-Proposte di qualità ma mai respingenti, anzi tutte fruibili anche da un pubblico non particolarmente avvertito
-Una certa sintonia umana con gli organizzatori e con le specificità di questo festival che, come abbiamo imparato ad apprezzare nel corso degli anni, concede ampio spazio anche agli studenti delle scuole di musica locali
Il risultato di tutto ciò è un festival estremamente piacevole, che gode di un'affluenza di pubblico al di sopra di ogni più rosea aspettativa e che vede rappresentatasia tra il pubblico che tra i musicisti sul palco -ogni fascia di età.
Dopo un pre-opening avvenuto a metà aprile, con l'orchestra dei workshop di Lana e i

Helga Plankensteiner
saxophone, baritoneb.1968
Klaus Dickbauer
saxophone, alto
Massimiliano Milesi
saxophone, tenorGiorgio Beberi
saxophone, baritone
Mauro Beggio
drumsIn serata, la prima italiana di " data-original-title="" title="">Rymden, trio composto dal norvegese

Bugge Wesseltoft
pianob.1964

Dan Berglund
bassb.1963

Magnus Ostrom
drumsb.1965
La mattina del primo maggio è stata interamente dedicata alle chitarre. Quelle di Franz Zanardo e Lino Brotto, che con il violino di Mattia Martorano costituiscono l'Almamanouche Trio, ci hanno condotto con allegria e affetto sulle tracce di

Django Reinhardt
guitar1910 - 1953

Ulf Wakenius
guitarb.1958

Philip Catherine
guitarb.1942
In serata, le percussioni dell'ormai storico gruppo Odwalla hanno dato vita ad uno spettacolo che definire solamente concerto sarebbe riduttivo. L'ampia formazione, la ricca configurazione strumentale, le movenze delle danzatrici, la forza ancestrale delle poliritmie hanno immediatamente coinvolto il pubblico in uno spettacolo di grande fascinazione.
L'Hotel Schwarzschmied, punto di riferimento per tutti gli ospiti del festival, predilige da sempre proposte più leggere e di intrattenimento, basate su voci femminili. In questa edizione abbiamo avuto modo di ascoltare ben undici cantanti locali, che hanno coperto un ampio ventaglio di orizzonti musicali, dagli standard al soul.
? ormai consuetudine che nella serata di venerdì il festival si trasferisca a Bolzano, al Laurin Hotel, dove quest'anno abbiamo ascoltato i due ex

Vienna Art Orchestra
band / ensemble / orchestra
Matthieu Michel
flugelhornb.1963
La giornata di sabato 4 maggio è stata interamente dedicata al jazz delle origini. Quello degli anni '30 -'40 con i Saint Germain Swing Quartet, coinvolgente al punto tale che l'antistante via si è trasformata in una pista da ballo. E quello ancora precedente con " data-original-title="" title="">Vittorio Castelli e i Jambalaya Six, che hanno spaziato tra il 1905 e gli anni '40, tra New Orleans e Chicago, Kansas City e Harlem, con una predilezione particolare per quello che possiamo considerare come il papà di tutti noi jazzofili, ovvero

Louis Armstrong
trumpet and vocals1901 - 1971
Il Sax Ensemble della scuola di musica di Merano ha aperto la serata conclusiva del festival, che ha poi visto salire sul palco la Sweet Alps Orchestra (

Fulvio Sigurta
trumpet
Michele Polga
saxophone
Helga Plankensteiner
saxophone, baritoneb.1968

Vince Abbracciante
accordionMichael Losch
piano
Nelide Bandello
drumsFoto: Luca D'Agostino (Phocus Agency)
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Dan Berglund
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Franz Zanardo
Lino Brotto
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Django Reinhardt
Ulf Wakenius
Paulo Morello
Sven Faller
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Vienna Art Orchestra
Jean-Christophe Cholet
Matthieu Michel
Didier Ithursarry
Quentin Cholet
Saint Germain Swing Quartet
Vittorio Castelli
Jambalaya Six
Louis Armstrong
Sweet Alps Orchestra
Fulvio Sigurta
Michele Polga
Vince Abbracciante
Michael Losch
Stefano Colpi
Nelide Bandello
Enrico Merlin
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About Helga Plankensteiner
Instrument: Saxophone, baritone
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