Alternando—in maniera anche un po' meccanica, molto accademica e sostanzialmente asettica (almeno questa �� l'impressione che ci arriva)—pizzicato e archettato, il tutto avvolto da periodiche pennellate elettroniche, il sessantasettenne musicista milanese inanella le sue cinque ninne nanne alternate a otto storie (incisione fra marzo e giugno 2020) non destando particolari emozioni, anzi, pur nella totale correttezza (e assoluta legittimit��, ci mancherebbe) del tutto, generando un senso di prevedibilit�� alla lunga abbastanza debilitante, salvo gli episodi (e qui citeremmo la terza ninna nanna e la quarta, settima e ottava storia) che sanno per contro regalarci qualcosa che non ci saremmo attesi, in questo mare magnum di note concatenate fra loro in un discorso che appare fortemente solipsistico, con tutte le insidie che ci�� comporta.

La materia proposta, come dicevamo, ha una sua assoluta consequanzialit�� strutturale e anche narrativa, ma ci�� che sembra latitare �� appunto ci�� che la musica, a meno di non volersi rinchiudere nella pi�� classica—l'aggettivo non �� casuale—tour d'ivoire, dovrebbe sempre saper spargere attorno a s��: emozione, capacit�� di coinvolgimento, pathos. Tutto ci�� che in questo pur per pi�� versi ammirevole album di