" data-original-title="" title="">Stephan Crump sia da considerarsi figura di prima grandezza della scena improvvisativa statunitense, non solo come partner di lusso o co-leader, ma come autore di progetti a proprio nome che lasciano il segno. Come il disco in questione, quasi settanta minuti di magie sonore organizzati in forma di suite e interpretati da un formidabile sestetto con la significativa presenza di tre strumenti a corda (oltre al contrabbasso del leader, un violino e una viola).

Il rischio di una ingombrante impronta cameristica si presentava tutt'altro che trascurabile, ma �� stato brillantemente superato grazie alla capacit�� dei musicisti di innervare qualsiasi ambientazione sonora con invenzioni continue e con scelte fuori dall'ordinario. Se le composizioni pi�� strutturate e di maggior durata si sviluppano con un andamento placido e austero come un grande fiume (ben lontane comunque dall'ovvio e dal descrittivo) gli episodi brevi o di media durata arricchiscono il quadro con pennellate e colori di natura la pi�� varia.

Cos�� entrano in gioco i pizzicati degli strumenti ad arco che sollecitano le frasi melodiose del vibrafono, i glissandi del trombone che battagliano con gli echi spiritati della tromba, atmosfere misteriose, dissonanze e improvvisazioni che alterano il normale corso del fiume, immettendovi nuova linfa vitale. Registrato magnificamente presso Big Orange Sheep di New York, Slow Water �� un grande album di un musicista eclettico, non convenzionale e dalla mente aperta.