Home » Articoli » Live Review » Südtirol Jazzfestival Altoadige 2024
Südtirol Jazzfestival Altoadige 2024

Courtesy Günther Pichler
Varie sedi
Bolzano e provincia
28.6-7.7.2024
Sempre più il festival altoatesino si qualifica come una palestra di sperimentazione, tesa a favorire aggregazioni inedite fra improvvisatori prevalentemente giovani ed europei, ma non solo, proponendo alcuni dei musicisti in diversi contesti. Nei 54 concerti che si sono susseguiti in più parti della provincia (Merano, Bressanone, Brunico... ma anche nei rifugi d'alta quota, oltre che nel capoluogo) molti gruppi si sono esibiti in varie sedi. Si sono così alternate produzioni originali e formazioni già consolidate, presentando proposte musicali molto diversificate fra loro per impostazione e spessore artistico. Fra sperimentazione elettronica e attuali esperienze del free, fra improvvisazione e nuovi esercizi di scrittura, quello che a Bolzano e dintorni sembra non essere di casa è il mainstream più canonico. Ovviamente a fianco di performance di trascinante intensità estetica si sono avvicendate proposte più accademiche o ancora irrisolte, ma comunque sostenute da una grande motivazione giovanile. In particolare, quest'anno un aspetto non trascurabile è stata la prevalenza della presenza femminile su quella maschile, sottolineando un fenomeno ineludibile dell'attuale scena jazzistica internazionale. Ancora una volta si è avuta l'occasione di partecipare a un festival vivace e propositivo, la cui direzione artistica, della triade Stefan Festini Cucco, Max von Pretz e Roberto Tubaro, ha permesso di ascoltare progetti e formazioni che non è facile ascoltare altrove in Italia.
Il mio soggettivo resoconto del festival ha inizio, non a caso, dal primo concerto a cui ho assistito, vale a dire dalla solo performance del percussionista berlinese

Tilo Weber
drums
Paul Motian
drums1931 - 2011
Quest'anno Tilo Weber è stato uno degli artisti residenti del festival e lo si è potuto apprezzare anche in altri concerti con diverse formazioni, fra cui va segnalata la prima assoluta del duo con

Théo Ceccaldi
violinb.1986
Purtroppo non ho potuto ascoltare un altro gruppo costituito per l'occasione che accostava Weber alla sassofonista estone

Maria Faust
saxophoneb.1979
Matteo Paggi
tromboneCome già nel 2023 un appuntamento mattutino è stato ospitato nel Bunker H, contorto e gelido labirinto scavato sotto il monte Guncina, residuo delle Seconda Guerra Mondiale che da undici anni è stato recuperato alle visite pubbliche e ad eventi culturali. Quest'anno è toccato al collaudato duo

Sofia Jernberg
vocals
Mette Rasmussen
saxophone, altoDel tutto diversi, anzi opposti, i propositi e l'impostazione del giovane trio tedesco del contrabbassista
Nils Kugelmann
bass, acousticDopo due anni è stato riproposto il progetto Skilla della bassista e vocalist italo-ucraina

Ruth Goller
bass
Lauren Kinsella
vocalsPer terminare questa prima parte dedicata ai concerti svoltisi a Bolzano e dintorni in location singolari, suggestive anche se a volte poco capienti, ricordo un appuntamento del tutto particolare svoltosi al Filmclub. La proiezione del film muto "Mr. Radio," girato in Germania nel 1924 dal regista italiano Nunzio Malasomma, ha visto il commento sonoro del tutto improvvisato dell'inedito trio composto dal sassofonista tedesco

Daniel Erdmann
saxophoneOlga Reznichenko
piano
Francesca Remigi
drumsCome nelle passate edizioni, molti dei concerti più importanti si sono svolti al Parco dei Cappuccini, trasformato in un Base Camp, luogo di incontro in cui, oltre ai concerti sotto il capiente tendone, si concentravano ristorazione e punto informazioni. Il quartetto ?kse, produzione realizzata nel 2022 dal Saalfelden Jazz Festival, ha rappresentato uno degli apici della manifestazione altoatesina. Difficile individuare un centro di questa musica collettiva alla quale ognuno dei quattro componenti porta il preciso peso specifico della propria personalità. La statunitense

Val Jeanty
electronicsSavannah Harris
drums
Petter Eldh
bassb.1983
Il quartetto cosmopolita Bonbon Flamme ha esordito con un incipit rumoristico, reticente e informale, che ha presto lasciato il posto a una sorta di melopea "indiana," cantata e suonata all'unisono dal collettivo su una base ritmica greve, costante e ripetitiva, raggiungendo un crescendo parossistico. Su questo tenore è proseguita l'esibizione: a momenti di riduzione dell'aggressività e del volume si sono alternati temi espliciti, spesso d'impronta rock, declamati in modo stentoreo, ma anche episodi di raccordo, ora di un rumorismo squassante ora più astratti. A questo progetto musicale esagitato, invadente e imprevedibile, diretto da un paio di anni dal violoncellista francese " data-original-title="" title="">Valentin Ceccaldi, hanno dato il loro contributo motivato e concreto il tastierista belga

Fulco Ottervanger
pianob.1984

Luís Lopes
guitarPer certi aspetti, non molto dissimile è risultata la proposta di Jet Whistle, un quintetto tutto francese e giovane, pilotato dalla flautista Fanny Martin. In questo caso il riferimento al fischio emesso dai jet, che già aveva ispirato Heitor Villa-Lobos, non è che un pretesto per esplorare sonorità, tessiture compositive e sortite solistiche anomale. Rispetto alla musica del gruppo Bonbon Flamme, l'impianto generale si è rivelato più accademico e di minor impatto l'interpretazione del canovaccio compositivo; il che è da attribuire anche al minor spessore strumentale dei singoli, se si escludono la leader e il trombonista Jules Regard. In ogni caso, oltre all'originalità della concezione progettuale, va apprezzato il palpabile entusiasmo giovanile che anima questa formazione, che nel finale del concerto ha dato il meglio di sé.
Ben più elettrizzante è stato il set dell'altrettanto giovane settetto Day by Day, che vede il ventinovenne contraltista tedesco

Fabian Dudek
saxophoneDel tutto intenzionale e premeditata è risultata l'esperienza di Velvet Revolution, avviata da molti anni dal tedesco Daniel Erdmann e realizzata da formazioni sempre diverse; ai Cappuccini il trio era completato dal violinista Theo Ceccaldi e dal vibrafonista ucraino Jim Hart. Riff incalzanti, controcanti e fughe, frasi veloci che terminano in stop improvvisi, accelerazioni e rallentamenti, distese linee melodiche, una paritaria alternanza nel far emergere gli spazi solistici ed altro ancora hanno caratterizzato la musica elegante e aulica di questo trio su brani scritti da ognuno dei tre componenti. Come prevedibile, le sortite del violinista francese si sono impennate più irruente rispetto al compassato eloquio del tenore del leader e alle linee limpide del vibrafonista. A parte qualche brano in cui l'improvvisazione si è mossa più accesa e audace, la proposta non ha nascosto negli intenti e negli esiti una retorica un po' artificiosa e sofisticata.
Frutto di pochi giorni di confronto e ideazione, il trio formato dal già rodato duo

Simone Graziano
piano
Camilla Battaglia
vocals
Julian Sartorius
drumsPer concludere questo resoconto, per forza di cose selettivo e parziale considerato il numero abnorme e multiforme delle proposte offerte dal festival altoatesino, riferisco di un paio di concerti notturni fra i tanti programmati al jazz club Sudwerk Ca' de Bezzi. Ineludibile è la replica di Kabarila, performance multimediale che per il quinto anno consecutivo ha celebrato una sorta di "rito wagneriano," dipanatosi per cinque ore, dalle 21 alle 2 di notte. Per quanto mi riguarda, mi sono limitato a seguire una porzione centrale di quasi due ore, che mi ha dato comunque la possibilità di comprendere le dinamiche che guidavano l'improvvisazione dei quattro strumentisti, affiancati fra fumi e luci colorate da un trio di danzatori. Uno degli obiettivi è stato il raggiungimento di un'ipnosi collettiva ubriacante, ottenuta dalle costanti e ossessive metriche ritmiche, in lentissima evoluzione, tracciate da basso e batteria, rispettivamente l'austriaco

Johannes Schleiermacher
saxophoneInaspettatamente, in questo greve ordito sonoro senza interruzioni, a un certo punto si è stagliato un lungo intermezzo del tutto acustico, aperto dalla Joussain, che ha vagato solitaria nello spazio precedentemente occupato dai danzatori, emettendo brevi frasi drammatiche, isolate da silenzi. Ha fatto seguito un assolo di Kranzelbinder al contrabbasso, corposo e organico, d'impianto decisamente jazzistico, che ha introdotto il lento rientro in scena del batterista e del tenorista. La ripresa di atmosfere elettroniche, più aggressive e concitate, non ha escluso di ritagliare episodi mirati, come un consistente duo fa il drumming di Sartorius e il flauto di Schleiermacher.
L'elettronica l'ha fatta da padrona anche nell'improvvisazione del duo formato dall'anomalo chitarrista statunitense

Killick Hinds
guitarb.1972
Tags
Live Review
Mette Rasmussen
Libero Farnè
Italy
Bolzano
Tilo Weber
Paul Motian
Théo Ceccaldi
Maria Faust
Matteo Paggi
Sofia Jernberg
Nils Kugelmann
Ruth Goller
lauren kinsella
Daniel Erdmann
Olga Reznichenko
Francesca Remigi
Val Jeanty
Savannah Harris
Petter Eldh
Valentin Ceccaldi
Fulco Ottervanger
Luis Lopes
?tienne Ziemniak
Fanny Martin
Fabian Dudek
Simone Graziano
Camilla Battaglia
Julian Sartorius
Lukas Kranzelbinder
Delphine Joussain
Johannes Schleiermacher
Killick Hinds
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz

Go Ad Free!
To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.
Bolzano
Concert Guide | Venue Guide | Local Businesses
| More...
Bolzano Concerts
Sep
12
Fri
VOCES8
Tyrol Castle
Tirolo, Italy
Bolzano
Concert Guide | Venue Guide | Local Businesses | More...
Sep
12
Fri
VOCES8
Tyrol CastleTirolo, Italy