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Tommaso Cappellato: Spiritual Jazz, Club Culture, Harry Whitaker e molte cose ancora

Tommaso Cappellato
drumsb.1976

Gilles Peterson
electronicsFormatosi a New York a contatto con figure leggendarie come
Harry Whitaker
piano
Michael Carvin
percussionb.1944
All About Jazz Italia: Da qualche anno è attivo a Londra un movimento musicale che fonde jazz, soul music, hip-hop, house e vari generi della Club Culture. Un movimento che ha tra i suoi massimi esponenti

Shabaka Hutchings
woodwinds
Nubya Garcia
saxophone
Moses Boyd
drums
Cassie Kinoshi
saxophoneb.1993

Ezra Collective
band / ensemble / orchestraTommaso Cappellato: Negli anni in cui abitavo a New York ho avuto la fortuna di frequentare assiduamente
Harry Whitaker
piano
Roy Ayers
vibraphone1940 - 2025
Appena tornato in Italia ho avuto un incontro per me fondamentale con " data-original-title="" title="">Rabih Beaini, un DJ e producer libanese che allora faceva techno sperimentale con la sua Upperground Orchestra e con cui ho iniziato a collaborare. Per lui è stata una sorpresa sapere della mia amicizia con Harry ed io sono stato sorpreso che lui conoscesse il suo nome. Presto ho capito che in Europa c'era un filone di DJ e produttori che erano ben al corrente di quanto era successo a New York negli anni settanta nell'ambito del cosiddetto Spiritual Jazz. Si era aperto un vaso di pandora e attraverso Rabih sono entrato in contatto con quell'ambiente, principalmente DJ e produttori.
Nei mesi seguenti avvenne una cosa per me significativa. Rabih prese un brano tratto da un live col mio quartetto con

Michael Blake
saxophone, tenorb.1964

Giovanni Guidi
pianoJoe Rehmer
bass, acousticAAJ: Nei tuoi anni a New York, oltre a Whitaker, quali altri musicisti sono stati importanti per te?
TC: Nei mie nove anni passati a New York, dal 1996 al 2005, ho studiato con

Joe Chambers
drumsb.1942

Jimmy Cobb
drums1929 - 2020

Billy Hart
drumsb.1940

Victor Lewis
drumsb.1950

Michael Carvin
percussionb.1944

Jackie McLean
saxophone, alto1932 - 2006

Lonnie Liston Smith
keyboardsb.1940

Pharoah Sanders
saxophone, tenor1940 - 2022
Nel 2012, tre anni dopo l'uscita di Open e la pubblicazione di altri lavori, capitò un'occasione. A Verona operava Enrico Crivellaro, in arte Volkov, un DJ che aveva vissuto per un decennio a Londra, entrando in contatto coi massimi esponenti della scena broken beat, drum'n'bass e soulful house. Attorno a lui s'era costituita una piccola aggregazione di altri DJ, che nelle loro scelte includevano anche lo Spiritual Jazz. Uno di loro, Patrick GibinDJ, produttore e attuale titolare della stamperia di vinili e record label Mother Tonguemi chiamò, proponendomi di dare un concerto in apertura del gruppo 2000Black. Il contesto era quello giusto e nel giro di qualche settimana misi su il progetto Astral Travel con la cantante Alessia Obino, Anna Maria Dalla Valle al flauto, Paolo Corsini al pianoforte e synth e Marco Privato al contrabbasso. La nostra performance fu messa in rete su SoundCloud, piacque moltissimo a tutti, compreso il gruppo londinese. Piacque anche al mio amico

Mark de Clive-Lowe
keyboardsb.1974

Gilles Peterson
electronics
Horace Tapscott
piano1934 - 1999
Quel disco ha avuto un successo e una visibilità molto superiore alle aspettative ma, decentrati quali eravamo e privi di supporti organizzativi, non potevamo ottenere di più. Ho quindi pensato di direzionare la mia carriera verso una scena alternativa rispetto a quella in cui mi ero posto fino allora.
AAJ: Intendi la tua attività di produttore?
TC: Si. Con la band non si poteva ottenere di più in quel momento. Ho avuto così l'intuizione di fare un disco da producer incrementando un'attività che avevo già iniziato alla fine degli anni novanta. Questo mi aveva consentito di uscire dal ruolo limitato di strumentista, facendomi vedere la musica da una prospettiva più ampia. ? nato così Aforemention, realizzato tra l'estate e l'autunno del 2014. Il disco ha avuto un'accoglienza ancor più positiva rispetto ad Astral Travel.
AAJ: Focalizziamoci per un po' sul presente. So che è in uscita il tuo progetto col nuovo organico di Astral Travel ispirato alle poesie di

Sun Ra
piano1914 - 1993
TC: Tutto nasce dalla rifondazione del gruppo Astral Travel, includendo musicisti con cui avevo più spesso collaborato e dalla forte matrice improvvisativa. Ho pensato quindi di coinvolgere

Piero Bittolo Bon
saxophone, alto
Fabrizio Puglisi
piano
Camilla Battaglia
vocalsEntrando nello specifico del nuovo progetto tutto è partito dalla scoperta, in una libreria degli Stati Uniti, di un libretto che raccoglieva alcune poesie di Sun Ra e che non conoscevo. Già da tempo avevo notato che i tributi a Sun Ra privilegiavano i contenuti musicali e soprattutto visuali, lasciando in ombra la sua filosofia, il suo pensiero visionario. Mi è parso il progetto ideale per il nuovo gruppo. Mi serviva però una figura autorevole che potesse declamare con veemenza i suoi testi e l'ho trovata in

Dwight Trible
vocalsAAJ: Un ruolo importante nella tua ricerca musicale l'ha avuto Mark de Clive-Lowe. Ce ne vuoi parlare?
TC: Si, assieme a Rabih Beaini, Mark è una figura chiave nella mia carriera degli ultimi dieci anni. In questo c'è un collegamento perché ho conosciuto Mark grazie a Rabih, che lo aveva invitato per un concerto nel suo locale Elefante Rosso di Mestre. Mark non aveva un batterista e fui chiamato a ricoprire il ruolo. Da quel momento abbiamo collaborato di continuo in concerti e produzioni. Da qualche settimana abbiamo anche registrato il nostro primo disco ufficiale in trio con Andrea Lombardini e sarà prodotto a livello creativo da me e Andrea.
Mark è un pianista neozelandese di madre giapponese. Negli anni novanta, dopo un semestre negli Stati Uniti alla Berklee s'è trasferito a Londra restandovi per un decennio. Mark ha avuto un ruolo importante entro la scena house e broken-beat mescolata al jazz sulla cui base si è sviluppato tutto il movimento musicale londinese di questi anni. La scena acid jazz degli anni novanta, che è stata promossa a livello commerciale da Gilles Peterson, s'è espansa in mille diramazioni diverse entro la Club Culture e i ragazzi che sono esplosi adesso, come Moses Boyd, Nubya Garcia e Shabaka Hutchings, hanno fruito e si sono alimentati di tutto quello che c'era a Londra prima di loro.
Una sera di due anni fa suonavo con Mark all'?berjazz Festival ad Amburgo ed era presente anche Henry Wu, il tastierista di Yussef Kamaal. Appena Henry ha visto Mark, è corso immediatamente a chiedergli un autografo e a farsi fotografare assieme. Ora questi giovani star quali Henri Wu, sono sulla bocca di tutti ma chi ha steso le basi è stata la generazione appena precedente.
AAJ: In Italia tu sei uno dei pochi collegato con la scena musicale a cavallo tra jazz e Club Culture. Lo stesso

Nicola Conte
multi-instrumentalistTC: La mia audience si è ampliata tantissimo. Chi viene oggi ai miei concerti sono musicisti e appassionati di jazz ma anche DJ, producers e fruitori di musiche che vanno dall'elettronica ad altri paradigmi. Una cosa per me gratificante.
AAJ: Con Nicola Conte e

Gianluca Petrella
tromboneb.1975
TC: Si, in tempi recenti ho registrato delle tracce per un prossimo disco che stanno realizzando Nicola e Gianluca, in continuità con la loro collaborazione. Da un anno a questa parte sto suonando molto con Nicola e il suo gruppo Spiritual Galaxy e sono presente su varie sue registrazioni. Nicola è unico. Ha la grande capacità di prendere vari stili e di rielaborarli in modo intelligente e accattivante, con un suono molto cristallino e soprattutto suonabile in un contesto DJ set.
AAJ: Come hai conosciuto Harry Whitaker? So che siete diventati amici....
TC: Ho conosciuto Harry agli inizi degli anni duemila a New York. Per due anni suonavo abitualmente in un locale di alta società in trio col bassista

Joseph Lepore
bass, acoustic
Ehud Asherie
pianob.1979
AAJ: Dopo Black Renaissance e prima di privilegiare l'attività di pianista allo Smalls, diresse altre formazioni?
TC: C'è un disco pubblicato dalla Smalls Records nel 2008 che si chiama One Who Sees All Things con incisioni del 1981/82. Lo vede a capo di vari gruppi, comprendenti i sassofonisti

Gary Bartz
saxophone, altob.1940

Steve Grossman
saxophone1951 - 2020

Terumasa Hino
trumpetb.1942

Billy Hart
drumsb.1940
AAJ: Come ti spieghi il fatto che sia rimasto in ombra per così tanto tempo? Molti che seguono il jazz non sanno proprio chi sia.
TC: Harry ebbe un'esperienza negativa dopo aver registrato a 34 anni il suo primo disco da leader, Black Renaissance-Body Mind and Spirit. Aveva preso contatti con un'etichetta giapponese e gli inviò il demo. Ovviamente era acusticamente imperfetto ma l'etichetta lo pubblicò lo stesso senza avvisarlo e senza dargli in centesimo. Dopo quell'esperienza fu sempre diffidente con le case discografiche.
AAJ: ? in uscita un tuo disco dell'Upperground Orchestra con Rabih Beaini,

Piero Bittolo Bon
saxophone, altoTC: Il titolo è Euganea ed esce per l'etichetta di Rabih, la Morphine Records. La modalità di fare musica con l'Upperground Orchestra è quella sperimentale: andiamo sul palco e improvvisiamo liberamente. Rabih usa molta elettronica variando la strumentazione ad ogni concerto, da synth modulari a strumenti a corda di vario genere. Piero è ai fiati e all'elettronica e Alvise suona il basso elettrico, il violoncello e l'oud. Il disco documenta una residenza artistica di tre giorni a Villa dei Vescovi, appena fuori Padova, patrocinata dal Fondo Ambiente Italiano. Il concerto ci ha soddisfatto ed è stato registrato in modo professionale quindi Rabih ha lavorato in post-produzione mixando parte del materiale fino a farne un album.
AAJ: Hai appena concluso un tour negli Stati Uniti, con una decina di date da New York a Los Angeles. Com'è andata?
? stata un'esperienza meravigliosa, mi sono sentito capito e ben accolto. A parte in un paio di occasioni in cui ho suonato in trio con diversi musicisti, ho portato in giro il mio solo con batteria, synth, sensori ed elettronica. Ho notato un particolare entusiasmo e ricezione e parecchie porte si sono aperte. Il programma infatti è quello di trasferirmi a Los Angeles all'inizio del 2020.
Foto: Vanni Cremasco.
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Nubya Garcia
Moses Boyd
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Roy Ayers
Rabih Beaini
Michael Blake
Giovanni Guidi
Joe Rehmer
Joe Chambers
Jimmy Cobb
Billy Hart
Victor Lewis
Michael Carvin
Jackie McLean
Lonnie Liston Smith
Pharoah Sanders
Mark de Clive-Lowe
Adam Moses
Horace Tapscott
Sun Ra
Piero Bittolo Bon
Fabrizio Puglisi
Camilla Battaglia
Marco Privato
Dwight Trible
Henry Wu
Nicola Conte
Gianluca Petrella
Joseph Lepore
Ehud Asherie
Roberta Flack
Gary Bartz
Steve Grossman
Terumasa Hino
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