Home » Articoli » Book Review » Universal Tonality - The Life and Music of William Parker
Universal Tonality - The Life and Music of William Parker

Courtesy Luciano Rossetti (Phocus Agency)

Cisco Bradley
408 pagine
Duke University Press
2021
Ricordiamo bene l'esibizione della Little Huey Creative Music Orchestra, il 31 maggio 1998, al Teatro Nuovo di Verona, menzionata nelle prime righe dell'introduzione di Universal TonalityThe Life and Music of William Parker, la monumentale biografia che Cisco Bradley dedica al musicista, che sta per essere pubblicata da Duke University Press in contemporanea con l'uscita del cofanetto di dieci CD Migration of Silence into and out of the Tone World. Due lavori fondamentali per comprendere il mondo dell'artista newyorchese.
L'orchestra di sedici elementi si esibiva per la prima volta fuori dal contesto di New York City, con il contributo di quattro danzatrici tra cui l'autrice della coreografie


William Parker
bassb.1952
Parker, riferendosi a "Hallelujah," la seconda parte della suite presentata a Verona, aggiunge sul proprio diario: "Hallelujah persegue lo spostamento del sound, ognuno soffia nel proprio strumento. Cooper-Moore sale man mano che il percorso è tracciato, noi cerchiamo di accompagnare i balzi sul palco, ma dove siamo? Ora siamo rapiti, ci stiamo dilatando e abbiamo incluso una grossa fetta di storia della musica in un solo passaggio." Sono le parole incantate di un musicista e operatore culturale che ha perseguito con caparbia coerenza la propria arte, incontrando difficoltà, ma non cedendo mai, come ricorda la biografia con precisione e dovizia di particolari. Ed è significativo che il lavoro di Bradley parta proprio da quell'esperienza, da un festival come quello di Verona, che in quegli anni ebbe il merito non comune di tracciare una propria visione, quella del direttore artistico Nicola Tessitore, sul jazz del momento, scavando connessioni tra il presente di allora e il passato prossimo proteso nel futuro, ponendo nella programmazione di quel 1998 ben tre grosse formazioni, come la Living Time Orchestra di

George Russell
composer / conductor1923 - 2009

David Murray
saxophone, tenorb.1955

Lawrence "Butch" Morris
cornet1947 - 2013
Come sottolinea Bradley, "La performance di Parker a Verona lo catapultò sulla scena mondiale come uno dei principali contrabbassisti, compositori e bandleader della propria generazione. Nei vent'anni successivi, si è esibito con frequenza in Europa, ha suonato in Africa, Sud America, Medio ed Estremo Oriente. ? apparso in più di centocinquanta dischi, ha vinto premi prestigiosi. Oggi è ampiamente ritenuto uno degli artisti più influenti della scena jazz."
Uno dei nodi fondamentali che emergono da questa corposa, densa, completa biografia è proprio l'importanza, in quel periodo, del contributo europeo nella valorizzazione di musicisti statunitensi non certo considerati a dovere in patria. A questo proposito, vogliamo focalizzare subito proprio su quel punto cruciale per la storia del jazz contemporaneo, che la biografia di Bradley fa risaltare con efficacia. Si tratta del momento in cui, nel corso degli anni Ottanta, si andò creando una fitta rete di interessi e di combinazioni tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti, nel campo del jazz e della musica improvvisata. Negli ultimi due capitoli della seconda sezione, Early Works, ci sono paragrafi che descrivono in modo significativo e ricco di particolari tale condizione, in cui si misero in gioco linee di tensione altamente creative, di natura differente ma proprio per questo prolifiche e condivise tra i musicisti dei due mondi.
Nel capitolo quinto, intitolato "Music That Will Give People Hope: Centering Dance Music with Patricia Nicholson" si sottolinea come negli anni Ottanta i musicisti statunitensi dovettero lottare e soffrire in patria contro un contesto che li ignorava. Il paragrafo Sound Unity Festival, 1984 ricorda la realizzazione di quell'evento in un ginnasio di New York, grazie al contributo finanziario significativo della Germania Ovest di allora, dove erano coinvolti centodiciannove artisti, tra cui Parker, Nicholson, i tedeschi

Peter Kowald
bass, acoustic1944 - 2002

Peter Brötzmann
woodwinds1941 - 2023
Rudiger Carl
multi-instrumentalistb.1944

Irene Schweizer
pianob.1941

Billy Bang
violin1947 - 2011

Charles Tyler
saxophone, baritone1941 - 1992

Jemeel Moondoc
saxophone, altob.1951

Don Cherry
trumpet1936 - 1995
Erano anni in cui, come lo stesso Bradley puntualizza attraverso le parole di Parker, la maggior parte di opportunità si presentava in Europa, sia per i concerti che per le registrazioni. Proprio nel capitolo successivo, "Music Is Supposed to Change People": Working with Cecil Taylor, dove si narra con meticolosa precisione la fondamentale vicenda di Parker accanto al grande istrione della musica contemporanea, è ribadito il ruolo fondamentale del vecchio continente.

Cecil Taylor
piano1929 - 2018

Steve Swell
tromboneb.1954
Come Bradley mette bene in risalto, l'esperienza di Parker con la scena europea è stata scandita in gran parte dalle stesse collaborazioni con Taylor, che attraverso realizzazioni come l'Orchestra of Two Continents del 1984, la partecipazione al Werkstatt Berlin del 1988, la CT European Orchestra, diede vita a un intenso dialogo tra la scena europea e statunitense, con modalità che in precedenza non erano state mai completamente sviluppate. In quegli stessi anni, nel 1985 e 1986, Parker partecipò per la prima volta, come membro dei gruppi di

Peter Brötzmann
woodwinds1941 - 2023
Abbiamo voluto concentrare la nostra prima attenzione sull'importanza del rapporto con l'Europa, ma il testo di Bradley naturalmente prende in esame la vicenda di Parker a tutto campo, attraverso un approfondito studio storico che sfiora la bella mole di quattrocento pagine, partendo dalla ricerca delle radici dei suoi antenati, prima nell'Africa Occidentale (Benin, Togo, Ghana, Costa d'Avorio), poi nella Carolina del Nord e del Sud, successivamente a Harlem. L'autore, oltre ad essere un attento cronista e musicologo, è uno storico, professore al Pratt Institute di Manhattan, e tutta la biografia si avvale di questa sua precisa e rigorosa metodologia.
Delinea con ampia documentazione la ricchezza degli interessi di Parker, che non si limitano alla musica, ma spaziano in tutte le forme dell'arte, con particolare attitudine per la parola poetica, la danza, le arti visive, il teatro, il cinema. Mantenendo sempre uno stretto rapporto tra estetica ed etica, tra attività artistica e attenzione agli aspetti sociali, politici e spirituali del proprio operato. Nel secondo capitolo, Bradley focalizza la formazione e la crescita di Parker in una situazione di notevole povertà nel South Bronx degli anni Sessanta, con l'esperienza giovanile nel clima della Harlem Renaissance, quando "la sua casa era piena della musica di Ellington e di altre leggende del jazz, e il sogno di suo padre era di vederlo suonare nell'orchestra del Duca."
Il terzo capitolo è dedicato alla presa di coscienza artistica e politica del giovane uomo, al contatto con le idee di emancipazione, con le teorie di arte rivoluzionaria proclamate da Amiri Baraka, con i movimenti per i diritti civili di Black Power e Black Arts. Si ricorda un programma televisivo importante per la formazione di Parker (e dei giovani della sua generazione) come Soul!, curato dal produttore teatrale Ellis Haizlip, che dava ampio spazio ai talenti artistici della Comunità Nera, dove lui conobbe il lavoro di Baraka, che incoraggiava l'emancipazione economica, fisica e psicologica, dove vide all'opera tra l'altro Roland Kirk e

Curtis Mayfield
guitar and vocals1942 - 1999

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015
Tali esperienze confluirono in modo profondo e indelebile nel lavoro artistico di Parker e trovarono la prima applicazione nell'attività sulla scena newyorchese dei Loft, preceduta dalle lezioni al Jazzmobile con

Richard Davis
bass, acoustic1930 - 2023

Juma Sultan
percussion
Noah Howard
saxophone, alto1943 - 2010

Archie Shepp
saxophone, tenorb.1937

Dave Burrell
pianob.1940

Karl Berger
vibraphone1935 - 2023

Wilbur Ware
bass, acoustic1923 - 1979

Bill Dixon
trumpet1925 - 2010

Billy Bang
violin1947 - 2011

Hamid Drake
drumsb.1955
E qui siamo già dentro i cinque capitoli che occupano le centocinquanta pagine successive del testo, riuniti nella terza sezione dal titolo Toward the Universal, dove si parla delle formazioni create e guidate da Parker, tra cui il già ricordato quartetto In Order to Survive, nato nel 1996 ed esibitosi in quell'anno alla prima edizione del Vision Festival, celebre manifestazione fondata dalla moglie Patricia Nicholson, che rappresenterà fino a oggi un punto di riferimento imprescindibile per le arti sperimentali a tutto campo. E poi la Little Huey Orchestra, il William Parker Quartet, il sestetto Raining on the Moon. E tanti altri gruppi, spesso germogliati da quegli stessi organici, come ramificazioni di un'attività in continua gemmazione creativa. Ricordiamo ancora, tra l'altro, il trio Farmers by Nature, organico collettivo formato con

Gerald Cleaver
drumsb.1963

Craig Taborn
pianob.1970
Di grande interesse è la parte dedicata al rapporto tra musica e scrittura poetica, che ha sempre interessato e impegnato Parker in modo completo e complesso. I testi del musicista, spalmati in molti suoi lavori, sono citati e analizzati opportunamente in tutta questa parte del lavoro di Bradley e di conseguenza sono analizzate le sue collaborazioni con le vocalist, da
Ellen Christi
vocals
Lisa Sokolov
vocalsb.1954

Leena Conquest
vocalsIl lavoro di Bradley, attualmente solo in inglese, merita davvero di essere tradotto in più lingue. Scritto in una prosa scorrevole e precisa, è degno della massima attenzione anche da parte di chi non fosse direttamente interessato a Parker, ma volesse approfondire le connessioni storiche, sociali, politiche, artistiche in momenti cruciali per la comunità nera degli Stati Uniti. La discografia completa e la ricca bibliografia rappresentano un ulteriore scrigno di tesori che si aggiunge alla quantità rilevante di documentazione dentro il testo. D'altra parte, l'analisi dell'operato di un artista di tale spessore meritava una siffatta mole di lavoro. Come dice il violinista

Jason Kao Hwang
composer / conductorb.1957
Vorremmo ricordare in questa occasione tre pubblicazioni degne di essere riprese in mano, che bene si accompagnano al pur esaustivo lavoro di Bradley: l'opuscolo incluso nel cofanetto Centering, Unreleased Early Recordings 1976-1987, pubblicato nel 2012 da NoBusiness Records, con testi e interviste di Ed Hazell; il volume William Parker, Conversazioni sul Jazz di Marcello Lorrai, pubblicato da Auditorium nel 2010; il volume Who Owns Music?, dello stesso Parker, pubblicato dall'editore Buddy's Knife nel 2007.
Tags
Book Review
Giuseppe Segala
Italy
Bolzano
Duke University Press
Patricia Nicholson
William Parker
George Russell
David Murray
Butch Morris
Peter Kowald
Peter Brotzmann
Rudiger Carl
Irene Schweizer
Billy Bang
Charles Tyler
Jemeel Moondoc
Don Cherry
Cecil Taylor
Steve Swell
Roland Kirk
Curtis Mayfield
Charles Mingus
Ornette Coleman
Richard Davis
Juma Sultan
Noah Howard
archie shepp
dave burrell
Karl Berger
WIlbur Ware
Bill Dixon
Hamid Drake
Gerald Cleaver
Craig Taborn
Ellen Christi
Lisa Sokolov
Leena Conquest
Jason Kao Hwang
Comments
PREVIOUS / NEXT
William Parker Concerts
Oct
18
Sat
Vilnius Jazz 2025: William Parker Heart Trio (USA)
Vilnius Old TheatreVilnius, Lithuania
Support All About Jazz
