Home » Articoli » Live Review » Ai Confini tra Sardegna e Jazz - XXXIII Edizione
Ai Confini tra Sardegna e Jazz - XXXIII Edizione

Mettendo insieme una buona dose di ironia e di amara verità, il direttore artistico del festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz, Basilio Sulis, ama definire Sant'Anna Arresi come Periferia dell'Impero. Da trentatré anni, tuttavia, nella prima settimana di settembre questo lembo di Sardegna diventa un punto di riferimento imprescindibile per ogni appassionato del jazz di avanguardia e di ricerca. Un piccolo grande miracolo, da preservare con cura.
Filo conduttore dell'edizione 2018 erano le integrazioni. Tema molto caro al festival e più in generale al mondo del jazz, musica meticcia per definizione, che qui si è manifestato attraverso la coesistenza di generi musicali differenti che riescono a trovare un elemento comune, un punto di incontro, nel linguaggio dell'improvvisazione.
Il programma di quest'anno, come sempre molto ricco, è stato colpito da una serie di cancellazioni dell'ultimo minuto (braccio fratturato per

Orrin Evans
pianob.1975

Tyshawn Sorey
drumsb.1980
Molto nutrita la presenza di sassofonisti. C'era

David Murray
saxophone, tenorb.1955

Lawrence "Butch" Morris
cornet1947 - 2013

James Brandon Lewis
saxophone, tenorb.1983
Due concerti anche per

Joe McPhee
woodwindsb.1939

Talibam
band / ensemble / orchestrab.2003
Daunik Lazro
saxophone, tenor
Joshua Abrams
bass, acoustic
Chad Taylor
drumsb.1973
Tra i musicisti italiani, i Roots Magic ci hanno accompagnato in un viaggio lungo la storia del jazz, dagli anni '20 ai giorni nostri, tra scale blues, arabe, ed un affettuoso radicamento nella tradizione. Il duo A-Septic (Stefano Ferrian e
Simone Quatrana
piano
Antonello Salis
accordion
Paolo Damiani
celloBruce Ditmas
drumsb.1946
Tra i giovani,

Giuseppe Doronzo
saxophone, baritoneb.1987
Dato che il filo conduttore del festival erano le integrazioni, non potevano mancare gruppi di estrazione molto distante dal jazz. Come i Blacktones, band sarda che ci ha portato su atmosfere prettamente metallare (sic!), o gli austriaci Radian che grazie ad un fitto lavoro sull'elettronica hanno costruito, su strutture semplici e monolitiche, un percorso estetico rigoroso e coerente.
Decisamente più jazz il concerto della francese

Eve Risser
pianob.1982

Steve Coleman
saxophone, altob.1956
Decisamente meglio


Ingebrigt Håker Flaten
bassb.1971

Henry Threadgill
woodwindsb.1944

Rob Mazurek
trumpetb.1965

Gabriele Mitelli
trumpetb.1988
Altro beniamino del pubblico del festival è il pianista

Alexander Hawkins
pianob.1981

Glenn Gould
pianoFoto: Luciano Rossetti (Phocus Agency).
Tags
Live Reviews
Paolo Peviani
Italy
Orrin Evans
Tyshawn Sorey
Lonnie Smith
David Murray
Butch Morris
James Brandon Lewis
Joe McPhee
Talibam
Daunik Lazro
Joshua Abrams
Guillaume Séguron
Chad Taylor
Roots Magic
Stefano Ferrian
Simone Quatrana
Sandro Stata
Antonello Salis
Paolo Damiani
Bruce Ditmas
Carlo Mariani
Giuseppe Doronzo
Radian
Eve Risser
King Crimson
Steve Coleman
The Young Mothers
Ingebrigt Haker Flaten
Henry Threadgill
Rob Mazurek
Gabriele Mitelli
Alexander Hawkins
Glenn Gould
Comments
PREVIOUS / NEXT
Ingebrigt H?ker Flaten Concerts
Oct
19
Sun
Vilnius Jazz 2025: The Young Mothers (USA)
Vilnius Old TheatreVilnius, Lithuania
Support All About Jazz
