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Anxur in Jazz: take one

Terracina
Tempio di Giove Anxur
19-21.8.2021
Circa due anni fa ebbi la fortuna di intervistare (e conoscere) un astro assoluto del jazz internazionale come

Rosario Giuliani
saxophone, altoVenne fuori una chiacchierata lunga, piacevole e appassionata, in cui Rosario svelò i lati più reconditi del proprio stile e della propria storia: influenze, viaggi, aneddoti, concerti, nonché i mostri sacri incontrati in oltre tre decenni di musica, tra studi di registrazione e palchi disseminati in ogni angolo del mondo. E, soprattutto, alcune pertinenti considerazioni sullo stato del jazz al giorno d'oggi. Tra quelle righe si accarezzò l'idea di un festival di ampio respiro capace di elevare musicalmente Terracina, nostra comune città natale, al pari delle più grandi capitali del jazz europeo. Fantasie, minute scintille scoccate nell'arco di poche battute, che tuttavia hanno avuto un forte impatto sulla fervida passione di Rosario. Passione rivelatasi, poi, vivida e contagiosa.
Appena un anno dopo, in una calda sera dell'estate 2020, nel suggestivo scenario offerto dalla terrazza del Tempio di Giove Anxur, Giuliani fu protagonista, in duo con

Luciano Biondini
accordionb.1971

Ennio Morricone
composer / conductor1928 - 2020
Nell'arco di tre giornate (19-21 agosto 2021), sempre all'interno dell'incantevole cornice delineata dai resti del Tempio di Giove Anxur, con la direzione artistica di Rosario Giuliani e sotto la gestione organizzativa del Saint Louis Management si sono alternati alcuni tra i più alti e prestigiosi nomi del jazz nazionale e internazionale, le cui note hanno riecheggiato fra cielo, terra e mare, lungo il sottilissimo confine frapposto tra storia e mito. La vibrante attesa della prima serata si scioglie nel momento in cui Giuliani calca i primi passi sul palco della neonata kermesse pontina, al cospetto di un plaudente, nutrito pubblico accorso per l'occasione.
Giuliani, visibilmente emozionato, esprime ai presenti la più sincera gratitudine per la riuscita di un tale evento e senza indugi manifesta, appunto, l'alto e vivo desiderio di rendere Terracina un polo jazzistico di caratura internazionale, all'insegna di un festival i cui nastri di partenza lasciano presagire, alle menti e ai cuori di molti, un percorso sì complesso ma pregno dei migliori auspici. Per l'occasione Giuliani ha presentato il progetto "Connection" realizzato in duo con

Fabrizio Bosso
trumpetMarco Valeri
drumsAlberto Gurrisi
organ, Hammond B3A seguire, "Little Sunflower" di

Freddie Hubbard
trumpet1938 - 2008

John Coltrane
saxophone1926 - 1967

Wayne Shorter
saxophone1933 - 2023
Il terzo pezzo, "Fabrizio's Mood," chiaro prestito dall'omonimo "Parker's" di

Roy Hargrove
trumpet1969 - 2018

Larry Young
organ, Hammond B31940 - 1978

Elvin Jones
drums1927 - 2004
"A Winter Day," bellissima ballad di Giuliani, è accompagnata da una commossa dedica che il sassofonista terracinese riserva alla propria mamma. Un'emozione splendidamente tradotta (e condivisa) in musica dal solo di Bosso, calato in una improvvisazione capace di raggiungere vette di assoluto lirismo. In "More Than Ever," un classico di Rosario, il call and response tra sassofono e tromba gravita intorno a una sostenuta fuga all'Hammond condotta da Gurrisi prima, e a una serie di stacchi da quattro con Valeri dopo, a ulteriore prova del grado di affiatamento del quartetto in scena, mentre della piacevole e conclusiva "Coffee Shop" Giuliani ne svela la genesi citando l'aneddoto di un viaggio notturno di molti anni fa condotto tra Amsterdam e Bruxelles.
Come bis finale il quartetto esegue "74 Miles Away" di

Joe Zawinul
keyboards1932 - 2007

Joe Locke
vibraphoneb.1959
Giuliani è l'ultimo a lasciare il palco e il primo a calcarlo nella serata successiva, questa volta nella veste di direttore artistico. La seconda giornata dell'Anxur in Jazz è impreziosita da un duo la cui incisiva identità trascende le indiscutibili qualità dei singoli, per inscriversi nel solco di una tradizione cui questa peculiare formazione ha fornito, nel tempo, un contributo di significativo rilievo. Qualità non soltanto tecniche (dettaglio quanto più lapalissiano da rimarcare) ma anche, mi permetto di sottolineare, umane, il cui peso specifico costituisce un dettaglio non trascurabile per quel che determina l'affiatamento tra i musicisti.

Enrico Pieranunzi
pianob.1949

Luca Bulgarelli
bass
Chet Baker
trumpet and vocals1929 - 1988

Jim Hall
guitar1930 - 2013

Roberto Gatto
drumsb.1958
Si passa poi alla giocosa "Bring in Your Heart" e alla swingante "Je ne sais quoi," dove un virtuoso solo di Bulgarelli si staglia su un tappeto di block chords appena accennati al piano da Pieranunzi. E la consumata maestria di Bulgarelli emerge ancor più nitida nella conclusiva "Tales from Unexpected," all'insegna di una impro fast sapientemente mossa su un registro alto e stretto dettato da Enrico. A ulteriore conferma del tangibile feeling che lega i due musicisti in scena. ?Quella del duo è una scelta precisa? sottolinea Pieranunzi a bordo palco ?e la storia del jazz vanta formazioni celebri in tal senso. Mi viene in mente

Bill Evans
piano1929 - 1980

Eddie Gomez
bassb.1944
Ad aprire le scene ancora un duo, la cui pluridecennale esperienza restituisce oggi un ensemble il cui equilibrio fra tradizione e avanguardia rivela una firma stilistica audace e innovativa.

Danilo Rea
piano
Paolo Damiani
cello

Roberto Tarenzi
piano
Fabrizio Sferra
drums
Jacopo Ferrazza
bass, acousticb.1989

Dado Moroni
pianob.1962

Ares Tavolazzi
bassE un sentito elogio alla genuina caparbietà del sassofonista pontino, capace di dar forma a un sogno. ?Le mie sensazioni e soprattutto le mie emozioni in questo momento sono incredibili. ? stato un grande lavoro di gruppo e le molte persone attivatesi per la rassegna hanno remato tutte nella stessa direzione e con la stessa energia, tenendo in considerazione un unico obiettivo: fare in modo che il festival riuscisse al 100%. Peraltro, tutti i musicisti che hanno accettato il mio invito sono grandi amici e alti esponenti della scena jazz internazionale, per cui non potrei essere più felice. Il bilancio finale è stato ottimo d'altronde, dal momento che la risposta da parte del pubblico è stata fantastica sotto tutti i punti di vista. Quindi da direttore artistico il mio miglior augurio è che il festival possa avere lunga vita affinché i molti sforzi profusi in questa prima edizione non risultino vani o fini a se stessi, tenendo conto del sacrificio di tutti coloro che hanno lavorato per quest'ottima riuscita. Da chi portava le sedie a chi curava il suono, passando per l'amministrazione comunale, la Fondazione Città di Terracina e il Saint Louis Management. Questo sforzo rappresenterebbe qualcosa di davvero importante se il festival proseguisse negli anni a venire?, chiosa Giuliani in una tarda sera di fine estate, quando le ultime note in festa riecheggiano tra lo sciabordìo delle onde e il luccicar di stelle.
?Soltanto la musica è all'altezza del mare?, scriveva Albert Camus. Mai un aforisma è risultato così prossimo alla realtà.
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