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Bergamo Jazz 2014

Bergamo
16-23.03.2014
La trentaseiesima edizione di Bergamo Jazz, che ha coinciso con il piovoso irrompere della primavera, presentava un cartellone sulla carta molto interessante, uno dei più stimolanti degli ultimi decenni, congegnando il giusto mix fra nomi di grosso richiamo e nomi nuovi della ricerca jazzistica statunitense. A posteriori il bilancio ha lasciato un po' l'amaro in bocca: alcuni gruppi non hanno del tutto convinto, risultando un po' al disotto delle aspettative, ma forse erano proprio queste ultime ad essere eccessive e poco realistiche.
Poderosa la solo performance di

João Luis Lobo
drumsb.1964

The Bad Plus
band / ensemble / orchestrab.2000

Milford Graves
drums1940 - 2021
I Concerti al Teatro Donizetti sono stati aperti dal progetto "Snowy Egret" del quintetto di

Myra Melford
pianob.1957

Ron Miles
cornet1963 - 2022

Liberty Ellman
guitar
Stomu Takeishi
bass
Ted Poor
drumsL'atteso quintetto del quarantenne

Nate Wooley
trumpetb.1974

Dennis Gonzalez
trumpetb.1954

Matt Moran
vibraphone
Josh Sinton
saxophone, baritoneb.1971

Eivind Opsvik
bass
Harris Eisenstadt
drumsLe collaudate formazioni dei gruppi della Melford e di Wooley rappresentavano dunque delle piccole all stars dell'attuale scena jazzistica statunitense. Una terza proposta, quella del quartetto pilotato da

Russ Johnson
trumpetb.1965

Ken Vandermark
saxophoneb.1964
In realtà si tratta di un collettivo paritario il cui repertorio include brani di ogni componente. Gli andamenti strutturali sono risultati decisamente insoliti, anche se tutto sommato semplici e sempre leggibili. Di questa concezione strutturale è parsa significativa la funzione assegnata alla batteria, mai di accompagnamento ma piuttosto compositiva e registica. Timothy Daisy comunque è stato superlativo anche nel paio di assoli presi, uno dei quali sostenuto da un riff tracciato dal violoncello di

Fred Lonberg-Holm
cellob.1962
Come bis è stato proposto un brano tripartito (incipit lento su una linea distesa e struggente, il crescendo di un'improvvisazione infervorata nella fase centrale, breve coda di decantazione ad opera dei due fiati) scritto da Daisy e dedicato a

John Tchicai
saxophone1936 - 2012
Il quartetto di

Joshua Redman
saxophoneb.1969
Se l'apparizione di Redman non ha aggiunto nulla a quanto già espresso in concerti del passato, occasione unica offerta da Bergamo Jazz 2014 è stata quella di ascoltare il quartetto di

Dave Douglas
trumpetb.1963

Tom Harrell
trumpetb.1946

Enrico Rava
trumpetb.1939

Luis Perdomo
pianob.1971

Linda May Han Oh
bass, acousticb.1984

Anwar Marshall
drumsGli esponenti italiani hanno ben figurato senza comportare sorprese sensazionali. Dopo tre anni di vita "Il Bidone" del gruppo di

Gianluca Petrella
tromboneb.1975
Joe Rehmer
bass, acoustic
Giovanni Guidi
pianoIl concerto mattutino del trio di
Enrico Zanisi
piano
Alessandro Paternesi
drumsGrande curiosità c'era l'ultima sera per il duo francese

Michel Portal
clarinet, bassb.1935

Vincent Peirani
accordionb.1980

Richard Galliano
accordionb.1950
In definitiva il connubio, che ha funzionato in quanto condotto da due virtuosi dei rispettivi strumenti in buona sintonia fra loro, si è differenziato nettamente dagli esiti dei passati incontri Portal-Galliano, la cui musica era tanto esplicita, lapidaria e travolgente, quanto questa è risultata sofisticata, più decantata, non certo intellettualistica ma dal retrogusto un po' latente e mesto. A ben vedere, un velo di malcelata e disillusa nostalgia lo si è potuta scorgere nell'emissione delle ance del pur motivato e ancora tecnicamente ineccepibile clarinettista settantottenne.
Come i fuochi d'artificio a conclusione della festa del patrono, così la facile spettacolarità della

Trilok Gurtu
tablasb.1951

Mathias Eick
trumpetb.1979
A margine è il caso di rilevare che fra le iniziative collaterali spiccava nella ex chiesa della Maddalena la mostra fotografica di Maurizio e Federico Buscarino sulle precedenti edizioni del festival. Il percorso si apriva, a mo' di invito critico, con tre scatti sul pubblico del 1978 al Palazzo dello Sport e altrettanti sugli spettatori del Teatro Donizetti nell'edizione dello scorso anno. Il confronto risultava sconcertante: nel 1978 il pubblico era costituito esclusivamente da giovani, di età fra i venti e i trent'anni, mentre nella platea del 2013, dove pullulavano le chiome grigie o bianche, è raro scorgere persone al di sotto dei quarant'anni.
Non è questa la sede per affrontare un'analisi socio-culturale tesa a spiegare il fenomeno dell'invecchiamento del pubblico del jazz, un trend che si osserva ovunque, non solo in Italia, tuttavia le differenze lampanti fra quelle immagini davano molto da pensare.
Foto
Gianfranco Rota.
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