Home » Articoli » Live Review » Brda Contemporary Music Festival 2024
Brda Contemporary Music Festival 2024

Courtesy Ziga Koritnik
Sala Cinematografica Medana
Medana, Slovenia
12-14 settembre 2024
Festival unico nel suo genere, interamente dedicato com'è all'improvvisazione più libera, il Brda Contemporary Music Festival era quest'anno alla sua quattordicesima edizione, la seconda svoltasi nel piccolo paese di Medana, una manciata di chilometri dalla frontiera italiana e il medesimo nel quale il Festival Jazz&Wine of Peace, nelle sue prime edizioni, svolgeva il tradizionale concerto oltreconfine. E proprio al fondatore e direttore artistico di quella rassegna, Mauro Bardusco, scomparso pochi mesi fa (clicca qui per leggere un suo ricordo), era quest'anno dedicato il festival sloveno, il cui direttore artistico

Zlatko Kau?i?
drumsAperto alle collaborazioni con altre arti, anche quest'anno il festival è iniziato con l'inaugurazione di una mostra fotografica, allestita nella sala stessa dove si sono poi svolti tutti i concerti: quella delle foto che ?iga Koritnik ha dedicato a

Peter Brötzmann
woodwinds1941 - 2023
Heather Leigh
guitar, steelLa rassegna ufficiale è iniziata subito dopo, alle 20,00 di giovedì 12 settembre, con uno dei nomi di maggior lustro in cartellone, la pianista

Kaja Draksler
pianob.1987
Ben diverso impatto ha avuto il concerto successivo, quello del trio multinazionale composto dal sassofonista sloveno
Bostjan Simon
saxophoneLuigi Vitale
vibraphoneA concludere una giornata dal tasso tecnico sorprendente è stato il duo dell'altosassofonista francese

Christine Abdelnour
saxophone, alto
Andy Moor
guitarIl venerdì era il giorno degli workshop, momento centrale del festival che Kau?i?, attivissimo e apprezzato didatta, ha cura di organizzare fin dalla prima edizione, per ampliare la cultura dell'improvvisazione e permettere ai propri allievi, ma anche a chiunque voglia avvicinarsi a quest'arte (tant'è che da qualche anno anche chi scrive vi partecipa attivamente), di fare esperienze con musicisti di altissimo livello. Quest'anno ne erano in programma ben due, con altrettanti artisti presenti in cartellone: la mattina uno più breve, dedicato alla voce, condotto da

Iva Bittova
vocals
Frode Gjerstad
saxophone, altob.1948
La cantante e violinista ceca ha lavorato con un gruppo di una dozzina di persone assai diverse per preparazione musicale e per strumento (erano presenti due soli cantanti), costruendo con grande leggerezza una relazione di gruppo attraverso prima un dialogo con ciascuno dei partecipanti, poi la narrazione di alcuni aspetti, anche molto personali, della propria esperienza artistica, tra i quali merita di menzionare l'importanza da lei data alla comunicazione emozionale, attraverso il canto anche non idiomatico, di esperienze di vita, e l'attenzione che dà al significato comunicativo di ciascuna delle diverse espressioni fonematiche. Di seguito, Bittova ha mostrato una sua breve performance improvvisativa, costruita in modo da illustrare chiaramente la varietà del materiale, le cesure, le transizioni, quasi a porsi da esempio per il lavoro che ha poi richiesto agli altri, che ha diviso in due parti: nella prima, posti i partecipanti in circolo, li ha accompagnati in una serie di improvvisazioni vocali di gruppo, sulla reiterazione delle quali ciascuno, a turno, doveva effettuare una propria improvvisazione individuale; nella seconda, invece, si è avvalsa degli strumenti di alcuni dei partecipanti (clarinetto, flauto e tamburello) per far improvvisare tutti in solo, a turno e accompagnati da un singolo strumento, iniziando anche in questo caso con una sua esemplare improvvisazione accanto al clarinetto. La conclusione, assai bella, festosa e coinvolgente, è stata un'improvvisazione collettiva, costruita attraverso il progressivo ingresso di tutti i partecipanti. Tre ore di lavoro, informale e molto caloroso, che ha fornito ai partecipanti piccoli ma interessantissimi elementi su come impiegare la voce e costruire con essa una performance.
Dopo il pomeriggio di lavoro con Gjerstad, del quale parleremo più avanti, i concerti sono iniziati alle 20,00 con il solo del batterista francese
Toma Gouband
drums
Evan Parker
saxophone, sopranob.1944
Ben altra ricchezza il secondo concerto della giornata, uno dei migliori della rassegna, che vedeva di scena il contrabbassista italiano da anni residente a Berlino

Antonio Borghini
bassb.1977
Pierre Borel
saxophone, altoLa conclusione era affidata proprio a Iva Bittova, per un concerto in solitudine nel quale si avvaleva anche delle proprie qualità di violinista, ma che si incentrava sulla voce. La cantante vi ha mostrato enormi doti sceniche e interpretative, costruendo un vero e proprio "spettacolo" attraverso l'alternanza di canzoni popolari non sempre cantate e in alcuni casi solo vocalizzate e improvvisazioni effettuate con le più diverse tecniche vocalioltre alle tradizionali emissioni e i salti di ottave, anche suoni gutturali, schiocchi, sovracuti e quant'altro , interpretando le diverse situazioni musicali con il movimento del corpo e talvolta cercando sonorità diverse cantando rivolta agli angoli del palco. Interessante il fatto che le parti più drammatiche, con emissioni abrasive della voce, siano state perlopiù affrontate senza il violino, che invece accompagnava i momenti più narrativi e delicati. Una performance elaboratissima, di grande maestria, che qualcuno ha trovato un po' ridondante le forme espressive in effetti si ripresentavano di quando in quando , altri un po' troppo tendente al melodismo, ma che per chi scrive e per i più è parsa soprattutto di straordinaria suggestione, oltre che di qualità tecnica e musicale fuori del comune.
La giornata conclusiva, sabato 14, s'è aperta a metà pomeriggio con un doppio concerto dedicato all'incontro della musica con la poesia, di scena due coppie di pianisti e poeti: una italiana, formata da

Giorgio Pacorig
piano? stata poi la volta del concerto di Frode Gjerstad, che si è esibito assieme al padrone di casa, Zlatko Kau?i?, in un set breve e molto "europeo": il primo ha mostrato un fraseggio frammentato, nervoso e perlopiù irruente, nella tradizione del free continentale e nella lezione di Br?tzman, ancorché mai eccessivo, brillando in particolare al clarinetto; il batterista, come suo solito, ha dialogato alla pari, ma ha anche dettato cambi di scena, rallentando e accellerando tempi e dinamiche, così da sfaccettare ulteriormente il discorso complessivo della performance. Un concerto a suo modo classico e un'improvvisazione espressiva ed elegante.
Ha viceversa destato non poche perplessità e perciò piuttosto deluso l'atteso concerto del duo di archi del violinista ungherese

Szilard Mezei
violab.1974
Jošt Drašler
bass, acousticLa conclusione della quale, come da tradizione, è spettata all'orchestra del laboratorio, che aveva lavorato per due pomeriggi sotto la guida di Gjerstad. L'artista norvegese aveva prima spiegato la sua idea di improvvisazione, anche in riferimento ad alcune delle sue molte esperienze con musicisti di alto livello, facendo poi svolgere ai partecipanti vari di esercizi, perlopiù mirati a sviluppare un'indipendenza ritmica atta a costituire più gruppi interni all'orchestra reciprocamente autonomi. Ciò è tornato utile anche nella struttura utilizzata poi per il concerto, sebbene questa non prevedesse la divisione in gruppi dei dodici elementi dell'orchestra (voce, pianoforte, melodica, flauto, tuba, due sax soprani, tamburello e tre batterie, oltre il sax contralto di Gjerstad): l'esordio è stato infatti collettivo prima con libere note lunghe ripetute, poi con altrettanto libere note brevi mentre il prosieguo prevedeva improvvisazioni individuali turnate, che gli altri accompagnavano mimeticamente, a formare la parte centrale del concerto, piuttosto vivace e colorata. L'ingresso di un riff variato e reiterato faceva poi da cesura per l'ingresso in uno scenario inizialmente più ordinato e ritmicamente coinvolgente, in seguito anch'esso caratterizzato da assoli individuali, a chiamata di Gjerstad, in una sorta di conduzione. Il ritorno del riff, stavolta ripetuto un numero minore di volte, conduceva all'improvviso finale a effetto del concerto, durato complessivamente poco meno di quaranta minuti e per quanto parso a chi scrive, che si trovava sul palco apprezzato dal pubblico presente.
Anche quest'anno, quindi, il BCMF si è confermato una incomparabile vetrina per le più innovative proposte della musica improvvisata, ma grazie alle sue modalità organizzative, evolutesi da quando la rassegna si è spostata a Medana anche un'incantevole occasione di incontro, del pubblico con gli artisti e di questi tra di loro. Il festival si svolge infatti in una piccola sala, il cui foyer si presta all'esposizione dei dischi dei musicisti in programma, alla quale è affiancato un cortile recintato ove quest'anno si è aggiunto un gazebo-bar quanto mai opportuno nel quale il pubblico si ritrova durante le pause, mentre un bel gruppo di giovani musicisti, perlopiù facenti capo alla scuola di Nova Gorica ove insegna Kau?i?, si prende cura degli ospiti, effettuando anche un servizio mensa con modalità antiche e ormai perse nella memoria di chi ha qualche anno di troppo. Una piccola gemma, quindi, dal punto di vista sia artistico gran parte di quel che si può ascoltare qui sarà ben difficile incontrarlo nei "tradizionali" festival, quantomeno in Italia , sia culturale dove trovare una simile fusione di musica, poesia, arte figurativa e anche impegno politico, che traspariva da molte delle comunicazioni dal palco e dalle poesie? , sia infine relazionale appunto grazie allo spirito comunitario con cui è gestito e organizzato il festival, che si trasmette a tutti coloro che vi prendono parte. Una gemma che infatti ha anche quest'anno avuto un buon successo di pubblico, nonostante il maltempo che, specie il primo giorno, ha flagellato la zona, e che meriterebbe di essere molto imitata in forme e contenuti anche altrove. Ne va del futuro della musica e anche del tessuto sociale, entrambi sempre più in sofferenza nell'era del mercantilismo e delle relazioni via social network.
Tags
Live Review
Neri Pollastri
Slovenia
zlatko kaucic
Peter Br?tzman
Heather Leigh
Kaja Draksler
Szymon Gasiorek
Bostjan Simon
Luigi Vitale
Alfonso Munoz
Christine Abdelnour
Andy Moor
Iva Bittova
frode gjerstad
Toma Gouband
evan parker
Antonio Borghini
Pierre Borel
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
