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Ensemble Tabula Rasa - ∏?T∑R??

Courtesy Roberto Testi
Siena
Micat in Vertice
Teatro dei Rozzi
8.4.2022
Arriva al terzo progetto l'ensemble Tabula Rasa, che unisce le forze di due prestigiose ma ben diverse istituzioni senesi quali l'Accademia Chigiana e Siena Jazz, raccogliendo musicisti d'aria sia classica, sia jazzistica, sotto la guida di

Stefano Battaglia
pianob.1965
Guardare la materia da un punto di vista musicale non appare in prima approssimazione cosa semplice; tuttavia, come Battaglia spiega nel libretto del concerto, le "proprietà fondamentali" della materia (volume, massa, peso, densità, durezza, colore, odore, temperatura, conducibilità elettrica e stato fisico) si prestano a immediate associazioni con la "materia musicale," con i suoi parametri costituenti (suono, ritmo, melodia e armonia) e con quelli narrativi (dinamica, continuità, discontinuità, densità e rarefazione). Su questo, e sul fatto che ciò di cui è fatta la materia (atomi, molecole, particelle) non sia immediatamente percepibile, hanno lavorato il compositore per mettere a punto la partitura e poi tutto l'ensemble per dar vita a un'opera in cui l'improvvisazione ha un ruolo rilevante.
La formazione, complessivamente di quindici membri, includeva elementi presenti nei progetti precedenti e alcuni nuovi ingressi, conservando anche un certo spirito di fondo e alcuni caratteri stilematici, sebbene con esiti estremamente diversi. La partitura era divisa in tre sezioni e molteplici parti, ma di fatto la musica procedeva quasi senza soluzione di continuità, alternando momenti corali e frammentazione in sezioni o piccoli gruppi, avvalendosi di volta in volta degli interventi qualificanti dei singoli. I quattro percussionisti
Nazareno Caputo
vibraphone
Nicholas Remondino
drumsCosimo Fiaschi
saxophone, soprano
Tobia Bondesan
saxophone, altoFrancesco Panconesi
saxophone, tenorMichele Bondesan
bass, acousticElsa Martin
vocalsLa disposizione ad arco, con il direttore al centro, permetteva un'ottimale fruizione delle complesse dinamiche della formazione, il cui mood oscillava costantemente tra la contemporanea e l'avanguardia improvvisativa, conservando tanto la compostezza della prima, quanto l'imprevedibilità della seconda. Il concerto è stato incredibilmente lungo, superando le due ore, ancorché inframezzato da un breve intervallo, e ha attraversato un altrettanto impressionate numero di scenari, inanellati in un filo dal carattere meditativo, quasi sacral-liturgico, che caratterizza spesso i lavori di Battaglia. Ma, appunto, si trattava del tratto unificante che ha permesso al multiforme percorso di risultare, al termine, mirabilmente coerente.
Difficile per chi scrive dare di tale varietà una descrizione minimamente appropriata. Spesso solo accennate le linee melodiche, ampio spazio è stato dato al complesso intreccio dei suoni e delle singole voci, che in alcuni casiil soprano di Fiaschi, la voce della Martin, i flauti di Agostinisi esprimevano in forma puntillistica. Importante quasi ovunque il ruolo delle percussioni, così come gli interventi del pianoforte, sempre splendido nei suoni ed evocativo nella scelta delle linee. Da sottolineare anche l'apporto della tromba di Franco, dei diversi fiati di Thoma e degli archi della Vicentini e di Asa.
Un concerto in conclusione entusiasmante, come e più degli altri della formazione, che si colloca tra i più interessanti laboratori creativi non solo del nostro Paese e della quale stanno per uscire le registrazioni dei precedenti lavori.
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Sarvin Asa
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