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Fabio Morgera: tradizione e progresso


Fabio Morgera
trumpetb.1963

John Lewis
piano1920 - 2001
All About Jazz : Il tuo nuovo album, appena pubblicato, è dedicato alla musica di

John Lewis
piano1920 - 2001
Fabio Morgera: Botte di Cool è un gruppo di cui io sono co-leader insieme a due amici e collaboratori di lunga data e cioè il batterista
Alessandro Fabbri
drumsDario Cecchini
saxophone, baritone
Gerry Mulligan
saxophone, baritone1927 - 1996

Paul Desmond
saxophone, alto1924 - 1977

Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Charlie Parker
saxophone, alto1920 - 1955

Clark Terry
trumpet1920 - 2015
AAJ: Restando al disco, trovo che la scelta espressiva, in particolare quella timbrica, coniughi due importanti momenti della storia musicale di John Lewis, la davisiana Tuba Band e il Modern Jazz Quartet. Non a caso tra gli strumenti c'è un sax baritono (Dario Cecchini), un vibrafono (Alessandro Di Puccio), un pianoforte (" data-original-title="" title="">Andrea Pozza), una ritmica ricca di leggerezze (
Guido Zorn
bass, acousticFM: Assolutamente sì. Per il suo centenario abbiamo voluto ricordare l'opera di John Lewis da quando scriveva per

Dizzy Gillespie
trumpet1917 - 1993
AAJ: Non pensi che John Lewis, proprio per il suo collocarsi tra il mondo del jazz e quello della classica, sia stato ingiustamente accantonato in un'area grigia? Avvicinato più alla Third Stream Music di quanto meritasse?
FM: Sono d'accordo. Penso che pochi abbiano capito l'importanza che Lewis dà invece al blues e alla tradizione afroamericana in genere.
AAJ: I tuoi primi modelli strumentali sono stati quelli focosi dei boppers, da Gillespie fino a

Woody Shaw
trumpet1944 - 1989
FM: Il critico Scott Yanow mi ha definito trombettista eclettico, e credo che abbia ragione. Nonostante Woody Shaw sia il mio preferito e inarrivabile modello, sono attratto da tutti gli stili e anche da generi di musica diversi. Infatti dirigo anche la Natural Revolution Orchestra, una larga formazione con base a Firenze, che include

Nico Gori
clarinetb.1975

Francesco Maccianti
pianoAAJ: Con la Natural Revolution Orchestra usi gli insegnamenti di

Lawrence "Butch" Morris
cornet1947 - 2013
FM: In realtà il primo disco è stato un live uscito in allegato al n. 100 della rivista JAZZiT, dal titolo New Birth, che documenta la nostra attività del 2013/14 quando l'orchestra era nata da poco e si esibiva mensilmente al "Porto di Mare" di Francesco Cofone a Firenze. Poi abbiamo registrato Climate Blues e da poco è uscito anche Visuale Primordiale, entrambi per Drycastle Records. In quest'ultimo disco abbiamo ospite

Antonio Farao
pianob.1965

Fela Kuti
saxophone1938 - 1997
AAJ: Come imposti la tua didattica e che potenziale vedi nelle nuove generazioni in Italia?
FM: Ultimamente sto passando gran parte del mio tempo insegnando in modalità remota, e al contrario di altri docenti trovo la didattica a distanza non solo utile, ma addirittura entusiasmante, almeno per quanto riguarda le mie materie, che sono Composizione e Arrangiamento, Tecniche dell'Improvvisazione Musicale e Tromba Jazz.
La possibilità di condividere il mio schermo mi permette di mostrare agli studenti come si lavora con il programma di notazione Musescore, che io preferisco agli altri e che è anche scaricabile gratis da internet. La qual cosa è estremamente più veloce ed efficace di quando mi servo della lavagna di classe per vari motivi: la visualizzazione di gran lunga migliore, la velocità con la quale posso comporre, copiare e incollare per poi ritornare sui miei passi per illustrare modi alternativi, la possibilità di scambiare files e correggere i compiti di uno studente davanti a tutti, e soprattutto la possibilità di riascoltare subito ciò che si è scritto.
Perfino con le lezioni di strumento a distanza mi trovo bene, perché posso scrivere estemporaneamente gli specifici esercizi di cui credo che l'alunno abbia bisogno, condividerli subito con lui/lei, creare "basi" sulle quali esercitarsi e ovviamente salvare tutto per altre occasioni. Infine in tutti i casi c'è la possibilità di scrivergli i compiti da fare sulla chat, così che anch'io mi ricordi subito cosa abbiamo fatto fino ad allora e infine di registrare l'intera lezione. Insomma mi trovo così bene che non a caso anche il mio numero di lezioni private online sta aumentando, con allievi che mi chiamano da tutta Italia.
AAJ: Qualche domanda sul soggiorno statunitense. Negli anni ottanta ti sei trasferito per studiare prima a Los Angeles poi al Berklee College di Boston e infine ti sei stabilito a New York, lavorando come professionista. ? una scelta che consiglieresti ancora a un tuo allievo?
FM: No perché i tempi sono cambiati, non ci sono più i grandi maestri di una volta e poi, visti gli affitti ormai alle stelle e le paghe infime dei musicisti, direi che il gioco non vale più la candela. Ma un periodo di qualche anno come studente o apprendista lo consiglio ancora a tutti, specie se interessati alla Black American Music. Sempre dopo che l'emergenza sanitaria sarà capitolo ben chiuso, ovviamente.
AAJ: Nel 2013 è scomparso Butch Morris, con cui hai suonato per tre anni nella Nublu Orchestra. Ci parli di quell'esperienza?
FM: Sono entrato nella Nublu Orchestra conducted by Butch Morris perché mi sono offerto di suonare senza pretendere nulla in cambio, dopo aver dichiarato a Butch tutto il mio amore per la sua musica e dopo essere andato ad ascoltarlo più volte. Suonavamo settimanalmente al Nublu dell'East Village e ricordo serate in cui non guadagnavamo nulla, nemmeno i soldi già spesi per il taxi. Quando andava bene ci intascavamo $10. In compenso però, quando siamo venuti in Europa a suonare a Saalfelden, a Lisbona o a Sant'Anna Arresi, Butch ci ha pagato profumatamente, $800 a testa per concerto più tutte le spese. Il mio rapporto con lui era bellissimo, mi ha sempre dato dei preziosi consigli sulla tecnica trombettistica ed è perfino venuto al mio matrimonio facendoci un bel regalo. Artisticamente mi ha lasciato un patrimonio inestimabile, che è quello della Conduction, tecnica che utilizzo regolarmente con la Natural Revolution Orchestra e che cerco anche di divulgare attraverso seminari in conservatori e scuole di musica.
AAJ: Altra morte inaspettata è stata quella di

Roy Hargrove
trumpet1969 - 2018
FM: Dio ha voluto che io crescessi musicalmente all'ombra di uno dei più grandi trombettisti del nostro tempo... Me lo sono ritrovato prima alla Berklee, poi in tutte le jam session di New York, ma la cosa incredibile è stata quando è venuto ad abitare nel palazzo di fronte al mio su Houston Street! Di lui ricordo la continua voglia di suonare, di cantare insieme per la strada scambiandoci quattro battute di scat a testa, il suo humor, la sua generosità, il suo essere a volte schivo a volte aperto, ma soprattutto il suo grande senso del blues, il grande senso armonico e i bellissimi background estemporanei che alle jam proponeva a noi altri fiati in attesa, durante l'assolo di un solista troppo prolisso.
AAJ: Da qualche anno sei tornato a vivere a Firenze ma a New York hai lasciato molti amici. Torni ancora a suonarci?
FM: Sì, vivo a Firenze ma insegno Composizione Jazz nei Conservatorii di Bologna e di Salerno, Tecniche di Improvvisazione Musicale al Conservatorio di La Spezia e Tromba Jazz al Conservatorio di Frosinone... ? da vari anni che ho lasciato New York e finora non ho avuto l'opportunità di tornarci ma so che, quando mi prenderà il ghiribizzo, il mio amico Spike Wilner non avrà esitazioni a offrirmi una serata allo Smalls Jazz Club. Stessa cosa per altri locali come il Birdland o lo Zinc Bar, dove tante volte ho suonato in passato.
AAJ: Stai elaborando a nuovi progetti?
FM: Nel 2019 ho registrato un bellissimo tributo alla musica di

Joe Henderson
saxophone1937 - 2001

Roberto Gatto
drumsb.1958

Piero Odorici
saxophoneDaniele Scannapieco
saxophone, tenorTags
Fabio Morgera
John Lewis
Alessandro Fabbri
Dario Cecchini
Gerry Mulligan
Paul Desmond
Miles Davis
Charlie Parker
Miles Davis
Alessandro Di Puccio
Andrea Pozza
Guido Zorn
Dizzy Gillespie
Woody Shaw
Nico Gori
Andrea Beninati
Francesco Maccianti
Butch Morris
Antonio Farao
Fela Kuti
Roy Hargrove
Joe Henderson
Roberto Gatto
Piero Odorici
Daniele Scannapieco
Riccardo Galardini
Emiliano Pintori
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