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Fabrizio De André secondo Luigi Viva

Courtesy Roberto Viva
? questa la prima volta però che mi trovo ad intervistare uno scrittore e critico musicale, per certi versi un collega se non fosse per il fatto che negli ultimi anni il mio interlocutore ha esteso la sua attività anche all'ambito concertistico come organizzatore e performer: mi riferisco al romano Luigi Viva, da me incontrato la prima volta a Bolzano nel 2017. Mi trovo dunque di fronte a un'esperienza per me inedita, a tu per tu con un maturo ricercatore e saggista che ha sviluppato un'invidiabile percorso editoriale, specialistico e prevalentemente focalizzato su due famosi personaggi: Fabrizio De André e

Pat Metheny
guitarb.1954
Al cantautore genovese Viva ha riservato studi sistematici, giungendo alla pubblicazione di Non per un dio ma nemmeno per giocoVita di Fabrizio De André (UE Feltrinelli, 2000) e parecchi anni dopo, nel 2018 sempre per Feltrinelli, di Falegname di paroleLe canzoni e la musica di Fabrizio De André. Su questo straordinario protagonista del cantautorato italiano, Viva ha poi concepito e coordinato diversi spettacoli dal vivo con il supporto di un gruppo jazz impegnato nell'interpretazione strumentale di canzoni di De André, fino ad approdare nel novembre 2022, comprimari
Luigi Masciari
guitarIl chitarrista americano è stato invece oggetto di ripetute ricerche, da Pat Metheny. La biografia, lo stile, gli strumenti edito da Franco Muzzio & C nel 1989, che l'anno seguente ha visto l'edizione francese per la Jazz Magazine Collection, a Pat Metheny- -Una chitarra oltre il cielo (Editori Riuniti, 2003), riveduto dieci anni dopo per Stampa Alternativa. Nel 2021 infine, da Arcana Edizioni è stato pubblicato Pat Metheny, Lyle Mays e la storia del Pat Metheny Group. Della poliedrica carriera di Luigi Viva, oltre all'attività giornalistica iniziata alla metà degli anni Settanta collaborando fra le altre testate con Paese Sera, Ciao 2001, Il Tempo, Classic Rock e Classic Jazz, bisogna ricordare almeno che è socio fondatore della Fondazione Fabrizio De André.
All About Jazz: Fabrizio De André per te rappresenta la passione di una vita, che nei decenni hai declinato in libri, spettacoli, CD... Come e quando è nato l'interesse per il cantautore genovese e quanto è stato importante averlo conosciuto personalmente?
Luigi Viva: ? una passione antica, nata dal 1975 quando ci conoscemmo per la prima volta a Roma dopo un concerto. Ci risultammo reciprocamente simpatici per la comune passione per l'agricoltura. Oltre ad ammirarlo come artista, mi colpì per la sua straordinaria umanità. Il suo impegno civile e politico, il suo rigore, fecero scattare in me il desiderio di realizzare uno studio approfondito sulla sua vita e sulla sua opera. Determinante fu l'uscita nel 1990 dell'album Le Nuvole, nel quale parlava dell'influenza che il "potere" ha sulla vita di ciascuno di noi. Poco tempo più tardi il 19 febbraio 1992, in casa sua a Milano mi diede il via libera alla realizzazione del mio progetto.
AAJ: In particolare il primo libro Non per un dio ma nemmeno per giocoVita di Fabrizio De André (Feltrinelli, 2000) è stato riedito molteplici volte. Possiamo parlare di un vero e proprio long seller!
LV: Si è proprio così. A luglio è stato ristampato per la ventiquattresima volta. ? diventato il testo di riferimento per chi vuole conoscere De André.
AAJ: Il successo del primo libro ti ha incentivato a pubblicare, nel 2019 sempre per Feltrinelli, anche il secondo, Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André. Che cosa hanno in comune i due libri e quali invece le differenze di approccio?
LV: Con Fabrizio avevamo concordato che il mio lavoro (circa 800 cartelle) trattasse la vita e lo stile, lasciando all'eventuale editore la scelta se uscire con un unico libro o con due differenti pubblicazioni. Falegname di parole quindi tratta tutta la sua opera, anche attraverso le parole di Fabrizio, che supervisionò cinque album, oltre agli interventi di musicisti e collaboratori che a quei dischi collaborarono. Ovviamente io guido il racconto, evitando però la trattazione critica, e su questo anche lui era d'accordo. Di tutti i libri realizzati è quello del quale vado più orgoglioso.
AAJ: Da ragazzo, nella seconda metà degli anni Cinquanta, De André, come Luigi Tenco, Lucio Dalla ed altri, ha avuto un'esperienza jazzistica. Con chi esattamente e con che risultati? Che peso ha avuto questa esperienza giovanile per la sua futura carriera di cantautore?
LV: Attraverso i miei due libri ho messo in risalto questo aspetto che mi fu dettagliato da Attilio Oliva, all'epoca sax baritono del Modern Jazz Group, nel quale suonavano il leader Mario De Sanctis al piano e sax, Alberto Cameli, sassofono, Carlo Casabona al contrabbasso, Luigi Tenco al sax alto e ovviamente Fabrizio alla chitarra elettrica (una Framus ad oggi ancora smarrita). Il loro era uno dei migliori gruppi jazz della Genova di allora; diversi i concerti effettuati fra il 1956 e il 1960. In quel periodo Fabrizio studiò i chitarristi jazz come

Billy Bauer
guitar1915 - 2005

Barney Kessel
guitar, electric1923 - 2004

Jim Hall
guitar1930 - 2013
Mark Harris
saxophone, alto
Jimmy Giuffre
clarinet1921 - 2008
AAJ: Subito dopo il primo libro, hai cominciato a proporre tuoi spettacoli incentrati su De André. Se non sbaglio il primo è stata una rappresentazione teatrale messa in scena per il Teatro Stabile di Genova nella stagione 2004/2005 in occasione di Genova 2004 Capitale Europea della Cultura. Ce ne puoi parlare?
LV: In verità delle oltre cento presentazioni dei miei libri non ne ricordo una uguale all'altra, il più delle volte con ospiti, poi con immagini, con musica suonata dal vivo. Da lì poco a poco è maturata l'idea dello spettacolo grazie all'esperienza di Pino Petruzzelli, bravissimo attore e regista genovese, che mi propose di scrivere insieme il testo de Il Viaggio di Fabrizio De André. Si trattava di teatro di narrazione con due attori sulla scena senza uso di immagini e musica. Il testo ricalcava la vita di Fabrizio, teatralizzando anche alcune delle sue canzoni. Petruzzelli insieme a Mauro Pirovano ha reso tutta la drammaticità di "Don Raffe'"che dietro le musiche quasi scanzonate racconta di un secondino che chiede aiuto al boss rinchiuso in carcere. Di fatto è lo Stato che s'inchina alla camorra. Debbo anche aggiungere che proprio Pino Petruzzelli mi spinse a pensare ad un nuovo spettacolo su De André da realizzare in prima persona, sostenendo che il fatto di non essere attore poteva essere compensato dal mio vissuto emozionale avuto con Fabrizio.
AAJ: Negli ultimi anni infatti ti sei orientato verso performance che propongono un connubio fra tuoi testi biografico-critici sul cantautore e una traduzione jazzistica delle sue canzoni. La prima occasione si è avuta nel luglio 2018 a Bolzano all'interno dell'Alto Adige Sudtirol Jazz Festival, dove la parte della tua narrazione verbale, con testimonianze audio/video inedite, forse ha prevalso sul commento musicale. Come hai reclutato i giovani componenti del Modern Jazz Group?
LV: A Bolzano c'è stata la data zero grazie a Klaus Widmann, anche se loro non si aspettavano l'invasione di gente che poi è venuta. Il La ce l'ha poi dato Carlo Pagnotta, che nel 2019 ha preso lo spettacolo al buio per Umbria Jazz Winter, senza chiedere nulla, fidandosi del sottoscritto. Insieme a Luigi Masciari abbiamo scelto la formazione, puntando su musicisti di valore che fossero in grado di fondere il jazz con linguaggi e contaminazioni differenti, proprio per meglio adattare, rispettandole, musiche diventate dei classici. Ecco spiegata la scelta di

Francesco Bearzatti
saxophone, tenorGiampiero Locatelli
pianoAlfredo Paixao
bass, electricb.1962
AAJ: Da allora questo spettacolo è stato replicato in contesti prestigiosi. Ci puoi ricordare dove e con che riscontri? In funzione delle diverse occasioni la performance ha subito delle variazioni?
LV: Finora dopo Umbria Jazz Winter ci siamo esibiti circa altre dieci volte: all'Auditorium Feltrinelli di Milano, al Pala Cinema di Locarno per Ascona Jazz, al Blue Note di Milano, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, dove si è aggiunto al nostro gruppo David Blamires, ex Pat Metheny Group..., riscuotendo fino ad oggi tutti sold out. La formazione di recente è stata ritoccata con l'ingresso di
Alessandro Gwis
pianoAAJ: La tappa più recente del tuo lavoro è il CD Viva De André. Personalmente trovo essenziali, rispettosi e ben riusciti gli arrangiamenti del contitolare Luigi Masciari e particolarmente determinante il contributo di Francesco Bearzatti, che in alcuni brani mi ricorda il

Charles Lloyd
saxophoneb.1938
LV: Ero sicuro del risultato perché conosco la bravura di Luigi Masciari, fior di musicista. Gli ho lasciato carta bianca, dando solo qualche suggerimento. Lui ha lavorato sulle musiche rispettandole, senza stravolgerle. Oltre a Michael League degli Snarky Puppy, devo sottolineare l'apporto determinante del polistrumentista

Giulio Carmassi
multi-instrumentalist
Jason Lindner
keyboardsAAJ: Questo progetto è già stato presentato in concerto diverse volte. Che spazio hai riservato alla tua parte parlata, che nel disco si riduce a un ricordo di Fabrizio molto essenziale?
LV: Ho preferito lasciar parlare la musica, limitandomi ad un breve contributo, tra l'altro lasciando la prima take del mio parlato. Di fatto lo spettacolo è un reading molto articolato: c'è il mio racconto, ci sono i contributi audio inediti di Fabrizio, la performance del gruppo e qualche immagine molto rara. Non è uno spettacolo statico, c'è l'improvvisazione dei musicisti, ma anche del sottoscritto, che non di rado modifica in corsa la traccia del copione. In qualche modo ricalca il mio modo di scrivere biografie, ricco di interviste, documenti e foto inedite.
AAJ: Fra l'altro il progetto il 26 ottobre aprirà il Jazz and Wine of Peace Festival a Cormons, mentre il primo gennaio chiuderà Umbria Jazz Winter a Orvieto. Ci puoi anticipare quali saranno gli appuntamenti futuri di questo gruppo e le eventuali varianti?
LV: Lo spettacolo si evolve continuamente con elementi di novità e contributi inediti autorizzati da Dori Ghezzi e dalla Fondazione De André Onlus. Cormons è una data alla quale tengo molto, sia per l'importanza del Festival sia perché in Friuli ho parte delle mie radici. Il primo gennaio 2024 saremo invece a Umbria Jazz Winter al Mancinelli di Orvieto, con una Special Edition che vede la presenza di

Danilo Rea
pianoAAJ: Su De André (ma anche su Pat Metheny, a cui hai dedicato diversi libri) stai pensando, anche a livello embrionale, ad altre tappe di approfondimento o ad altri progetti performativi?
LV: A seguito della morte di

Lyle Mays
keyboards1953 - 2020
Continuo anche a scrivere, anzi sto ritoccando il mio primo romanzo. ? ambientato nel mondo della musica e narra la storia di un musicista rock, del suo percorso, delle sue inquietudini con uno sguardo alla spiritualità. Molti spunti nascono dagli incontri che ho avuto con tanti grandi: cito fra gli altri

Joe Zawinul
keyboards1932 - 2007

Joni Mitchell
vocalsb.1943

David Crosby
guitar and vocals1941 - 2023

John McLaughlin
guitarb.1942
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