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Fano Jazz By The Sea 2016

Fano
Varie sedi
22-31.07.2016
Fano Jazz By The Sea trova ogni anno formule nuove, anche per far fronte a esigenze contingenti. Per quanto riguarda le sedi dei concerti di questa ventiquattresima edizione si è in parte rinunciato all'atmosfera marina, avendo abbandonato i luoghi storici all'aperto: l'anfiteatro Rastad sul lungomare, mentre la Marina dei Cesari presso il porto turistico è stata toccata solo marginalmente. Quest'anno si è optato per prestigiosi spazi chiusi: la Chiesa di San Domenico, sede della notevole pinacoteca della Fondazione Carifano, e il Teatro della Fortuna. Edifici restaurati entrambi negli ultimi decenni e deputati ad eventi pubblici, alla fin fine si sono dimostrati contenitori ideali per capienza, caratteristiche acustiche e climatizzazione.
Le innovazioni più vistose sono state quindi di carattere logistico, mentre per quanto riguarda la coerenza della programmazione il festival fanese è rimasto fedele a se stesso. L'orientamento della direzione artistica, saldamente nelle mani di Adriano Pedini, ha privilegiato da un lato il recupero di protagonisti storici della fusion, dall'altro l'inserimento di alcune proposte dell'attualità più comunicativa e spettacolare, senza rinunciare nel contempo a nomi emergenti italiani e stranieri, a proposte di elevato contenuto progettuale. ? stato il caso innanzi tutto del ciclo pomeridiano "Gli echi della migrazione," tema di scottante attualità affidato all'interpretazione di quattro ben noti solisti italiani, che si sono esibiti nella Pinacoteca San Domenico dall'acustica riverberante, fra stupende tele tra cui quelle del Guercino e del Barocci.
Nella solo performance di

Luca Aquino
trumpetb.1974

Arve Henriksen
trumpetb.1968

Paolo Fresu
trumpetb.1961
Altrettanto funzionale l'integrazione fra sonorità acustiche ed elettroniche nell'esibizione di

Michele Rabbia
percussionNella sua "Oreb Preghiera Sonora," Dimitri Grechi Espinosa era invece alle prese esclusivamente con il sax tenore, rinunciando anche all'amplificazione. Le scale discendenti e ascendenti, i melismi e le linee melodiche da ballad malinconica sono approdate a note finali lunghe o brevi, forti o deboli, creando un flusso sonoro estatico, risonante e avvolgente.
Gavino Murgia infine ha portato gli echi culturali della sua Sardegna, esibendosi al canto gutturale basso e alle launeddas, oltre che al soprano, al tenore e all'elettronica. Ne è risultata una esposizione affascinante, anche se un po' dimostrativa, a mio parere compromessa, date le caratteristiche ambientali, da un'amplificazione troppo elevata.
Se dal punto di vista acustico i quattro solisti hanno sfruttato a proprio beneficio, chi più chi meno, l'ampio riverbero naturale dello spazio, i loro concerti sono stati accomunati da una visione trascendente, dalla trasfigurazione della fisicità del suono, portando per mano l'ascoltatore verso un'esperienza mistica, verso un'intuitiva riflessione sulla relatività degli eventi umani.
Nei concerti serali si sono susseguiti alcuni nomi di richiamo, che come da copione hanno riproposto la propria immagine, suscitando l'entusiasmo del pubblico.
Gli interminabili brani d'impianto modale del quintetto di

Kenny Garrett
saxophone, altob.1960

Yellowjackets
band / ensemble / orchestrab.1977
Riguardo alla musica del cubano Volcan Trio di

Gonzalo Rubalcaba
pianob.1963

Armando Gola
bass
Horacio "El Negro" Hernandez
drumsb.1963
Nelle ultime tre serate del festival, tornato sotto le stelle alla Corte Sant'Arcangelo, ha spiccato la proposta più attesa e innovativa: il trio

Phronesis
band / ensemble / orchestra
The Bad Plus
band / ensemble / orchestrab.2000

Jasper Hoiby
bass, acoustic
Anton Eger
drumsb.1980

Ivo Neame
pianoMotivi d'interesse sussistevano anche nell'apparizione del nuovo quartetto di

Roberto Gatto
drumsb.1958

Javier Vercher
saxophone, tenorb.1978

Sam Yahel
organ, Hammond B3Dario Deidda
bassNon si può trascurare infine la serie di appuntamenti "Young Stage," dedicata ai gruppi emergenti italiani e ambientata a tarda notte nella splendida cornice della ex chiesa di San Francesco, di elegante impianto neoclassico ma rimasta diroccata e a cielo aperto dopo il terremoto del 1930. A tale proposito è da segnalare almeno l'apparizione del

Matteo Bortone
bass, acousticEnrico Zanisi
pianoStefano Tamborrino
drumsFoto
Maurizio Tagliatesta
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Instrument: Band / ensemble / orchestra
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