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Forma e Poesia nel Jazz 2019

Exma
Cagliari
26-29.9.2019
La passione e la tenacia di Nicola Spiga hanno condotto il festival cagliaritano Forma e Poesia nel Jazz fino alla ventiduesima edizione: traguardo ragguardevole per un'iniziativa che si regge sulle forze di un piccolo nucleo di persone. Quest'anno il festival ha presentato un programma centrato sulla scena italiana, con un nutrito drappello di artisti affermati e alcuni giovani emergenti. Nella cornice del festival, non mancavano poi le proposte collaterali di interesse, come le lezioni-conferenze di

Enrico Merlin
guitarb.1964
La nuova collocazione delle serate nell'area dell'Ex-Mattatoio cagliaritano (ora spazio espositivo e musicale denominato EXMA) si è dimostrata efficace, sia sotto il punto di vista acustico che per la cornice suggestiva, supportata dal tempo davvero gradevole nel fine-settimana di programmazione. Tra i giovani invitati, spiccava nel cartellone il trio Horn della contrabbassista romana

Federica Michisanti
bass, acousticFrancesco Lento
trumpet
Marco Colonna
clarinet, bassb.1978

Francesco Bigoni
saxophone, tenorb.1982
Si trattava della prima esibizione con Colonna, sulla soglia di un tour che ha poi portato il trio in Africa, in sette date. Il clarinettista (e polistrumentista) romano non ha avuto difficoltà a inserirsi nelle composizioni della Michisanti, che sviluppano fitte trame con la nitidezza di filigrane, ricordando per certi versi la musica fluida ed esplorativa dei trii di

Jimmy Giuffre
clarinet1921 - 2008
L'edizione 2019 del festival dava spazio alle donne, presenti come leader in tre serate su quattro. Due concerti erano centrati sulla dedica a significative figure femminili. In primo luogo, l'omaggio di

Maria Pia De Vito
vocalsb.1960

Joni Mitchell
vocalsb.1943

Danilo Rea
piano
Aldo Romano
drumsb.1941
Julian Oliver Mazzariello
saxophone, tenorIl lavoro è alimentato dalla De Vito con intensità emotiva, espressiva, umana. C'è la ricerca di una simbiosi profonda, che arriva a toccare certe inflessioni vocali e certi timbri tipici della cantautrice canadese, senza che per questo siano messi in ombra il fraseggio e il temperamento della nostra interprete. Spiccano le interpretazioni di "Harlem in Havana," dello splendido "Answer Me, My Love," di "Both Sides Now" (con un solo rimarchevole di Pietropaoli), di "God Must Be a Boogie Man," tratto dal memorabile disco che la Mitchell dedicò nel 1979 a

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979
Il concerto della pianista di origine siciliana

Sade Mangiaracina
piano
Gianluca Brugnano
drumsLa musica della giovane pianista è assertiva, coesa, fatta di linee che si stratificano, rafforzandosi vicendevolmente. Frequenti sono gli ostinati, sostenuti dal tocco luminoso, solare della leader, il cui stile si pone sulla traccia di

Esbjorn Svensson
piano1964 - 2008
Restiamo nella sfera degli omaggi al mondo femminile, pur con un leader al maschile: nel concerto del quartetto di

Stefano di Battista
saxophoneb.1969

Andrea Rea
pianoDario Rosciglione
bass, acousticDedicandosi in particolare al soprano, Di Battista ha sfoderato la sua vena più istrionica, ben assecondato dal pubblico, attraversando tutta la platea sulle note di "Mack the Knife," scherzando con gli spettatori e spingendo una coppia alla danza. Un concerto senza dubbio estroverso, ricco di spirito ed energia, con omaggi alla musica di Pino Daniele e Lucio Dalla, ricco di citazioni (da "Naima," appunto, a "'O sole mio"), ma pure di frammenti e disegni melodici raffinati, inseriti nel tessuto con naturalezza.
Gli organici di trio classico, con pianoforte, contrabbasso e batteria, hanno fatto la parte del leone nelle formazioni strumentali: oltre a quello citato di Mangiaracina, si sono ascoltati nel concerto d'esordio della prima serata, con la formazione di Julian Oliver Mazzariello, e in quello che ha chiuso la terza serata, con The Italian Trio di

Dado Moroni
pianob.1962

Rosario Bonaccorso
bass, acoustic
Roberto Gatto
drumsb.1958
Lo splendido stato di grazia di Moroni e la voglia reciproca di mettersi comunque in gioco, ha glissato quel pericolo, e il trio si è mosso con sinuosa energia felina, affrontando tra l'altro in modo pregnante tre brani di Monk, tra cui abbiamo apprezzato in modo particolare "Ask Me Now" ed "Evidence," poi presentando brani degli stessi componenti, concludendo infine con un delizioso bis, in cui il celebre "Li'l Darlin'" era sviluppato senza amplificazione, mettendo in risalto i sottilissimi e formidabili contrasti dinamici.
Il trio di Mazzariello, con " data-original-title="" title="">Daniele Sorrentino al contrabbasso e

Dario Congedo
drumsFocalizzato in buona parte sulla scena romana, il cartellone di Forma e Poesia nel Jazz ha presentato nel suo concerto finale un quartetto con il pianista Luca Mannutza e il sassofonista

Max Ionata
saxophone, tenorb.1972
Lorenzo Conte
bass
Joris Dudli
drumsLo abbiamo lasciato per ultimo, ma è stato certamente uno dei concerti più interessanti del festival cagliaritano: quello con il duo che vedeva

Gianluca Petrella
tromboneb.1975
Il tutto immerso in una ricerca timbrica ad ampio raggio, supportata dall'elettronica, ma anche dalla fantasia percussiva e coloristica di Mirra sulle lamelle e dall'emissione vibrante, in costante fermento di Petrella. Anche il trombonista si avventura in un lungo giro nella platea, gioca con gli echi dell'edificio alle spalle del palco e con le sonorità dell'ambiente, mentre il vibrafono scandisce un fitto ritmo martellante, di umore africano.
Meritano un cenno, infine, gli interventi di Enrico Merlin e di Attilio Berni. Il primo ha condotto una serie di conferenze per tutti i quattro giorni del festival, focalizzando l'attenzione su un anno topico per il jazz come il 1959, con inquadramenti storico-critici e dettagliati, coinvolgenti commenti all'ascolto. Alla base, la sua recente, impegnativa pubblicazione Miles Davis 1959 -A Day-by-Day Chronology, ma non solo. Tra le pietre miliari di quell'anno, oltre a Kind Of Blue, il musicologo ha presentato e analizzato brani da Jazz In Silhouette di

Sun Ra
piano1914 - 1993
Berni, accanto alla esposizione di sassofoni storici e rari, scelta dalla sua vasta e inestimabile raccolta, ha raccontato la travagliata storia di Adolphe Sax e dello strumento da lui ideato, e in un successivo incontro ha tracciato l'adorabile vicenda del sax come strumento evocatore di sensualità ed erotismo nel cinema. Il tutto condito con deliziosi interventi musicali dello stesso esperto-collezionista, che ha spesso fatto ascoltare la voce di strumenti rari e inconsueti.
Foto: Flavia Matta.
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About Federica Michisanti
Instrument: Bass, acoustic
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