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Irreversible Entanglements a Padova Jazz

Teatro Torresino
Padova Jazz Festival
Padova
5.11.2018
L'impatto sonoro, ritmico ed emotivo su cui si impernia la musica di Irreversible Entanglements è autentico: non mira a stupire o sedurre la platea con virtuosismi oppure con facili formule di presa diretta sul pubblico. ? corrosivo, arroventato, ribollente, ma si regge sulla genuina schiettezza del messaggio. Un messaggio fortemente sociale e politico, condotto sul dramma delle popolazioni di colore attraverso le parole della poetessa e performer Camae Ayewa (alias Moor Mother), che sulla scena imprime la propria personalità con temperamento furioso, arrabbiato, ma con mille sfumature: profondamente partecipato anche con una gestualità magnetica.
Ma la presenza forte di Ayewa non toglie lo spazio necessario al lavoro di gruppo, partecipato con una concentrazione massima, un'attenzione profonda all'accadere musicale e drammatico. Nell'esibizione al Teatro Torresino di Padova, nell'ambito del Jazz Festival, la formazione ha dimostrato grande coerenza nelle dinamiche interne, nel passaggio attraverso differenti modalità e rapporti dialettici tra gli strumenti e i vari episodi. Tutto dipanato su un unico lungo set senza soluzione di continuità, in cui l'improvvisazione, o se vogliamo la creazione in tempo reale, seguiva le coordinate di un free storico riattualizzato, con forti rimandi a

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015

Keir Neuringer
saxophone
Aquiles Navarro
trumpet
Albert Ayler
saxophone, tenor1936 - 1970
La salda intesa imperniata sui criteri sopra esposti, si sviluppa anche nel rapporto con la ritmica, con la batteria di
Tcheser Holmes
drums
Luke Stewart
bass, electricIl ruolo della voce recitante, una voce cupa, perentoria come poteva essere quella di

Abbey Lincoln
vocals1930 - 2010

Gil Scott-Heron
vocals1949 - 2011
Lo scopo è quello di muovere la consapevolezza, di accendere l'indignazione, di prendere posizione. Sono modalità che esaltano gli aspetti fisici (ma anche metafisici) della musica, stabiliscono un forte rapporto tra questi elementi e sono interpretati con empatia da tutti i musicisti. Interessante in particolare il ventaglio dialettico impostato da sax e tromba. I due fiati lavorano su un ampio raggio di scelte e soluzioni, talvolta in osmosi, ma spesso sovrapponendo modalità diverse, a contrasto, dove la tromba traccia linee lunghe, magari smorzate dalla sordina, e il sax alto rimbalza spigolosamente, spezzando le frasi. Considerando le differenze con il CD registrato nel 2015, possiamo dire che la musica del gruppo si è ben sviluppata e libera una forza che darà senza dubbio frutti copiosi nel tempo.
Foto: Gianluca Carè
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