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Jazz & Wine of Peace 2014

Cormons: 18-26.10.2014
Giunto alla 17ma edizione, il Jazz & Wine of Peace di Cormons si colloca tra i migliori festival nazionali, coniugando ricercate scelte musicali con la valorizzazione del territorio: in primis la rinomata produzione enologica del Collio.
Organizzato dal Comune e dal Circolo Culturale Controtempo, presentava un'offerta particolarmente ricca. Accanto ai concerti serali al Teatro Comunale (

Bill Frisell
guitar, electricb.1951

Youn Sun Nah
vocals
Avishai Cohen
bassb.1970
Il pubblico internazionale (molti austriaci, tedeschi e sloveni) è intervenuto massicciamente, confermando di apprezzare anche le proposte più innovative, come le magistrali esibizioni del trio di

James Brandon Lewis
saxophone, tenorb.1983

Mary Halvorson
guitarDal punto di vista artistico sono stati questi i momenti superlativi a cui abbiamo assistito, entro un livello qualitativamente alto. Non essendo stati presenti, nulla possiamo dire dell'anteprima di Petrella-Guidi il 18 ottobre e dei quartetti di Uros Perry e István Grencsó, rispettivamente il 23 e 24 mattina. I giudizi di chi ha partecipato alle esibizioni erano quanto mai positivi.
Iniziamo a parlare dei concerti di maggior richiamo, quelli in prima serata a Cormons.
Il 24 ottobre Bill Frisell presentava il suo ultimo progetto Guitar in the Space Age con la stessa formazione del disco omonimo, ovvero

Greg Leisz
guitar, steel
Tony Scherr
bass
Kenny Wollesen
drums
John Lennon
guitar and vocals1940 - 1980
La relazione tra Frisell e Greg Leisz (che alternava la chitarra elettrica alla pedal steel guitar) resta seducente ma questa volta i brani originali sono riproposti nella loro semplicità ritmica e armonica, escludendo rielaborazioni e mascheramenti anche rispetto alle versioni su disco. Il percorso musicale si è quindi snodato senza sorprese e qualcuno è rimasto deluso. Comunque pochi perchè il pubblico in sala ha tributato ovazioni fino ai bis: il delizioso "Surfer Girl" dei Beach Boys e il noto "Telstar" dei Tornados.
La sera successiva era di scena la cantante coreana Youn Sun Nah, sull'onda del successo ottenuto nell'Europa continentale dall'album Lento. L'accompagnavano due partner di quel disco (il chitarrista

Ulf Wakenius
guitarb.1958

Vincent Peirani
accordionb.1980
Analoghe considerazioni, ma amplificate, vanno espresse per l'esibizione di Avishai Cohen con

Nitai Hershkovits
pianoDaniel Dor
drumsCome s'è detto, gli altri concerti erano collocati la mattina o il pomeriggio in cantine o in dimore storiche del territorio. Luoghi più raccolti, che l'attento e competente pubblico ha rapidamente esaurito. L'attesa degli appassionati era alta per il debutto italiano del sassofonista James Brandon Lewis in trio e per il quintetto di Mary Halvorson, entrambi domenica 26.
Ospitato nella Tenuta Villanova di Farra d'Isonzo, Brandon Lewis s'è presentato con altri due giovani talenti: il bassista

Max Johnson
bassb.1990

Dominic Fragman
drumsb.1984

John Coltrane
saxophone1926 - 1967

Pharoah Sanders
saxophone, tenor1940 - 2022

Albert Ayler
saxophone, tenor1936 - 1970
Ancora magistrale, ma su un piano espressivo diverso, l'esibizione di Mary Halvorson qualche ora dopo. Ospitato dalla cantina Renato Keber di Cormons, il quintetto della chitarrista era quello abituale con

Jonathan Finlayson
trumpet
Jon Irabagon
saxophone
Ches Smith
drums
Derek Bailey
guitar1932 - 2005
Se questi due concerti mostravano quanto di meglio c'è oggi a New York, le altre proposte hanno spaziato "alla periferia dell'impero" evidenziando comunque alti livelli.

Tino Tracanna
saxophone, tenor
Giulio Corini
bass, acousticPer restare in tema di trio ha impressionato l'organico del sassofonista tedesco
Christof Lauer
saxophoneb.1953

Michel Godard
tuba
Gary Husband
drumsb.1960
Concludiamo con le ultime due proposte del festival: il quintetto austro-argentino di Karlheinz "Carlitos" Miklin e il duo

Boris Savoldelli
vocalsb.1970

Garrison Fewell
guitar1953 - 2015
Guidato dall'energico polistrumentista Miklin, già preside del dipartimento jazz all'università di Graz, il quintetto presentava validi strumentisti argentini, tra cui spiccavano il veterano Gustavo Bergalli alla tromba e Mario Gusso alle congas. Il gruppo ha eseguito un variopinto latin jazz con innesti etnici, senza farsi ingabbiare dagli stereotipi del genere. Un organico inventivo e ricco di brio, che ha ben figurato sia come collettivo che negli interventi personali, ottenendo vivi apprezzamenti dal pubblico.
Infine il duo dell'audace vocalist bresciano col prestigioso insegnante della Berklee, che ha appena pubblicato il disco Electric Bat Conspiracy. Una collaborazione apparentemente anomala tra uno sperimentatore a tutto campo e un raffinato chitarrista ma in realtà avvincente per la condivisione delle rispettive "zone d'ombra," che trovano modo di specchiarsi. L'allievo di

Mark Murphy
vocals1932 - 2015

Elliott Sharp
guitar, electricb.1951
Foto
Fabio Gamba (Phocus Agency)
Tags
Bill Frisell, Avishai Cohen, Mary Halvorso, James Brandon Lewis
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