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Lo Spiritual Galaxy di Nicola Conte a Rovereto Jazz

Nicola Conte
multi-instrumentalist
Gilles Peterson
electronicsBene ha fatto la direzione del festival a invitarlo coi suoi partner di lunga data:

Gianluca Petrella
tromboneb.1975
Daniele Tittarelli
saxophone, altoPietro Lussu
keyboardsAndrea Lombardini
bass, electric
Tommaso Cappellato
drumsb.1976

Carolina Bubbico
vocalsb.1990
Una formazione necessariamente ristretta rispetto al citato album ma non per questo meno interessante come testimonia la statura dei nomi. Il contagioso groove percussivo (elogi per Padovani e Cappellato) e i micidiali assoli dei solisti si sono diffusi per un'ora e mezza nell'atrio del Mart, ambientazione sicuramente suggestiva ma troppo ampia, acusticamente carente e poco congeniale per una musica come questa, che punta molto sulle atmosfere timbriche e trae il massimo da un forte coinvolgimento (anche emotivo e corporeo) del pubblico.
Sempre in creativa sintonia con le ultime tendenze, Conte ha presentato il suo vibrante afro-jazz arricchito di connotati spirituali, un aspetto chiave in tutti i brani. La musica trae la sua ispirazione dalle musiche etniche e popolari africane e dalle strutture aperte che caratterizzavano il jazz modale e le successive evoluzioni elettriche di

Miles Davis
trumpet1926 - 1991
Il concerto è iniziato con una suggestiva versione dilatata di "Afro Black" caratterizzata da qualche reminiscenza di Bitches Brew ed è proseguito con "Mystic Revelation of the Gods," un concitato tema ancora solo strumentale, caratterizzato dall'appassionante intervento di Petrella al trombone. Dal brano successivo---il lento ed evocativo "Ogun"quasi tutti i temi hanno visto la presenza vocale di Carolina Bubbico, nuova scoperta di Conte. Nel disco le parti vocali sono molte e variopinte ma condivise con altre cantanti (soprattutto Bridgette Amofah). Anche se la Bubbico ha molte doti, il peso di sostenere tutta la vocalità del concerto è apparso eccessivo.
Nei momenti seguenti abbiamo ascoltato ancora il cantabile e vagamente coltraniano "Essence of the Sun" con un bell'assolo di Lussu e il glorioso "Universal Rhythm" con due fulminanti interventi di Petrella e Padovani alle percussioni. Il clima s'è fatto disteso con la cantabile "Space Dimensions" (una lunga e libera introduzione penalizzata dall'acustica) e l'evocativa versione di "Let Your Light Shine On." La bella serata s'è chiusa con un bis fortemente voluto dall'attento pubblico: il danzante funk di "Cosmic Peace" uno dei brani più accattivanti della band.
Foto: Luca Riviera
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