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Merano Jazz 2021

Courtesy Sanzio Fusconi
Merano
Teatro Kimm e altre sedi
13-18.7.2021
L'atmosfera che si respira al Merano Jazz Festival è aperta e multiculturale. In questo, senza dubbio svolge un ruolo la storia della località bagnata dal Passirio, coronata a Nord dalle poderose, ripide fiancate delle Alpi Venoste. Nella seconda metà del XIX secolo Merano è divenuta un centro termale di primo livello, frequentata da aristocratici, borghesi e intellettuali di tutta l'Europa, ricca di parchi e giardini, di costruzioni in stile Biedermeier. La sua posizione geografica, poi, ne fa un fulcro dell'incrocio culturale mitteleuropeo, tra mondo latino, germanico e dell'Est europeo.
Su queste premesse storiche e culturali è basata anche l'organizzazione del festival, in particolare della sezione didattica denominata Accademia Jazz Mitteleuropea, fondata nel 2002 da

Franco D'Andrea
pianob.1941
Altro incrocio di notevole interesse è quello tra la parte didattica e quella concertistica, quest'ultima curata da Vincenzo Costa. Anche gli allievi hanno modo di abbinare alla frequentazione dei corsi, e alla pratica di musica d'insieme, l'ascolto dei concerti, che quest'anno comprendevano l'appuntamento inedito del quartetto diretto in tandem da D'Andrea e da

Dave Douglas
trumpetb.1963

Federica Michisanti
bass, acoustic
Dan Weiss
drumsCentrando una speciale congiunzione che assumeva la forma di un meccanismo astrale, il festival di Merano festeggiava quest'anno ben tre ricorrenze: in primo luogo gli splendidi ottant'anni di D'Andrea, nato nella città del Passirio e suo cittadino onorario. Poi i venticinque anni di programmazione del festival, nato nel 1996. Infine, i vent'anni di attività dell'Accademia mitteleuropea di jazz, che nel 2002 iniziò a organizzare i primi corsi. Merita la nostra attenzione la masterclass del quartetto, dalla quale riportiamo alcune parole, utili per penetrare le logiche sulle quali si muove la musica della formazione, che prima del concerto di Merano si era rodata nei concerti di Braga, in Portogallo, di Pescara e Pisa.
In sintesi, la musica del quartetto si basa sulle più recenti idee sviluppate da D'Andrea: "Fare musica partendo dal semplice utilizzo di un intervallo tra due note, o di più intervalli, magari con le relative inversioni, può dare luogo a una serie molto ampia di soluzioni espressive e narrative, di scambi tra i musicisti, di stimoli creativi." Douglas, la cui ammirazione per il lavoro del pianista è profonda e risale al loro primo incontro, proprio a Merano nel 2009 (sfociato negli anni passati in collaborazioni con il quartetto di D'Andrea e con

Han Bennink
drumsb.1942
Il concerto del quartetto a Merano ha reso esplicite in modo pregevole tali premesse teoriche. Alla base del lavoro c'è un alto grado di ascolto reciproco, una dimensione in cui tutti contribuiscono alla creazione di forme, mantenendo le proprie caratteristiche di approccio e stile personale, ma giungendo a risultati che sono inequivocabilmente frutto di un'elaborazione di gruppo. Inflessioni blues, ostinati morbidi del contrabbasso, aperture ritmiche ariose della batteria, curve narrative della tromba che toccano alte vette drammatiche ed energetiche. Tutto il quartetto viaggia su questi parametri di reciprocità intensa. E il pianoforte tesse una tela fatta di contrasti, di continue sorprese nel carattere del suono, nell'articolazione del fraseggio, che pur dentro una fluida matrice jazzistica lascia intravvedere i bagliori della seconda scuola di Vienna, la concisione aforistica dell'amato e sviscerato Webern. La costante dialettica di tradizione e innovazione fa affiorare tra l'altro temi di Monk ("Monk's Mood") ed Ellington/Strayhorn ("Oclupaca" e "The Star-Crossed Lovers").
Il primo concerto del cartellone meranese proponeva il lavoro Dreamers, con lo stesso quartetto guidato da

Maria Pia De Vito
vocalsb.1960
Julian Oliver Mazzariello
saxophone, tenor
Alessandro Paternesi
drumsL'appuntamento con il quartetto All-Star di

Kenny Barron
pianob.1943

Thelonious Monk
piano1917 - 1982

Steve Nelson
vibraphoneb.1954

Peter Washington
bassb.1964

Johnathan Blake
drumsTags
Live Review
Giuseppe Segala
Italy
Bolzano
Franco D'Andrea
Dave Douglas
Federica Michisanti
Dan Weiss
Han Bennink
Maria Pia de Vito
Julian Oliver Mazzariello
Enzo Pietropaoli
Alessandro Paternesi
Kenny Barron
Thelonious Monk
Steve Nelson
Peter Washington
Johnathan Blake
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