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Antoine Berjeaut: Moving Cities

By Emmanuel Di Tommaso
January 7, 2020
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Moving Cities nasce dalla collaborazione tra il trombettista francese

Antoine Berjeaut

trumpet

" data-original-title="" title="">Antoine Berjeaut e il batterista e produttore chicagoano

" data-original-title="" title="">Makaya McCraven, entrambi esponenti di "rottura" e fra i pi�� attivi delle proprie scene jazz di riferimento: Berjeaut ha portato una ventata d'aria fresca nel jazz di Francia grazie a una serie di progetti collettivi molto innovativi e a un ottimo disco d'esordio, quel Wasteland che, al contrario di quanto il titolo lasci presagire, �� rigoglioso di ibridazioni fra modern jazz, hip-hop ed elettronica e di sperimentazioni intriganti quali ad esempio gli interventi di spoken word del poeta-performer Mike Ladd; McCraven �� invece un veterano rispetto al collega parigino, ma pur suonando professionalmente a Chicago dal 2007, ha raggiunto il successo internazionale solo negli ultimi anni, per merito di un talento unico e di una spiccata visionariet�� sonora costantemente votata alla generazione e alla condivisione di emozioni, come dimostrano i numerosi progetti collaborativi realizzati, i live recordings e, in particolare, il disco Universal Beings e alcune altre produzioni illuminate come Ism di

Junius Paul

bass, electric

" data-original-title="" title="">Junius Paul.

Dal punto di vista concettuale, le "Moving Cities" non sono solo Chicago e Parigi, ma tutte quelle metropoli scosse dalla globalizzazione che, come il disco dimostra attraverso la musica, incide anche sui paesaggi sonori urbani e suburbani: le citt�� non sono pi�� agglomerati statici ma processi in continuo divenire, cos�� come le identit�� e le culture che le attraversano in ogni istante. Un concetto che nel disco viene trasmesso musicalmente attraverso ritmi frenetici, scosse di rumorismi, cambi di tempo, sospensioni oniriche, alternanza fra luminosit�� acustica e oscurit�� elettronica e progressivo collasso di ogni possibilit�� di strutturazione melodica (emblematico da questo punto di vista �� il passaggio dalla traccia d'apertura "Triple A," fondata su un groove drum&bass ben definito e dilatato a tratti dalle incursioni scintillanti ai fiati di Berjeaut e di

Julien Lourau

saxophone, soprano

" data-original-title="" title="">Julien Lourau, alla penultima traccia "Out Seven," assordante collage di samples digitali e di beat elettronici confezionati dalla coppia

Arnaud Roulin

piano

" data-original-title="" title="">Arnaud Roulin-Lorenzo Bianchi Hoesch e tenuti insieme dal duttile basso di Paul che riempie le stasi e fa da collante). Uno degli elementi che lascia certamente il segno �� il flusso di sonorit�� post-wave generato dalle chitarre di

Matt Gold

guitar

" data-original-title="" title="">Matt Gold e Guillaume Magne, che suonano come se avessero in mano degli strumenti percussivi con cui nutrire il gi�� fitto intrigo sonoro intrecciato dalle conversazioni impossibili fra le correnti magnetiche spirate dalla tromba di Berjeaut e le pulsazioni rap-tribali scatenate dalla batteria di McCraven, solo apparentemente inconciliabili nel loro essere devoti l'uno alla sottrazione (Berjeaut) e l'altro al riempimento (McCraven): Berjeaut disperde le sonorit�� e apre spazi di improvvisazione che McCraven �� abile a cogliere e plasmare dando voce anche agli altri strumenti. Ne conseguono brani come "Shadows," "The New Untitled (Potomac Avenue)" e "Twelwe Donkeys," viaggi nell'abisso che avvolgono in atmosfere care ai

Weather Report

band / ensemble / orchestra

" data-original-title="" title="">Weather Report di Mysterious Traveller, ai Cure di Pornography e al

Flying Lotus

multi-instrumentalist

" data-original-title="" title="">Flying Lotus di Until the Quiet Comes.

Siamo lontani anni luce dal suono puro e bello del jazz di stampo europeo cos�� come dal minimalismo di

Steve Reich

composer / conductor
b.1936

" data-original-title="" title="">Steve Reich e di

Philip Glass

composer / conductor
b.1937

" data-original-title="" title="">Philip Glass. Quello che Berjeaut e McCraven dimostrano con Moving Cities �� che il jazz contemporaneo non pu�� che essere come le metropoli post-moderne in cui viviamo: instabile, trasformativo, profondamente meticciato.

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Track Listing

Triple A; Shadows; JP's Beats; The New Untitled (Potomac Avenue); Twelve Donkeys; Down the Clipper; Lost and Found; Lourau's Loop; Sci-Fi; Outro; Out to Seven [Digital Bonus Track]; Diggin the White Room [Digital Bonus Track].

Personnel

Antoine Berjeaut

trumpet

Antoine Berjeaut: trumpet; Makaya McCraven: drums; Julien Lourau: saxophone; Arnaud Roulin: synthesiser; Lorenzo Bianchi Hoesch: live electronics, effects; Guillaume Magne: guitar; Matt Gold: guitar.

Album information

Title: Moving Cities | Year Released: 2019 | Record Label: I See Colors

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