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NovaraJazz 2023

Courtesy Luciano Rossetti
Novara, varie sedi
111.06.2023
"Abbiamo ormai alle spalle vent'anni di passione con l'amico e socio Riccardo Cigolotti, accanto a tanti che hanno legato un pezzo della loro vita a questa piccola grande avventura. Il nostro punto di partenza è sempre stato lavorare su Novara e sulla sua comunità con progetti nuovi e poco presenti in Italia, convinti che un territorio possa trarre beneficio dagli stimoli culturali e da un forte marketing territoriale." Queste parole di Corrado Beldì, uno dei due direttori artistici di NovaraJazz, sintetizzano la filosofia e gli obiettivi fondamentali di questo festival giunto alla ventesima edizione senza smentire il suo forte carattere. Se nel primo fine settimana il programma è stato proiettato sul territorio provinciale mettendo in evidenza alcuni rilevanti aspetti paesaggistici, culturali e artistici, è indubbio che negli ultimi giorni, dall'8 al l'11 giugno, si sono esibiti i nomi internazionali di maggior calibro, dislocati di volta in volta nelle più opportune e prestigiose sedi del centro storico del capoluogo. In particolare, una scelta portante dell'edizione del ventennale ha funzionato da generatrice di altri appuntamenti: "Non potevamo che invitare la nuova versione della Exploding Star Orchestra di

Rob Mazurek
trumpetb.1965
Reduce da una frattura all'omero che lo ha tenuto lontano dai palcoscenici per un paio di mesi,
Pasquale Mirra
vibraphone
Don Cherry
trumpet1936 - 1995
Al Palazzo Bellini si sono succedute altre due solo performance di altrettante componenti dell'orchestra di Mazurek.

Nicole Mitchell
fluteb.1967
Non molto diversa l'impostazione improvvisativa di

Angelica Sanchez
pianoEntrambe le musiciste, volitive, di solida preparazione tecnica, con prestigiose collaborazioni alle spalle, sono espressione della più impegnata ed attuale ricerca americana degli ultimi decenni. Fra l'altro sono state insignite di due riconoscimenti particolari da parte degli organizzatori: alla Mitchell, da molti anni co-presidente della storica AACM di Chicago, è stata consegnata una delle due Chiavi d'Oro di NovaraJazz 2023, mentre la Sanchez ha ricevuto una targa per essere stata la musicista No. 2000 a calcare i palcoscenici del festival.
Altri tre improvvisatori, che non fanno parte della Exploding Star Orchestra, hanno sostenuto solo performance estremamente interessanti, diversissime fra loro. Alle prese con l'organo della chiesa di San Giovanni Decollato,

Veryan Weston
pianob.1950
Un'altra proposta insolita è stata ospitata alla Galleria Giannoni d'arte moderna, dove il contrabbassista danese

Adam Pultz Melbye
bassb.1981
Nella chiesa del Carmine,

Joe McPhee
woodwindsb.1939
McPhee è stato anche ospite del trio che

Gabriele Mitelli
trumpetb.1988

John Edwards
bass, acoustic
Mark Sanders
drumsb.1960
Ancora di libera improvvisazione free e di formazione paritaria si può parlare nel caso dell'inedito trio esibitosi in una sede della Soprintendenza e costituito dallo stesso Mitelli, da

Ingebrigt Håker Flaten
bassb.1971

Mikel Patrick Avery
drumsb.1982
Rob è stato appunto il protagonista di questa edizione, che lo ha presentato anche con due diversi trii. La pluriennale collaborazione fra il trombettista e

Damon Locks
composer / conductor
Mauricio Takara
percussionIl Chicago/Sao Paolo UndergroundMazurek con

Chad Taylor
drumsb.1973
Tutti i concerti recensiti finora si sono svolti di mattina o di pomeriggio nelle raccolte sedi citate, in cui è stato favorito un rapporto ravvicinato fra interpreti e ascoltatori, immersi in un perfetto silenzio e nella massima concentrazione. Diversa la situazione visiva ed acustica dei concerti serali gratuiti all'interno del Broletto, luogo storicamente destinato all'incontro e allo scambio di esperienze e pertanto formicolante della vitalità di un pubblico eterogeneo, che ha necessariamente contribuito a creare un'ampia rumorosità di fondo. Qui il palcoscenico allestito su un lato della corte ha accolto le formazioni più numerose.
Attiva dal 1999 sotto la direzione del clarinettista e compositore
Peter Vermeersch
clarinet, bassLa nutrita edizione del ventennale ha presentato molte iniziative che sarebbe giusto approfondire, a cominciare dalla mostra fotografica monografica di Luciano Rossetti. Per quanto riguarda le altre proposte concertistiche, meritano un accenno gli appuntamenti di sostegno ad alcuni progetti attuali e trasversali da parte di WeStart, Centro di Produzione Musica Piemonte Orientale, unico nel Nord Italia riconosciuto dal Ministero della Cultura ed anche il concerto del Bantu Continua Uhuru Consciousness, uno scatenato settetto di voci e percussioni proveniente da Soweto che al Broletto ha concluso il festival in modo festoso.
? il caso di soffermarsi invece sull'evento clou del festival: il concerto della Rob Mazurek Exploding Star Orchestra, che ha eseguito una suite concatenata in vari episodi. Dopo un incipit dell'ensemble prudente e disarticolato, il vibrafono di Pasquale Mirra ha introdotto movenze più cadenzate che hanno avviato il lavoro integrato e costante dei due batteristi, Chad Taylor e Mikel Patrick Avery, e del contrabbasso pulsante di Ingebrigt H?ker Flaten. A questi si sono poi aggiunte le essenziali parti solistiche, finalizzate ad uno sviluppo del tema di base: nell'ordine il leader, Nicole Mitchell al flauto e Angelica Sanchez al piano. Anche i contributi alle percussioni e all'elettronica da parte di Takara e le declamazioni verbali e i flussi elettronici di Damon Locks, nonché le sue spigolose movenze di danza, hanno avuto un senso ben preciso, non solo una funzione riempitiva. La suite, unitaria, vibrante, in parte imprevedibile, ha calibrato vari gradi di energia, organizzando temi dalla marcata caratterizzazione melodico-ritmica e sortite solistiche dai sapori decisi. A parte l'autorevole leadership di Mazurek, non sarebbe giusto fare graduatorie fra i componenti dell'orchestra, tutti motivati e indispensabili. Eppure, come non citare la fondamentale funzione motoria sostenuta dalla sezione ritmica, gli immaginifici arabeschi esotizzanti della flautista, le scorribande risolute e sfavillanti di Mirra? In questa musica, frenesie metropolitane e umori etnici, passato e futuro, una diffusa spiritualità e certezze tecnologiche si sono unite in un canto collettivo di speranza verso una società civile e multiculturale.
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