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Nuove Orchestre Alla Ribalta
By
John Beasley
piano
Michael Davis
tromboneIl tutto spazia tra le varie estetiche del linguaggio orchestrale moderno, dal modern mainstream al post free.

Extempora
Parco della Musica
2016
Iniziamo a parlare dell'orchestra italiana diretta da Mario Corvini che pubblica con l'etichetta Parco della Musica. L'auditorium romano ha sostenuto il debutto della band formata da Corvini nel 2012, che riunice talenti di varie regioni italiane ed è l'orchestra residente dell'Auditorium Parco della Musica.
Figlio di Alberto Corvini -storica prima tromba dell'orchestra RAI-Mario è trombonista, docente e arrangiatore di valore, che dirige la Parco della Musica Jazz Orchestra dal 2005. Le sua fantasiosa scrittura (ma un paio di partiture sono di Gianluigi Giannatempo) è evidente in questo nuovo progetto con orchestrazioni trascinanti, ricchi di svolte e caratterizzate da un variopinto tessuto timbrico. Pur condividendo l'estetica mainstream, l'organico esprime aperture più avanzate. Corvini ha assimilato i metodi della conduction di

Lawrence "Butch" Morris
cornet1947 - 2013
Daniele Tittarelli
saxophone, alto
Monk'estra -Vol. 1
Mack Avenue Records
2016
Restiamo nello stesso ambito estetico per presentare il debutto discografico di un'altra orchestra attiva da qualche anno. La dirige

John Beasley
piano
Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Steely Dan
band / ensemble / orchestrab.1972

James Brown
vocals1933 - 2006

Ry Cooder
guitarb.1947

Thelonious Monk
piano1917 - 1982

Hall Overton
piano1920 - 1972

Wynton Marsalis
trumpetb.1961
Per quest'incisione John Beasley ha aggiunto alla sua orchestra di 15 elementi (tra cui

Bob Sheppard
saxophone, tenorb.1952

Brian Swartz
trumpetb.1967

Gary Burton
vibraphoneb.1943

Francisco Torres
trombone
Gregoire Maret
harmonicab.1975

Terreon Gully
drums
Robert Glasper
pianob.1978

Gary Novak
drums
Hip-Bone Big Band
Hip-Bone Music
2016
Restiamo negli Stati Uniti con lo smagliante album dell'Hip-Bone Big Band dall'omonimo titolo diretta da

Michael Davis
trombone
Buddy Rich
drums1917 - 1987

Louie Bellson
drums1924 - 2009

Bob Mintzer
saxophoneb.1953
Lungo i 12 brani composti e arrangiati dal leader (nel più elettrizzante modern mainstream orchestrale) si alternano

Conrad Herwig
tromboneb.1959

Marshall Gilkes
tromboneb.1978

Nick Finzer
tromboneb.1988

Michael Dease
tromboneb.1982
George Flynn
trombone
Bill Reichenbach
drums1923 - 2008

Scott Wendholt
trumpetb.1965

Dick Oatts
saxophone, altob.1953

Bob Malach
saxophone, tenorConcludiamo con due formazioni del Nord Europa, la norvegese Scheen Jazzorkester della pianista Rune Klakegg e la Berlin Soundpainting Orchestra di Hada Benedito. Due orchestre a direzione femminile di alta originalità, dove la presenza dell'"altra metà del cielo" si fa sempre più massiccia.

Fjon
Losen Records
2016
L'impressione più forte viene dal disco della prima big-band (Fjon, Losen Records 2016), sorprendente per l'alta maestria della scrittura e la visione complessa e sofisticata del fare musica orchestrale. Rune è attiva sulla scena norvegese dagli ultimi anni settanta (oggi ha 60 anni) ed ha svolto un ruolo di primo piano come leader di propri gruppi e in collaborazioni entro e fuori il jazz (

David Murray
saxophone, tenorb.1955

Van Morrison
vocalsb.1945
La referente più vicina per questa musica è

Maria Schneider
composer / conductor
Gil Evans
composer / conductor1912 - 1988

Thomas Johansson
trumpetb.1983

Holoturia
Aut Records
2016
Concludiamo con Holothuria , primo album della Berlin Soundpainting Orchestra, un organico di 14 elementi diretti da Hada Benedito, giovane pianista e compositrice che da un decennio realizza opere sperimentali, influenzate dalla musica classica contemporanea e dalla libera improvvisazione post-free. Residente a Berlino dal 2009, ha fondato quest'ensemble tre anni dopo collaborando con artisti visuali e noti improvvisatori europei, realizzando opere in situazioni multimediali come il commento di film muti. Un organico da apprezzare globalmente, forse sacrificato dalla sola dimensione sonora, che appare comunque interessante.
Holoturia presenta la suite omonima in quattro movimenti e l'opera "Kalte Stücke" privilegiando più le micro relazioni tra gli strumentisti che il collettivo: itinerari che evitano strutture riconducibili al passato e si snodano in forme spesso aleatorie, prendendo spunto da input tematici o iterazioni ritmiche. I momenti suggestivi non mancano e ampio spazio è dato ai sassofonisti: il notevole " data-original-title="" title="">Jonathan Lindhorst e gli italiani Federico Eterno e Davide Lorenzon che non sfigurano certo.
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