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Proposte pluridirezionali al Bologna Jazz Festival

Bologna, Modena e Ferrara, varie sedi
27.10-20.11.2016
Oltre a costituire il logo del festival e a illustrare i programmi di sala, le immagini di Gianluigi Toccafondo, virate in bianco, nero e arancione, hanno invaso alcune parti della città, dagli autobus ai pilastri dei portici di Via Indipendenza. Un modo non marginale per qualificare la grafica e la presenza visiva della manifestazione felsinea, giunta all'undicesima edizione. I cangianti e allusivi cortometraggi di Toccafondo, commentati dal rock tonico del quintetto di C'mon Tigre, comprendente Beppe Scardino e Pasquale Mirra, hanno inoltre rappresentato un'insolita anteprima del festival.
Per quanto riguarda l'indirizzo delle scelte artistiche, ognuno dei cinque concerti principali, tenutisi in tre teatri cittadini, equivaleva a un diverso filone dell'attualità jazzistica: una sorta di piccolo campionario per saggiare le preferenze del pubblico, la cui composizione è in effetti di volta in volta leggermente cambiata. Si è iniziato all'Unipol Auditorium nel segno della tradizione hard bop più autentica con

The Cookers
band / ensemble / orchestra
David Weiss
trumpetb.1964

Craig Handy
saxophoneb.1962

Billy Harper
saxophoneb.1943

Cecil McBee
bassb.1935

Billy Hart
drumsb.1940

Antonio Farao
pianob.1965

George Cables
pianob.1944
Una prima assoluta, dal tono vagamente seducente e sofisticato, è stato l'incontro fra

Paolo Fresu
trumpetb.1961

Uri Caine
pianob.1956
Lo

Steve Coleman
saxophone, altob.1956
Se il concerto dell'ensemble di Coleman ha costituito il vertice jazzistico del festival, una diversa coniugazione dell'attualità è venuta dalla prova -alla quale non ho potuto assistere ma che mi è stato riferito eccellente -del quartetto Aziza (

Chris Potter
saxophone, tenorb.1971

Lionel Loueke
guitarb.1973

Dave Holland
bassb.1946

Eric Harland
drumsb.1976
Una visione della contemporaneità più globalizzata e trasversale ha caratterizzato invece l'esibizione del

Kronos Quartet
band / ensemble / orchestra
Jacob Garchik
tromboneMa il cartellone della manifestazione autunnale comprendeva molti appuntamenti nei jazz club, anche fuori Bologna (il nuovo cooptato Teatro Dadà di Castelfranco Emilia, che ha ospitato il

Jeremy Pelt
trumpetb.1976

Barry Harris
piano1929 - 2021

Buster Williams
bass, acousticb.1942

Giovanni Guidi
piano
Daniele di Bonaventura
bandoneonb.1966
Nel piccolo Barazzo, stipato di giovani vocianti in piedi, hanno trovato la giusta concentrazione il quartetto Frontal di

Simone Graziano
piano
Hamid Drake
drumsb.1955

Myra Melford
pianob.1957

Samuel Blaser
tromboneb.1981
Foto: Daniele Franchi.
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Simone Graziano
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