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Young Jazz Festival

Foligno, vari luoghi
1725.05.2014
Spente le dieci candeline il Young Jazz Festival ha raggiunto una tappa significativa e benaugurale se si considerano i tempi che corrono. Come nelle passate edizioni, una delle scelte caratterizzanti è stata quella di costruire nel tempo iniziative estremamente importanti sotto il profilo umano e sociale, che hanno coinvolto, oltre ovviamente i giovani, anche anziani, bambini, disabili e stranieri della comunità folignate. In tale spirito rientrano l'esibizione della Liberorchestra e la messa in scena dello spettacolo Giezzisti 3, svoltesi nella prima parte della manifestazione.
Allo stesso tempo non sono mancati gli appuntamenti jazzistici di rilievo (fra i quali il

Particolarmente attese le due presenze straniere. Nella musica del trio del chitarrista

Jakob Bro
guitarb.1978

Bill Frisell
guitar, electricb.1951

Jon Christensen
drums1943 - 2020

Thomas Morgan
bass, acousticForse non facile da decifrare ma d'indubbio impatto e piuttosto originale si è rivelata la performance del quintetto Overseas pilotato dal contrabbassista

Eivind Opsvik
bass
Kenny Wollesen
drums
Brandon Seabrook
guitarb.1984

Arto Lindsay
guitarb.1953
A differenza che nei documenti discografici, apparentemente più marginali, ma sempre funzionali ed efficaci, sono sembrati il ruolo del tenore di

Tony Malaby
saxophone, tenor
Jacob Sacks
pianoCome le due formazioni appena recensite, l'

Enrico Rava
trumpetb.1939
Pur nella sostanziale differenza delle visioni espressive e stilistiche, anche in questo agile quartetto, come nel trio di Bro e nell'Overseas di Opsvik, l'accoppiata chitarracontrabbasso (in questo caso " data-original-title="" title="">Frencesco Diodati e


Enrico Morello
drumsb.1988
La conclusione di questa edizione del festival, all'Auditorium San Domenico, è stata a carico del duo Soupstar (

Giovanni Guidi
piano
Gianluca Petrella
tromboneb.1975

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979
Il quintetto completato da Rava, Evangelista e

Bernardo Guerra
drumsNon sono inoltre mancate altre sorprese al Young Jazz, in particolare il "secret concert" nella mattina di sabato 24, la cui location e formazione sono state annunciate on line poche ore prima dell'evento. Sotto il sole di mezzogiorno, sulla terrazza Liberty di un ospitale B&B privato si è esibito il trio di Beppe Scardino, completato da Gabriele Evangelista al contrabbasso e Andrea Melani alla batteria. Il trio, sufficientemente rodato, ha proposto brani del leader: alcuni già collaudati ed altri recenti, ispirati al mondo delle piante.
Chi dal baritonista livornese e dal suo ruvido Cohn del 1936 si fosse aspettato tinte forti, accenti esuberanti e ritmati sarebbe rimasto in parte deluso: con esclusione dell'ultimo brano, sono prevalse infatti evoluzioni pensose e melodie avvolgenti, con basso e batteria impegnati a fornire un contesto adeguato, mai invadente.
Rimangono da segnalare altre due notevoli presenze italiane. Nella notte di sabato 24 maggio, prima della festa finale, con il taglio della torta del decennale, si è esibito il trio di

Cristiano Arcelli
saxophone, alto
Stefano Senni
bass, acousticSe la prima apparizione di questo nuovo trio, dall'identità spiccata ed attuale, ha davvero convinto, costituendo la sorpresa più gradita del festival, una prevedibile conferma è venuta dal Dinamitri Jazz Folklore, settetto toscano coeso da oltre dieci anni di attività sotto la guida del sassofonista Dimitri Grechi Espinoza. In questo caso la semplicità dei temi, coniugata con un saturo impianto poliritmico, ha avviato i sostenuti sviluppi collettivi di un interplay tribale.
Un'ultima considerazione: il principale obiettivo del festival diretto da Giovanni Guidi è quello di rivolgersi ad un pubblico giovane, fornendo occasione di stimolo culturale e di aggregazione. Da un lato tale obiettivo è stato pienamente raggiunto, richiamando una folla di giovani vocianti, soprattutto negli appuntamenti gratuiti nelle notti del fine settimana, e animando molti angoli del centro storico di Foligno. D'altro canto però il puro aspetto musicale ne è uscito penalizzato, in quanto per molti gruppi in programma (la Dinamitri Jazz Folklore, il trio Hobby Horse di

Dan Kinzelman
saxophone, tenorJoe Rehmer
bass, acousticStefano Tamborrino
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