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Antonello Salis - Stefano "Cocco" Cantini ArDuo al Teatro Regina Margherita di Marcialla

Courtesy Alessandro Guerrini - Guerrini Photographers
Teatro Regina Margherita
Marcialla (FI)
11.02.2023
Colonne del jazz italiano ed entrambi musicisti straordinari, estremamente diversi tra loro e ciononostante costanti collaboratori da trent'anni,

Antonello Salis
accordionStefano Cantini
saxophoneIl concerto ha rispecchiato tanto la diversità dei due artisti, quanto la loro intesa, umana e musicale. Infatti, su di un programma estremamente varioche ha spaziato da Coltrane a Morricone, passando per brani dell'uno e dell'altro dei protagonisti, tradizionali folk rivisitati e altre gemmei due hanno adottato un approccio "ibrido," che valorizzava non solo la bellezza dei suoni dei rispettivi strumenti e il contrasto timbrico, ma anche e soprattutto il lirismo del sassofonista e l'anarchismo atonale del tastierista, unendoli virtuosamente grazie a un carattere comune: l'entusiasmo.
Qualunque fosse infatti la provenienza dei brani, chiunque dei due aprisse le danze ora Cantini con introduzioni discorsive del tenore o agili fraseggi del soprano, ora Salis con percussioni sulle corde del piano o evoluzioni sonore al mantice della fisarmonica inevitabilmente la virtuosa risoluzione dei contrasti arrivava puntualmente nell'appuntamento che i due si davano nel cuore intenso e palpitante della musica.
E se Salis a momenti tendeva ad accentare maggiormente il rumorismo e l'astrattezza timbrica, ecco che Cantini, dopo avergli lasciato spazio, lo riportava docilmente sulle coordinate melodiche; così come se questi dava maggiore continuità al lirismo, ecco che l'altro entrava a gamba tesa con percussioni del piano o strappi del mantice, cambiando atmosfera, tempo e talvolta persino tema, portando il compagno a esplorare altre strade. Tutto questo condito da una divertita e divertente interazione extramusicale dei due sia sul palco, sia con il pubblico, fatta di scherzi, battute, aneddoti sulle innumerevoli avventure concertistiche assiemesegno di un'amicizia e di un rispetto senza i quali i risultati artistici non possono venire.
In un concerto di oltre un'ora e mezzo, prolungato dai richiami del pubblico e dal tangibile piacere di suonare, c'è stato il tempo anche per un brano di Monk, anche se per chi scrive i momenti più toccanti sono stati due antiche canzoni maremmane: "I ponti di Badia," recuperata "sul campo" e poi riarrangiata da Cantini, che per l'occasione ha accompagnato al pianoforte l'interpretazione di Salis alla fisarmonica, e "Maremma amara," nella quale il sassofonista ha potuto liberare tutta la sua espressività al soprano, di cui è assoluto maestro.
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