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Sesto Jazz 2025

Courtesy Sara Lombardi
Teatro Della Limonaia
Sesto Fiorentino
7-9 marzo 2025
Come ogni anno, la Scuola di Musica Bruno Bartoletti e Music Pool portano il grande jazz a Sesto Fiorentino con le tre serate di Sesto Jazz, grazie anche alla direzione artistica di

Alessandro Lanzoni
pianoAd aprire il festival, venerdì 7 marzo, è stato lo straordinario pianista statunitense

Danny Grissett
piano
Tom Harrell
trumpetb.1946

Ambrose Akinmusire
trumpetb.1982

Seamus Blake
saxophoneb.1970

Thelonious Monk
piano1917 - 1982

Duke Ellington
piano1899 - 1974

Mulgrew Miller
piano1955 - 2013
Qualcosa di non molto diverso si può dire del concerto del sabato, di scena la giovane cantante

Deelee Dube
vocals
Juan Galiardo
pianob.1976

Jabu Nkosi
keyboards1954 - 1999

Sheila Jordan
vocals1928 - 2025

Norma Winstone
vocalsb.1941

Il concerto conclusivo, e anche quello di maggior richiamo, si è svolto la domenica ed era per così dire "fatto in casa": di scena infatti il trio composto dal direttore artistico Alessandro Lanzoni al pianoforte,


Jeff Ballard
drumsb.1963
Il concerto è iniziato con una lunga, rarefatta e bellissima improvvisazione, che tuttavia è poi sfociata in un brano scritto, quali sono poi stati anche quelli che hanno dato vita all'ora e mezzo di musica: molti originali, perlopiù di Lanzoni, ma anche degli altri due membri della formazione, e qualche brano della storia del jazz, sempre comunque suonati con incredibile libertà e costante creatività. Quest'ultima proveniente da tutti e tre i musicisti, perché se Lanzoni ha certo figurato maggiormente grazie alla naturale dominanza del pianoforte sugli altri strumenti, l'interplay tra gli artisti è sempre rimasto stringente, così da permettere in ogni momento che ciascuno aggiungesse del suo alle trame che venivano sviluppate. Così, se il piano ha esplorato dimensioni oniriche, astratte e atonali, lasciando gli spettatori sospesi sulle onde della musica, il contrabbasso di Evangelista è rimasto costantemente in contrappunto, avventurandosi a sua volta in mirabili universi sonori durante gli assoli e uno dei brani era appunto in solitudine, cosa ch'è raro vedere in un piano trio mentre la batteria era sempre presente ora con le spazzole, ora con le bacchette che si alternavano tra pelli e spigoli per "spostare" l'universo timbrico, oltre a un paio di lunghi assolo, potenti come si conviene, ma anche variopinti e attenti all'aspetto timbrico più che a quello dinamico.
Un gran concerto, alla fine, giustamente acclamato a lungo e con i musicisti richiamati in sala due volte e felicissimi di rientrare perchécome ci ha detto lo stesso Ballard poco dopoera stato un concerto di grande ascolto reciproco, in cui si volava alto. Sperando che possa essere ascoltato spesso nei festival che vanno ad aprirsi in primavera e aspettando con interesse il disco in uscita, questo splendido trio ha intanto concluso degnamente l'edizione 2025 di Sesto Jazz, un festival piccolo nel numero di date, ma non nella qualità delle proposte.
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