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Teho Teardo a Mixité 2025

Courtesy Marco Pacini
P.A.R.C.
Mixité 2025
Firenze
23 marzo 2025
Per la serie Mixité 2025, i concerti prevalentemente pomeridiani presso il P.A.R.C. di Firenze, Toscana Produzione Musica ha proposto stavolta un evento decisamente inconsueto: un "concerto al buio" del compositore e performer friulano Theo Teardo, musicista che solo occasionalmente ha avuto contatti diretti con il jazz, ad esempio con le collaborazioni con

Erik Friedlander
cellob.1960
In questo caso Teardo ha presentato un programma di circa un'ora di musica prevalentemente elettronica, con sintetizzatori e campionatori, registrazioni fatte nei boschi delle montagne carniche perlopiù postprocessate e percussioni di gong e campane. La partitura doveva restituire le sensazioni vissute durante le registrazioni nei boschi, avvenute di notte per cogliere i rumori degli animali: da ciò l'idea di uno spettacolo a luci di sala completamente spente, con una minima luminosità sul palco per permettere a Teardo di suonare. In più, visti gli spazi del P.A.R.C., è stata offerta la possibilità di fruire del concerto stando stesi sul pavimento, su materassini distribuiti all'ingresso.
Va anzitutto detto che l'idea è palesemente piaciuta molto: la prevendita ha infatti esaurito in tempi record tutti i posti disponibili per il concerto pomeridiano, cosicché ne è stata prevista una replica per le 21,30 (quella a cui siamo poi stati presenti), esauritasi anch'essa ben prima del giorno del concerto. Il pubblico presente è apparso estremamente variegato, anche se una volta tanto in prevalenza molto giovane.
La sala era attrezzata con poche sedie su un lato, un piano rialzato e imbottito dove sedersi e/o stendersi sul fondo, per il resto a pavimento nudo, sul quale gli ascoltatori hanno posto i materassini (alcuni si erano premuniti, portandoli da casa) distesi sui quali godersi lo spettacolo. Teardo ha iniziato dando brevi spiegazioni sul perché di una performance così particolare, invitando a porre attenzione ai campionamenti dei rumori del bosco. Poi le luci si sono spente e la musica è iniziata con una serie di rarefatti rintocchi di campane e vari suoni percussivi, che poi hanno via via lasciato spazio alla musica elettronica. Lo sviluppo della quale è stato molto vario, passando da atmosfere ambient ad altre più progressive, con momenti di sonorità basse e percussive anche molto aggressive. Francamente rare, almeno per chi scrive, le annunciate suggestioni "naturali," ma numerose, invece, le sovrapposizioni timbriche presenti in molti passaggi, le quali rendevano l'ascolto al buio (e a occhi chiusi) particolarmente interessante.
Nulla di particolarmente nuovo, sia chiaro: né nel tipo di sonorità, né nello sviluppo, che è stato piuttosto vario e ricco, ma anche non particolarmente coerente dal punto di vista narrativo. Per cui, alla fine, la cosa più interessante è risultata proprio la singolare modalità di fruizione, che da un lato favoriva l'ascolto di dettagli che altrimenti sarebbero forse andati perduti, dall'altro era piacevolmente rilassante, al punto che nel finale a sfumare (giunto dopo una citazione della colonna sonora di Twin Peaks) si è percepito il rumore di qualcuno che... russava! Nel congedo, Teardo ha simpaticamente ringraziato anche per questo, sostenendo di essere felice che la sua musica abbia effetti fisicamente positivi di questo genere... Scherzasse o meno, all'uscita l'umore del pubblico sembrava molto positivo, cosa che probabilmente va considerata una conferma del suo giudizio.
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