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Thumbscrew alla Casa del Jazz di Roma

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By Mario Calvitti
December 22, 2017
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Thumbscrew
Casa del Jazz
Roma
06.11.2017

Il progetto

Thumbscrew

band / ensemble / orchestra

" data-original-title="" title="">Thumbscrew nasce dall'incontro di tre forti personalit�� della scena dell'avanguardia jazzistica newyorkese, la chitarrista

Mary Halvorson

guitar

" data-original-title="" title="">Mary Halvorson, il contrabbassista

Michael Formanek

bass, acoustic
b.1958

" data-original-title="" title="">Michael Formanek e il batterista

" data-original-title="" title="">Tomas Fujiwara. Tra loro �� scattata subito un'alchimia che li ha portati alla fondazione del trio, che ha gi�� pubblicato due album per la Cuneiform.

Recentemente hanno registrato per la stessa label due nuovi CD che verranno pubblicati nel 2018, uno di composizioni originali e uno di covers. Nel concerto romano, ultima di tre tappe italiane all'interno di un breve tour europeo, hanno presentato i brani originali dal lavoro di prossima uscita. Le composizioni, firmate singolarmente dai tre musicisti, mostrano una grande omogeneit��, a dimostrazione della forte comunit�� di intenti che contraddistingue i membri del trio.

La loro musica nasce dal desiderio comune di trovare uno sbocco improvvisativo collettivo all'interno di una scrittura rigorosa. Dal vivo questo approccio viene mantenuto, con i musicisti che leggono dagli spartiti, in modo tale che l'improvvisazione scaturisce in modo naturale dai temi ritmicamente complessi.

I tre musicisti sono tutti compositori ed esecutori, e nell'economia del trio hanno lo stesso peso, anche se inevitabilmente, per via dello strumento, �� la chitarrista a risultare pi�� spesso in primo piano. Il suo solismo, agile e nervoso, si basa su una ricerca timbrica che coinvolge l'uso di loops e un range di toni della sua chitarra semiacustica che va dal caldo morbido all'aspro distorto, sostenuta dall'interplay dei compagni che formano molto di pi�� di una semplice sezione ritmica di accompagnamento, ma stimolano reciprocamente un dialogo continuo che costituisce l'essenza di ogni composizione. Il grosso merito del trio �� quello di aver trovato il giusto equilibrio tra il cerebralismo delle composizioni e l'immediatezza dell'improvvisazione, mantenendo una fluidit�� e una scorrevolezza tutt'altro che scontate.

Un ottimo concerto da parte di uno dei gruppi pi�� interessanti della scena jazzistica contemporanea.

Foto (di repertorio): Peter Gannushkin

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