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Udin&Jazz 2015 - Argento Vivo

Corte Morpurgo e Castello
Udine
29.06-03.07.2015
Udin&Jazz ha tagliato quest'anno il ragguardevole traguardo del quarto di secolo con un programma, come negli anni più recenti, spalmato su circa un mese e sapientemente composto di artisti internazionali di primissimo piano (da

Kurt Rosenwinkel
guitarb.1970

Chick Corea
piano1941 - 2021

Ron Carter
bassb.1937

Caetano Veloso
guitarb.1942

Gilberto Gil
guitarb.1942
Qui ci concentreremo sul nucleo centrale e più intenso del festival, che ha avuto luogo da martedì 29 giugno (ma già il giorno precedente erano andati in scena il trio di Renato Strukelj, ospite

Maurizio Giammarco
saxophoneb.1952

Ron Carter
bassb.1937
Il concerto pomeridiano del martedì ha visto sul palco il trio di Massimo De Mattia, appena documentato sul recentissimo doppio CD Skin, uscito per Caligola, rassegna di numerosi ed eterogenei progetti del flautista. Accanto al leader la voce e le percussioni del pirotecnico Luca Grizzo e il contrabbasso di Alessandro Turchet. Il titolo della performance, "The Erotic Variations," rendeva bene l'idea guida di una musica basata sul corpo e sulla sua centralità nella musica improvvisata, perché tanto i suoni inquieti e cangianti dei flauti di De Mattia, quanto le scoppiettanti espressioni vocali e le creative invenzioni con oggetti di Grizzo erano un tripudio della matericità corporea, così come la fortissima, palpabile interattività dei tre musicistiesemplare da questo punto di vista il ruolo solo apparentemente defilato di Turchet, in realtà ago della bilancia e abile ad alternare arco e pizzicato in funzione delle altrui scelte espressive. Geniale Grizzo, che ha con profitto usato strumenti stranicome l'osso mandibolare di un animaleo sperimentato effetti inusitaticome vocalizzare con un tamburo di fronte alla bocca. Spettacolo di alto livello, godibilissimo dal vivo proprio per l'elemento corporeo che ne alzava la fruibilità.
Atmosfere del tutto diverse la sera con la "notte blues" che ha visto in scena tre gruppi diversi. Prima il trio del chitarrista e cantante Jimi Barbiani, con una proposta un po' monocorde e facente leva soprattutto su effetti e volumi. Stemperati però allorquando si è aggiunto in alcuni brani l'armonicista Gianni Massarutto, che pur usando anch'egli effetti elettronici ha vivacizzato e diversificato il clima, destando nuove impressioni. A seguire il concerto della cantante e chitarrista acustica Bettina Schelker, di grande energia e comunicativa ma non particolarmente originale, ed infinepezzo forte della seratail trio di
Carl Verheyen
guitarIl mercoledì pomeriggio di scena Flavio Zaninotto, storico sassofonista friulano, con il suo Organ Trio, che lo vede assieme a
Renato Chicco
organ, Hammond B3
Andy Watson
drumsLa sera al Castello, di fronte a un pubblico particolarmente ampio, di scena uno dei nomi forti del cartellone: la pianista giapponese

Hiromi
pianob.1979

Anthony Jackson
bass, electricDi nuovo un originale progetto locale il giovedì pomeriggio, con Barabba's, coraggioso quartetto capitanato dalla giovane contraltista Clarissa Durizzotto che ha all'attivo il recente CD Mirae Umbrae uscito per Dobialebel. L'intento del lavoro è coniugare musica e testi poetici illustranti situazioni drammatichefollia, reclusione, malattiarecitati dalla voce di Aida Talliente. Della complessa partita erano anche Giorgio Pacorig al Fender Rhodes, Romano Todesco al contrabbasso e Alessandro Mansutti alla batteria, mentre i testi riprendevano suggestioni tratte da autori come Pasolini, Saramago, Alda Merini, solo per citarne alcuni. Lo spettacolo è stato certamente di grande interesse, grazie anche all'abilità espressiva di entrambe le principali protagonistela Durizzotto è, non da oggi, uno dei giovani contralti più interessanti della scena non solo locale, la Talliente è stata una vera sorpresa. Tuttavia, vuoi per la sua particolarità, vuoi per alcune scelte artistichemomenti di forte rarefazione accanto ad altri di intensità dinamica e drammatica anche troppo spinta, l'interpretazione volutamente monolitica della voce recitante, peraltro efficacissima, lo sfondo acidamente elettrico per una narrazione estremamente fisico-corporeahanno reso difficile un giudizio complessivo. Segno forse che il progetto, mescolando assai le carte, spiazzava molto -merito ulteriore del gruppo, vista la tendenza diffusa a riproporre il già noto, magari limitandosi a modificarne dettagli secondari.
Il concerto serale era ancora nella Corte Morpurgo e vedeva di nuovo in scena un gruppo locale, stavolta composto non di giovanissimi e neppure impegnato in un progetto nuovo, ma ciononostante attesissimo e assai apprezzato. ? infatti salito sul palco il gruppo Aiar di tuessin, sestetto che esattamente trent'anni fa realizzò un allora ardito progetto (e disco, poi trasferito su CD) di "messa in musica" di poesie in lingua friulana, opera dei maggiori poeti della zona. I medesimi protagonisti di allora hanno ripreso in forma pressoché immutata quel lavoro e lo hanno ripresentato, con presentazioni scritte appositamente per l'occasione narrate di brano in brano. Il gruppo era composto dalle voci di Alessandra Kersevan e Giancarlo Velliscig (autore delle musiche e, per inciso, da sempre direttore artistico e anima organizzativa del festival, che stavolta si è ritagliato un cameo), il pianista

Claudio Cojaniz
pianoL'ultima giornata che documentiamo aveva in programma un ulteriore progetto locale al pomeriggio con Malkuth, quintetto di alcune delle più promettenti e apprezzate giovani leve della zona: Filippo Orefice al tenore, Mirko Cisillino alla tromba,

Filippo Vignato
trombone
Don Cherry
trumpet1936 - 1995
Gran finale la sera al Castello con uno degli appuntamenti di spicco del festival, sventuratamente trascurato dal pubblico (anche a causa di una serata dal tempo incerto che ha poi graziato i presenti): l'eccezionale duo pianistico di

Enrico Pieranunzi
pianob.1949

George Gershwin
composer / conductor1898 - 1937
Da notare infine che il festival includeva tra i molti eventi collaterali una mostra fotografica che ne celebrava il venticinquennale, con cento fotografie di Luca D'Agostino, uno dei nostri più apprezzati fotografi di jazz. Intitolata I 100 scatti, la mostra è stata documentata in un libro che, accanto alle immagini, elenca anche i principali protagonisti della rassegna udinese dall'anno d'esordio, il 1991.
Foto
Luca D'Agostino.
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