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Udin&Jazz 2017

Udin&Jazz 2017
Varie sedi
4-8.7.2017
Era dedicata alle contaminazioni con la musica etnica l'edizione 2017 di Udin&Jazz, la ventisettesima della rassegna friulana sottotitolata "EthnoShock!." Come al solito ampio spazio era riservato alle eccellenti proposte più recenti dei musicisti del nord est italiano. Proprio un paio di queste hanno fatto da prologo itinerante alla rassegna, apertasi poi martedì 4 luglio nella scenografica piazza Matteotti con due concerti ancora di musicisti "di casa": la violinista

Ludovica Burtone
violinLa Burtone ha una formazione classicaomaggiata con il primo brano, in solitudine, tratto da Monteverdima da anni coltiva il jazz, per studiare e sperimentare il quale da qualche tempo si è trasferita a New York, ove collabora con artisti di primo piano. Qui si è presentata alla testa di un quartetto con due dei migliori musicisti della regione alla ritmica
Luca Colussi
drumsLeandro Pellegrino
guitar
Dave Douglas
trumpetb.1963
La continuazione, sullo stesso palco, era molto coraggiosa e forse un po' rischiosa, perché De Mattia è uno dei più validi e intransigenti improvvisatori radicali del nostro paese e il quartetto da lui assemblato vedeva un altro improvvisatore senza compromessi come Zlatko Kaucic alla batteria, Giorgio Pacorigaltro artista che non si tira indietro di fronte alle situazioni estremeall'organo Hammond e Luigi Vitale al vibrafono. Un concerto del genere nella centrale piazza della città all'ora dell'aperitivo poteva provocare quantomeno un rapido svuotamento della platea: invece, grazie alla particolarità della strumentazione e all'appassionata convinzione dei musicisti, complice forse proprio la situazione ambientale non ideale che ha spinto i quattro ad alzare volumi e dinamica, il concerto è risultato non solo bellissimo ma anche talmente coinvolgente che il pubblicoanche quello meno abituato al genere -se ne è restato al suo posto, attento e partecipe, fino al termine. Certo, lo spettacolo non è mancato neppure dal punto di vista scenico, con il flautista che cambiava con frequenza strumento, Kaucic che inventava continui rumori diversi con i suoi mille oggetti, Pacorig perennemente impegnato a estrarre suoni dall'organo rielaborandoli con altri effetti elettronici e Vitale che ha suonato il vibrafono con l'archetto e lo ha "preparato" dal vivo in vari modi. Il tutto con esiti ovviamente mai lineari o lirici, ma turbolenti e coinvolgenti, dal grande potere attrattivo e comunicativo. Si potrebbero fare molte considerazioni su una tale calda accoglienza per una musica ritenuta dai più "difficile e di nicchia," ma forse la cosa migliore è riportare quest'osservazione: un bambino di tre o quattro anni, in braccio al padre al margine del palcoscenico, ha seguito gran parte del concerto con grandissima attenzione e palese fascino. Impariamo dai bambini.
Tutt'altra atmosfera, ma non minore qualità, la sera dopo cena alla più intima Corte Morpurgo con il progetto di

Vanessa Tagliabue Yorke
vocals
Annette Hanshaw
vocals1901 - 1985
Paolo Birro
piano
Mauro Ottolini
sousaphoneb.1972

Francesco Bearzatti
saxophone, tenorLa seconda giornata del festival si è aperta con la presentazione del libro di Gerlando Gatto Gente di Jazz, edito da Kappavu, dove il giornalista catanese ma romano d'adozione ha riportato alcune delle più interessanti interviste fatte nel corso della sua carriera a musicisti, selezionando artisti passati dal festival friulano.
A seguire, in piazza Matteotti, il concerto del chitarrista Gaetano Valli altro affermato musicista locale, anche se palermitano di nascita dedicato a

Jim Hall
guitar1930 - 2013

Aljosa Jeric
drumsb.1973

Charlie Haden
bass, acoustic1937 - 2014

Ron Carter
bassb.1937

Art Farmer
flugelhorn1928 - 1999

Chet Baker
trumpet and vocals1929 - 1988
Il secondo concerto del giorno, immediatamente dopo, vedeva in scena il trio di Francesco Bearzatti con un progetto su

John Coltrane
saxophone1926 - 1967


Roberto Gatto
drumsb.1958
Abbastanza sorprendente per chi scrive il concerto finale della giornata, andato in scena in Corte Morpurgo, con Shabaka & The Ancestors, gruppo anglo-sudafricano composto da musicisti giovanissimi. Il leader

Shabaka Hutchings
woodwinds
Jan Garbarek
saxophoneb.1947
Terza giornata introdotta dall'intervista di Marcello Lorrai con l'attesa star della rassegna, il vibrafonista

Mulatu Astatke
percussionFilippo Orefice
saxophone, tenorQuattordici anni di attività e "quasi" dieci dischi: questo il curriculum del duo Musica Nuda, ricordato nel corso del loro concerto, in una Corte Morpurgo completamente piena, da " data-original-title="" title="">Ferruccio Spinetti, che con Petra Magoni compone la formazione. Peccato solo -si vede costretto a dire chi li intervistò dieci anni orsono, quando ancora non avevano gran seguito in Italia -che nel frattempo la loro proposta non sia cambiata di una virgola e che il loro concerto, pescando dal recente album Leggera, abbia proposto brani o della tradizione popular, o composti appositamente per il duo, tutti però interpretati nello stesso modo, con scarso spazio per l'espressività e molto invece per uno spettacolo scenico costruito a tavolino, nel quale contano mosse sul palco, abbigliamento, ostentazione delle evoluzioni tecniche, in specie di quelle vocali. Nulla di male, ovviamente, infatti il pubblico ha gradito molto, assaltando i due al termine per richiedere autografi; non chiamiamo però jazz tutto questo, perché si tratta di fatto di un pop sofisticato, adatto a ben altri festival.
Ogni rassegna, fatalmente, ha i suoi momenti critici, e quella udinese ha avuto il suo nel concerto serale del giovedì, di scena Remo Anzovino e Roy Paci impegnati nella sonorizzazione del film di Manuela Audisio su Mohammed Ali Da Clay ad Ali, la metamorfosi. Il progetto non mancava di attrattiva, ma è di fatto risultato pretestuoso a fronte della musica espressa dalla formazione, che vedeva accanto ai due chitarra e basso elettrici, batteria e trombone. Nel corso di un concerto piuttosto lungo, durante il quale le immagini sono scorse quasi costantemente alle spalle dei musicisti, non si è infatti ascoltato nient'altro che una ritmica ripetitiva e dai suoni scontati sostenere le bordate propulsive della tromba di Paci, quasi mai interprete di un assolo dai fraseggi espressivi, mentre Anzovinocon una gestualità teatrale imbarazzante e irritantesi limitava a non meno scontate colorazioni alle tastiere elettroniche, facendo quasi nulla al pianoforte. Se non un breve episodio in solitaria a metà concerto, forse il momento più sconcertante, perché condotto su tre note quasi senza variazioni dinamiche, di una vacuità espressiva inaudita. Concerto comunque istruttivo perché esempio più pieno di un fenomeno che oggi Italia dilaga: quello del pop che si travestemolto maleda jazz per strappare a questo anche gli ultimi spazi che gli sono rimasti.
Fortunatamente la giornata successiva, l'ultima seguita da chi scrive, ha fatto del tutto dimenticare l'esibizione di Paci e Anzovino presentando proposte assai interessanti, a cominciare dalla proiezione di alcuni filmati di Gianni Amico recentemente ristampati in DVD dalla cineteca di Bologna: accanto al suggestivo "We Insist!," del 1964, che riveste di immagini parte della famosissima suite di

Max Roach
drums1925 - 2007

Don Cherry
trumpet1936 - 1995

Steve Lacy
saxophone, soprano1934 - 2004

Johnny Griffin
saxophone, tenor1928 - 2008
Il primo concerto, sotto la Loggia del Lionello (provvidenzialmente, visto lo scroscio di pioggia) vedeva in scena il quartetto di

Claudio Cojaniz
pianoPenalizzato dalla pioggia che ha costretto a spostarlo in una saletta troppo piccola per accogliere tutto il pubblico intervenuto, è seguito il quintetto del giovane palestinese Adnan Joubran, interprete dell'oud e autore di una musica di matrice araba ma che si nutre in modo marcato anche di altre tradizioni. Basti dire che la formazione include le tabla dell'indiano

Prabhu Edouard
tablas
Jorge Pardo
fluteCome detto, attesissima star della rassegna era l'etiope

Mulatu Astatke
percussion
Alexander Hawkins
pianob.1981

John Edwards
bass, acoustic
Danny Keane
celloJames Arben
flute
Byron Wallen
trumpetb.1969
Un festival dunque riuscitissimo, che è poi continuato il giorno successivo, sabato, con il concerto itinerante di Bandakadabra e quello serale di " data-original-title="" title="">Bombino, altro momento di avvicinamento tra etnica e jazz, per poi concludersi il giovedì della settimana seguente in una grande serata brasiliana, con i concerti di " data-original-title="" title="">Maria Gadù e

Toquinho
guitarb.1946
Foto: Luca D'Agostino (Phocus Agency).
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Live Reviews
Neri Pollastri
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Roy Paci
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Don Cherry
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About Francesco Bearzatti
Instrument: Saxophone, tenor
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