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Umbria Jazz 15

1019 luglio
Oltre 35.000 biglietti venduti con un incasso di 1.500.000 euro, 450.000 presenze in città nei giorni del festival: i numeri danno ragione dell'enorme successo di pubblico di Umbria Jazz 2015. La manifestazione, come sempre articolata in appuntamenti gratuiti nel centro storico e in concerti a pagamento, all'Arena Santa Giuliana con nomi di grande richiamo e al Teatro Morlacchi con proposte più finalizzate, darebbe adito a non marginali considerazioni di carattere socio-culturale. Un'analisi che ci porterebbe troppo lontano; è preferibile quindi attenersi a un bilancio musicale, rilevando in estrema sintesi l'alto livello quantitativo e qualitativo delle presenze jazzistiche di questa edizione. Rispetto agli anni passati è fra l'altro da registrare un aumento del pubblico ai concerti del Morlacchi, diurni o di mezzanotte.
Prendiamo l'avvio recensendo i concerti all'Arena Santa Giuliana, a cominciare dalla riuscita serata "italiana," che è risultata una delle più coinvolgenti sotto il profilo jazzistico.
Dopo anni dal suo esordio l'omaggio a

Frank Zappa
guitar, electric1940 - 1993

Stefano Bollani
pianob.1972

Jason Adasiewicz
vibraphone
Jim Black
drumsPaul Santner
ukuleleApprezzabile tra l'altro il fatto che Bollani non abbia ecceduto nell'abituale captatio benevolentiae tramite le simpatiche ma ormai prevedibili presentazioni verbali. Forse anche per una ragione di tempo, cioè per lasciare democraticamente spazio al secondo set della serata, a carico della Brass Bang! di

Paolo Fresu
trumpetb.1961

Steven Bernstein
trumpetb.1961

Gianluca Petrella
tromboneb.1975

Marcus Rojas
tubab.1963
Immancabile da parte di questi ultimi un ingresso in scena processionale e alla spicciolata, nell'ottavo appuntamento di un tour di sedici date consecutive, che hanno dimostrato non solo il loro affiatamento, ma anche la flessibilità, la capacità di interpretare in modo sempre differente le opportunità dei diversi contesti, pur riproponendo il collaudato repertorio contenuto anche nel CD edito dalla Tuk Music. Nel concerto di Perugia sono prevalsi un approccio esuberante e animoso, una stringata compattezza e una grande coesione d'intenti; l'interplay risoluto del quartetto di ottoni ha espresso la solidale integrazione fra quattro diverse e forti personalità.
Polifonie sapienti e articolate sono state infarcite da piccole invenzioni personali, da minime, estemporanee eccentricità dinamiche e timbriche che hanno movimentato e motivato il discorso collettivo. Fra l'altro l'alta amplificazione richiesta dal luogo non ha affatto disturbato l'equilibrio di queste polifonie, a volte d'impronta cameristica, ma anzi ne ha esaltato e permesso di cogliere tutte le sfaccettature.
Alta gradazione jazzistica anche la sera seguente con il concerto dei

The Bad Plus
band / ensemble / orchestrab.2000

Joshua Redman
saxophoneb.1969
I Bad Plus sono un trio paritario e originale, in cui al pianismo costruttivo e limpido di

Ethan Iverson
pianob.1973

Reid Anderson
bassb.1970

Dave King
drumsb.1970
Anche il sodalizio fra

Herbie Hancock
pianob.1940

Chick Corea
piano1941 - 2021
Assai denso di significati anche l'omaggio di

Cassandra Wilson
vocalsb.1955

Billie Holiday
vocals1915 - 1959

Lonnie Plaxico
bassb.1960
Il concerto della Wilson era stato preceduto da quello del trio di

Robert Glasper
pianob.1978

Vijay Iyer
pianob.1971

Vicente Archer
bass
Damion Reid
drumsDei concerti di carattere extra jazzistico all'Arena Santa Giuliana, bisogna sottolineare l'accarezzante melodismo brasiliano, fra tropicalismo e sofisticazione, proposto da due maestri autentici come

Caetano Veloso
guitarb.1942

Gilberto Gil
guitarb.1942

Snarky Puppy
band / ensemble / orchestra
Incognito
band / ensemble / orchestrab.1979
Che dire infine dell'evento dell'anno, l'unica data italiana del "Cheek to Cheek" dell'ineffabile coppia

Tony Bennett
vocals1926 - 2023
Sorprese jazzistiche non meno positive sono venute dai concerti al Morlacchi, dove fra gli altri si sono esibiti i gruppi di

Charles Lloyd
saxophoneb.1938

Brad Mehldau
pianob.1970

Dianne Reeves
vocalsb.1956

Miguel Zenon
saxophone, altob.1976

Ravi Coltrane
saxophone, tenorb.1965
Nel novembre scorso, recensendo il festival di Bologna, avevo già parlato del gruppo "Guitar in the Space Age," col quale

Bill Frisell
guitar, electricb.1951

Pete Seeger
banjo1919 - 2014

Greg Leisz
guitar, steel
Tony Scherr
bass
Kenny Wollesen
drumsNel concerto di

Giovanni Guidi
piano
Thomas Morgan
bass, acoustic
João Luis Lobo
drumsb.1964
Prima di raggiungere l'esplicita e suggestiva esposizione del tema, l'interpretazione di "Qui sas, qui sas, qui sas" è stata preceduta da un'introduzione protratta e insinuante. Il concerto sembrava concludesi con una marcetta che aveva il sapore di un siparietto alla Nino Rota, quando è stato chiamato sul palco

Dan Kinzelman
saxophone, tenorPrima del concerto al trentenne pianista folignate è stato consegnato un doppio premio: quello annuale "Ambasciatori dell'Umbria nel mondo" assegnato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, ed uno da parte dell'amministrazione comunale di Foligno.
Una prova particolarmente intensa e convincente è venuta dall'

Enrico Rava
trumpetb.1939

Stefano di Battista
saxophoneb.1969
Al di là degli stili e delle tendenze, quello di Rava è un "jazz d'autore": qualsiasi materiale, sia un abusato standard, sia un proprio original passato o recente, viene rigenerato con sempre rinnovati stimoli in forme personali ed espressività palpitante.
Fra gli appuntamenti "anomali" al Morlacchi va ricordato l'incontro fra Ramin Bahrami e

Danilo Rea
pianoQuest'anno anche la sezione Young Jazz, organizzata in collaborazione con l'omonima associazione di Foligno, ha subito il trasferimento al Teatro Morlacchi dal cortile del Palazzo della Penna, cambiando identità con risvolti negativi e positivi. Lo spazio appartato e raccolto delle due edizioni passate comportava l'affluenza di un pubblico selezionato, che viveva in un rapporto conviviale e diretto con i giovani musicisti invitati; d'altro canto la dimensione e l'aspetto aulico del Morlacchi, essendo destinati ad accogliere concerti istituzionali, hanno permesso fra l'altro di presentare nomi di maggior richiamo.
Come è capitato soprattutto con Vijay Iyer, che, sostenuto dai fidi e bravissimi

Stephan Crump
bass, acousticb.1972

Marcus Gilmore
drumsb.1986
Iyer non è certo di quei pianisti che puntano su una sintesi lapidaria; anzi è teso a dilatare forse eccessivamente gli sviluppi narrativi, ribadendo gli stessi concetti senza soste e con piccole variazioni. Se del suo approccio alla tastiera volessimo rintracciare un modello lontano, lo si potrebbe scorgere nella solida, ipnotica continuità di

McCoy Tyner
piano1938 - 2020
Fra gli altri appuntamenti del ciclo Young Jazz non si può tacere la prima apparizione a Umbria Jazz di

Han Bennink
drumsb.1942

Ben van Gelder
saxophone, altob.1988

Reinier Baas
guitarb.1985
I giovani inglesi del GoGo Penguin, un classico trio piano, basso e batteria formato da Chris Illingworth, Nick Blacka e Rob Turner, sembrano invece muoversi con lodevole coesione, ma senza sviluppi particolarmente originali, nell'ambito stilistico e narrativo definito a suo tempo da

Esbjorn Svensson
piano1964 - 2008
Già ben noto invece, anche per essersi messo in luce ai suoi esordi in prestigiose collaborazioni e per aver inciso di recente per la ECM, il chitarrista trentasettenne

Jakob Bro
guitarb.1978
Allo stesso modo la chitarra e gli effetti elettronici di Bro hanno steso un tappeto sonoro leggermente increspato a bassissimo volume, trascurando qualsiasi velleità discorsiva, qualsiasi approfondimento della qualità melodica o del fraseggio. Su questo statico tappeto sonoro hanno interagito con molta libertà ed estrema sensibilità Thomas Morgan e

Joey Baron
drumsb.1955
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