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Umbria Jazz 2018 - prima parte

Varie sedi
Perugia
13-16.07.2018
Seguire Umbria Jazz significa soprattutto frequentare in tutte le ore della giornata i suoi diversi e caratterizzati spazi; sono loro infatti che, all'aperto o al chiuso, con la loro storia, dimensione, accessibilità, sono commisurati a una programmazione differenziata per generi musicali e forza attrattiva dei protagonisti, destinata a varie fasce di pubblico. Come vedremo, la mappa dei luoghi del jazz perugini, tutti collocati nel centro storico con innumerevoli appuntamenti gratuiti o a pagamento, si è arricchita fra l'altro di un paio di spazi; ma indubbiamente le location principali rimangono quelle delle edizioni passate.
Un sintetico resoconto delle prime quattro giornate del festival (1316 luglio), che hanno fin da subito registrato una notevole affluenza di pubblico, può dare un'idea dell'organica varietà della sua programmazione.
La "

Quincy Jones
arranger1933 - 2024

John Clayton
bassb.1952
Supportati da quest'orchestra invidiabile si sono poi succeduti gli omaggi dei vari ospiti: le polifonie suadenti dei

Take 6
vocals
Patti Austin
vocalsb.1948

Dee Dee Bridgewater
vocalsb.1950

Alfredo Rodriguez
pianob.1985

Pedrito Martinez
percussion
Ivan Lins
piano and vocalsb.1945

Paolo Fresu
trumpetb.1961
Nelle due notti brasiliane ha spiccato innanzi tutto la rivisitazione, dopo quarant'anni, del CD Refavela da parte di

Gilberto Gil
guitarb.1942
A confronto della briosa mobilità fisica, musicale e culturale della larga formazione di Gilberto Gil, il Brasile proposto subito dopo da Margareth Menezes è parso certo di grande impatto, ma più schematico e monolitico. L'inesorabile massa sonora confezionata dagli strumentisti era unicamente al servizio della voce esasperata della protagonista, sola al centro del palcoscenico.
La seconda Brasilian Night si è aperta con

Stefano Bollani
pianob.1972

Caetano Veloso
guitarb.1942
Come nelle passate edizioni, la sala Podiani della Galleria Nazionale dell'Umbria, la cui acustica è risultata notevolmente migliorata dalle pannellature per le mostre temporanee installate sulle pareti perimetrali, ha accolto i concerti di mezzogiorno per soli e piccole formazioni. Un'intima concentrazione ha guidato la concatenata ricerca di

Stefano Battaglia
pianob.1965
Formatosi nell'inverno scorso, il duo

Gianluca Petrella
tromboneb.1975

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979

Lennie Tristano
piano1919 - 1978

Don Cherry
trumpet1936 - 1995
Una vera e propria conferenza-concerto è stata invece quella di Gianni Coscia, che ha rievocato la sua amicizia con Umberto Eco, traducendo in musica il percorso storico e autobiografico di "La misteriosa fiamma della regina Loana," romanzo di Eco in cui uno dei personaggi è ispirato appunto al fisarmonicista. Secondo un'estemporanea selezione dei brani, con un tono confidenziale, riflessivo e moderatamente nostalgico, con un tocco imprevedibile sulle tastiere dello strumento, Coscia ha improvvisato soprattutto su canzoni italiane degli anni Trenta e Quaranta, che potrebbero avere la dignità di standard, ma anche su brevi composizioni scritte da o con l'amico Eco e su alcuni temi di Duke Ellington, deformati dinamicamente e armonicamente verso una piega malinconica.
Al Teatro Morlacchi, altro spazio storico di Umbria Jazz, si sono svolti concerti pomeridiani e notturni di sicura impronta jazzistica. Con Carpe diem il Devil Quartet di Paolo Fresu ha abbandonato la dimensione elettrica:

Bebo Ferra
guitar
Stefano Bagnoli
drumsNel progetto Lumina, prodotto dallo stesso Fresu e già su disco della Tuk Music, si coagulano in formazioni sempre diverse le notevoli doti di Carla Casarano, Leila Shirvani,

Marco Bardoscia
bass, electricFoto: Roberto Cifarelli.
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