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Enrico Rava Quintet feat. Joe Lovano al Padova Jazz Festival

Teatro MPX
Padova Jazz Festival
Padova
26.10.2018
Dopo alcuni incontri estemporanei del passato,

Enrico Rava
trumpetb.1939

Joe Lovano
drumsb.1952

Giovanni Guidi
piano
Dezron Douglas
bass
Gerald Cleaver
drumsb.1963
Il sodalizio, a ben vedere, è del tutto naturale. Laterali sia al mainstream che alle avanguardie, Rava e Lovano condividono un'attitudine al "canto" libero, a suo agio sia nelle strutture tradizionali che nell'abbandono informale.
Il quintetto ha suonato venerdi scorso al teatro MPX di Padova, primo acuto del fitto programma del Padova Jazz Festival, giunto con orgoglio alla ventesima edizione. Un teatro strapieno e un pubblico che ha goduto di un'esibizione genero,,sa, di gran classe, reclamando diverse repliche finali.
Pur organizzato su responsabilità paritetiche, non vi è dubbio che il gruppo sia spinto dal carisma di Enrico, suggeritore della maggior parte delle trame e dei temi. Impegnato solo al flicorno, Rava continua a stupire per la fedeltà a uno stile che è solamente suo e che lo colloca ai vertici del jazz, ormai da decenni.
Da sempre fervente e dichiarato seguace di

Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Chet Baker
trumpet and vocals1929 - 1988
Lovano è un indiscutibile campione del sax tenore che, dopo essersi evoluto nel corso degli anni, vive forse oggi un momento di stasi, ma garantisce un tasso di energia e sapienza rari. Si insinua nelle armonie con irruenza, talvolta all'inizio fuori tonalità, come faceva un tempo

Dewey Redman
saxophone, tenorb.1931

Billy Strayhorn
piano1915 - 1967
Il quintetto presenta un repertorio variegato, policromo. Fatica un po' all'inizio per trovare gli equilibri, poi si scioglie in una struttura di blues veloce, dove lascia la sua impronta Giovanni Guidi. Ormai affermato e brillante come leader, Guidi non finisce di imparare e qui si impone come rifinitore di lusso, giocando dialetticamente tra forma e improvvisazione free, un po' sulle orme del

Don Pullen
piano1941 - 1995
Segue una sequenza molto aperta, in cui il gruppo si scompone in duetti e trii, prima di approdare alla contagiosa "Tribe," noto tema di Enrico. La musica è spesso decomposta, frammentata, porosa, felicemente lontana dall'asettico perfezionismo.
Un gran merito va ai ritmi, i meravigliosi Douglas e Cleaver, perfetti nell'assecondare e nel suggerire.
Dopo un'elegiaca parafrasi di "Somewhere Over the Rainbow" e la già citata "My Funny Valentine," il gruppo si getta in una variazione rovente di "East Broadway Run Down" di

Sonny Rollins
saxophoneb.1930
Il festival continua con, tra gli altri,

John Scofield
guitarb.1951

Steve Wilson
saxophoneb.1961
Foto: Michele Giotto
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