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Ettore Fioravanti al Pinocchio Jazz Club di Firenze

Courtesy Annamaria Lucchetti
Ettore Fioravanti
drums
Paolo Fresu
trumpetb.1961

Achille Succi
clarinetb.1971

Giovanni Maier
bass, acousticLa formazione è attiva dal 2018 come quartetto, con

Marco Colonna
clarinet, bassb.1978

Igor Legari
bass, acoustic
Filippo Vignato
tromboneFrancesco Fratini
trumpetCome da titolo dell'album, le composizioni, quasi tutte di Fioravanti, prendevano ispirazione dagli ambiti musicali più diversi, cercando poi di unirli all'insegna di una complessa, ma anche libera interazione di scrittura e improvvisazione, come del resto nello spirito di tutti i componenti della formazione. In più, probabilmente sulla scorta dell'esperienza che parte dei componenti la formazione avevano maturato lavorando allo spettacolo Pierino e il lupo in jazz, la distribuzione delle singole voci tendeva a conferir loro quasi un "ruolo," un personaggio, cosa che dava anche ai frequenti dialoghi una forma piuttosto singolare.
Quest'ultimo aspetto è emerso in modo particolarmente evidente in "Ho visto un re," famosissimo brano di Enzo Jannacci, con musica di Paolo Ciarchi, i cui testi di Dario Fo erano riprodotti in musica dai tre fiati, i quali ovviamente ne modificavano l'andamento discorsivo improvvisando ora in solo, ora in dialogo. Altrove come nella bella "Volkov" o nella suggestiva "Clausi Prandium," fin dal nome ispirata alla dolphiana "Out to Lunch" questa caratterizzazione era meno sottolineata dalla struttura dei brani, ma restava in filigrana nelle trame delle tre voci principali, cucite dal lavoro, ricco e prezioso, del vibrafono di Biondi, spesso anch'esso in dialogo con i fiati, mentre Legari e il leader erano maggiormente impegnati a dettare l'andamento ritmico, con il primo libero qua e là di aprirsi in apprezzabili assoli, il secondo invece dedito a indirizzare la musica nei suoi numerosi cambi di atmosfera, ma anche sempre pronto a compensare con i propri timbri il colore dato alla musica dal vibrafono.
Se poco c'è da aggiungere a quanto già si sa di Colonna e Vignato, fuoriclasse dei rispettivi strumenti che anche qui fornivano un contributo da par loro, merita una nota l'eccellente Fratini, originale, mai banale a momenti ha ricordato

Dave Douglas
trumpetb.1963
Un concerto ottimamente riuscito e infatti assai apprezzato dal pubblico, che ha confermato la propensione di Fioravanti per la musica che evoca o si basa su racconti, stavolta rispetto al passato meno immediatamente lirica e più articolata, forse persino "ragionata," ma sempre sviluppata a partire da una tradizione musicale che si radica nella canzone e nel narrare storie.
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