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Joe Harriott: Free Form & Abstract Revisited

By Stefano Merighi
March 27, 2023
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Joe Harriott: Free Form & Abstract Revisited

La serie "revisited" della ezz-thetics, prodotta da Werner Uehlinger, ha raggiunto ormai un cospicuo numero di CD, tale da costituire un effettivo e riassuntivo corpo sonoro, a disposizione per ri-sistematizzare la storia del jazz d'avanguardia degli anni Sessanta del secolo scorso.

Certe edizioni per�� sono pi�� importanti di altre, nel senso che meritavano sul serio una ristampa (molti titoli invece continuano ad esseere facilmente reperibili nelle edizioni originali...). ? il caso di queste due opere del sassofonista

Joe Harriott

saxophone
1928 - 1973

" data-original-title="" title="">Joe Harriott, Free Form e Abstract, radunate nel dischetto in questione, che tornano a illuminare il talento di questo solista e leader giamaicano mai davvero troppo considerato dalla critica specializzata.

Cresciuto a Kingston e arrivato a Londra nel 1951, Harriott si inserisce nella scena del jazz inglese con una gavetta che comprende ruoli tradizionali in diversi gruppi ma che si traduce presto in una leadership originale in grado di sintetizzare influenze afrocaraibiche e nuovi sviluppi del post-bop.

Free Form �� della fine del '60 ed �� inciso da un quintetto di ottimi solisti tra cui spicca il talento del batterista

Phil Seaman

drums

" data-original-title="" title="">Phil Seaman. Il titolo dell'album prevede una musica libera da strutture ma �� un po' fuorviante, dal momento che Harriott �� saldamente legato alla lingua jazz degli anni Quaranta e Cinquanta, come lo era del resto anche quella di

Ornette Coleman

saxophone, alto
1930 - 2015

" data-original-title="" title="">Ornette Coleman, probabile fonte di studio per il sassofonista anglo-giamaicano. La sua creativit�� si concentra allora nel trovare una evoluzione sensata all'eredit�� di

Charlie Parker

saxophone, alto
1920 - 1955

" data-original-title="" title="">Charlie Parker, che in termini solistici continua ad essere modello imprescindibile. C'�� un maggior approfondimento per le orchestrazioni, in cui si percepiscono certe derivazioni da

George Russell

composer / conductor
1923 - 2009

" data-original-title="" title="">George Russell o

Charles Mingus

bass, acoustic
1922 - 1979

" data-original-title="" title="">Charles Mingus, specie nell'entusiasmo con cui si affrontano metri spezzati e nell'uso del contrappunto. I dialoghi tra Harriott e la tromba vivace di Shake Kane rimandano istintivamente a quelli tra Ornette e

Don Cherry

trumpet
1936 - 1995

" data-original-title="" title="">Don Cherry, ma la concezione ritmica del quintetto di Harriott �� assai diversa, pi�� legata a uno swing leggibile, favorito anche dall'uso del pianoforte tradizionale (

Pat Smythe

piano
1923 - 1983

" data-original-title="" title="">Pat Smythe). Il repertorio comunque �� vario e tocca molti registri espressivi, Nell'Inghilterra del tempo non molti gruppi jazz potevano vantare una tale caratura inventiva. "Parallel" e "Calypso" appaiono i brani pi�� riusciti.

Diverso �� il discorso per Abstract, inciso in due sedute (novembre 1961 e maggio 1962) Specie nella prima parte del programma ("Subject," "Shadows" la "Oleo" di Rollins), il quintetto, che vede

Bobby Orr

drums
b.1928

" data-original-title="" title="">Bobby Orr alla batteria—rimpiazzato nella seconda parte ancora da Seaman—�� pi�� incline ad abbandonare certezze ritmiche e di scrittura, avventurandosi in diverse sequenze sperimentali di notevole impatto. Down Beat diede il massimo della valutazione ad Abstract, per la prima volta ad un disco di jazz inglese. Ed in effetti la qualit�� degli arrangiamenti, che lasciavano ampie libert�� dialogiche agli strumentisti, la sintesi tra indeterminazione e schemi preordinati, la brillantezza del solismo di Harriott (non lontano dall'acume post parkeriano di

Jackie McLean

saxophone, alto
1932 - 2006

" data-original-title="" title="">Jackie McLean), giustificavano la considerazione della critica americana.

? sempre il tempo allora di riscoprire il talento di Joe Harriott, specie ora che una nutrita scena britannica, influenzata alla grande dalla tradizione caraibica, si �� imposta all'attenzione mondiale.

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Track Listing

Formation; Coda; Abstract; Impression; Straight Lines; Calypso; Tempo; Subject; Shadows; Oleo; Modal; Tonal; Pictures; Idiom; Compound.

Personnel

Joe Harriott

saxophone

Shake Keane

trumpet

Pat Smythe

piano

Coleridge Goode

bass

Bobby Orr

drums

Phil Seaman

drums

Frank Holder

bongos

Additional Instrumentation

Shake Keane: flugelhorn; Phil Seaman: drums (1-8, 13-16); Bobby Orr: drums (9-12); Frank Holder: bongos (9, 10).

Album information

Title: Free Form & Abstract Revisited | Year Released: 2021 | Record Label: Ezz-thetics

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