Home » Articoli » Live Review » Merano Jazz 2019

Merano Jazz 2019

By Giuseppe Segala
August 1, 2019
View read count

Merano
Teatro Kimm e altre sedi
10-14.7.2019

La ventitreesima edizione di Merano Jazz conferma la propria impostazione basata sul legame tra proposte concertistiche e attivit�� didattica, con l'Accademia Mitteleuropea diretta da

Franco D'Andrea

piano
b.1941

" data-original-title="" title="">Franco D'Andrea ed Ewald Kontschieder, giunta quest'anno alla diciottesima edizione.

Nella rosa di docenti che ruotano con frequenza biennale, c'erano quest'anno tra gli altri la vocalist

Anna Lauvergnac

" data-original-title="" title="">Anna Lauvergnac, il sassofonista

Pietro Tonolo

saxophone
b.1959

" data-original-title="" title="">Pietro Tonolo, il trombettista

Matthias Schriefl

trumpet

" data-original-title="" title="">Matthias Schriefl, il pianista Luca Mannutza, il percussionista

Mamadou Diabate

kora

" data-original-title="" title="">Mamadou Diabate, il contrabbassista

Stefano Colpi

" data-original-title="" title="">Stefano Colpi, il batterista

Drori Mondlak

drums
b.1958

" data-original-title="" title="">Drori Mondlak. Ospite speciale, in qualit�� di Artist in Residence era

Ray Anderson

trombone
b.1952

" data-original-title="" title="">Ray Anderson, mentre lo stesso D'Andrea ha proposto come ogni anno il proprio contributo con una masterclass, incentrata questa volta sul tema "Fare musica con un intervallo": argomento che il pianista di origine meranese ha sviluppato con particolare cura nella propria musica, con risultati di notevole interesse nelle ultime registrazioni in ottetto (Intervals, appunto) e in solo (il mirabile A Light Day).

Il cartellone dei concerti, curato da Vincenzo Costa, proponeva tre appuntamenti di orientamento diverso, che pescavano nell'ambito brasiliano con

Ivan Lins

piano and vocals
b.1945

" data-original-title="" title="">Ivan Lins, nel panorama contemporaneo con il quartetto della contrabbassista

Linda May Han Oh

bass, acoustic
b.1984

" data-original-title="" title="">Linda May Han Oh, nella scena che si pu�� ormai definire classica contemporanea, con la ricostituzione, a vent'anni di distanza, dello storico quartetto Bump del batterista

Bobby Previte

drums
b.1957

" data-original-title="" title="">Bobby Previte. Un ventaglio sufficiente, in sole tre tappe, a mostrare altrettante sfaccettature del jazz e dintorni.

Il concerto del compositore e interprete brasiliano, che ha aperto la rassegna meranese, ha dimostrato una volta di pi�� come nella musica dal vivo si possa condividere e capire la personalit�� di un artista. Le registrazioni di Lins sono state innumerevoli, nell'arco di una carriera che dura da cinquant'anni, ma la vitalit��, l'energia, la forza comunicativa che egli esprime in concerto non pu�� essere riprodotta da alcun lavoro registrato. Il temperamento di Lins, perfettamente in sintonia con l'universo brasiliano, con i suoi equilibrismi instabili, le sfumature tra solarit�� e malinconia, viene trasmesso dalla sua presenza, dal sorriso, dalle movenze, dalle espressioni del volto. Alla riuscita del concerto, nel quale Lins ha proposto una carrellata di brani celebri come "Harlequin," "Velas," "Madalena," ha contribuito la formazione che lo accompagnava, in cui spiccava il pianoforte di

Antonio Farao

piano
b.1965

" data-original-title="" title="">Antonio Farao, in bella simbiosi con la musica del leader.

Gi�� "Artist in residence" qualche anno fa ai corsi dell'Accademia meranese, Previte presentava il suo storico quartetto sotto la denominazione Classic Bump Band, con solisti di grande valore nel jazz contemporaneo, come il sassofonista contralto

Marty Ehrlich

woodwinds
b.1955

" data-original-title="" title="">Marty Ehrlich, il pianista

Wayne Horvitz

keyboards
b.1955

" data-original-title="" title="">Wayne Horvitz, il bassista

Jerome Harris

guitar, electric
b.1953

" data-original-title="" title="">Jerome Harris, subentrato in sostituzione dell'annunciato

Steve Swallow

bass
b.1940

" data-original-title="" title="">Steve Swallow. In questa prima tappa del tour europeo, il quartetto ha mostrato subito la sintonia, dopo tanto tempo, tra questi formidabili musicisti, soprattutto sotto il punto di vista del respiro musicale, della pregnanza narrativa, della variet�� compositiva, dovuta a Previte, Ehrlich, Horvitz. Nella performance ha prevalso una sobriet�� ricca di energia, una salda qualit�� narrativa anche negli interventi in solo: tanto senso attraverso poche note, ognuna con il giusto peso specifico.

Di taglio molto diverso, complementare nella successione dei concerti al Teatro Kimm di Merano, �� stato il concerto della serata precedente, con il quartetto guidato da Linda Oh, formidabile sia come solista che in qualit�� di compositrice, che allineava gli ottimi

Greg Ward

saxophone

" data-original-title="" title="">Greg Ward al sax alto e

Matthew Stevens

guitar
b.1982

" data-original-title="" title="">Matthew Stevens alla chitarra. Qui la musica, basata in gran parte sul repertorio dell'ultimo CD pubblicato da Linda Oh, Walk Against Wind, era sorretta da attivit�� prevalentemente frenetica, da trame serrate in cui metri differenti e strutture complesse creavano un tessuto decisamente metropolitano. Pur nel virtuosismo, mancava per�� il respiro, il contrasto dinamico che avrebbe fatto librare la musica ancora pi�� in alto.

Meritano un cenno, infine, i brevi saggi portati dagli allievi impegnati nei laboratori e nelle masterclass dei vari docenti all'Accademia. In diverse combinazioni strumentali, hanno dimostrato come si possa costruire una pillola di musica significativa, anche dopo pochi giorni di lavoro. In particolare, gli ensemble coordinati da Ray Anderson, da Franco D'Andrea, con brani del pianista quali "Two Colors," "Via Libera" e "Monti Pallidi," e da Drori Mondlak ("Beatrice" di Sam Rivers, "Footprints," "Well, You Needn't"), hanno offerto esempi di bella sintesi tra didattica e creativit��. Dell'intervento conclusivo di Anderson, rivolto agli allievi, vale la pena di ricordare queste parole: "Scopri chi sei, attraverso il suono, il tuo suono. Senza pensare."

Foto: Ewald Kontschieder.

PREVIOUS / NEXT

Summer Bummer
< Previous

Jazz on the Moon
Next >

Support All About Jazz

All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.