" data-original-title="" title="">Gary Lucas, da decenni guru di un chitarrismo che al di l�� delle varie mode terminologiche ci sentiremmo di definire veramente "trasversale," sappiamo parecchio. Molto meno dei suoi due partner in questo singolare album, in cui emerge la sua anima pi�� prossima al song nella sua accezione pi�� larga.

Enik? Szab�� �� dunque una cantante ungherese che conserva una spiccata inflessione folk-popolare pur muovendosi cospicuamente in altri ambiti. Il connazionale T��ni Dezs? �� invece un sassofonista ben poco inquadrato (esteticamente) attivo da circa un ventennio per lo pi�� fra le mura domestiche in seno al gruppo Tud��sok. Entrambi, proprio in virt�� della loro limitata contaminazione con elementi esterni, portano in questo lavoro ingredienti sintattico-espressivi che ne irrorano massicciamente la componente di originalit��.

Il prodotto che esce da questa alchimia, in cui il canto popolare magiaro ha un suo peso preciso nella composizione del materiale tematico, �� un album di grande fascino, svolto prevalentemente sull'asse Lucas (che privilegia felicemente lo strumento acustico) -Szab��, con i grumosi, tutt'altro che levigati, sia tecnicamente che espressivamente, sassofoni di Dezs? a interloquire a intermittenza, portando un ulteriore elemento dialettico, vista la lucida, sottile pulizia della cantante e le impeccabili dinamiche chitarristiche.

Pu�� magari nuocere un minimo di ripetitivit�� dei climi, ma questo �� un tratto comune a moltissimi lavori in possesso di una spiccata identit��, per cui non possiamo che concludere consigliando questo Pearly Clouds (inciso a Budapest nel febbraio 2015 e pubblicato dall'inglese Trapeze, gruppo Acrobat Music) come un ascolto assolutamente utile, tutt'altro che banale.