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Riflettori su Manuel Caliumi


Michele Bonifati
guitar, electric
Andrea Grossi
bass, acousticAll About Jazz: Negli ultimi tre anni risulti essere uno dei sassofonisti più richiesti dai gruppi emergenti e il tuo nome compare in una ventina di album. Tra i più recenti ci sono Cortado del trio HackOut! e Axes dell'Andrea Grossi Blend 3, col batterista

Jim Black
drumsManuel Caliumi: Cortado è il terzo album di HackOut! un trio cooperativo formato da
Luca Zennaro
guitarAAJ: Che ricerca sviluppate?
MC: Abbiamo riferimenti musicali molto diversi e la musica ne risente. Ci sono momenti molto liberi, altri composti e influenze che includono anche il rock. In tutti nostri lavori ci sono alcuni brani composti dai singoli che vengono però arrangiati collettivamente; altri ancora sono sviluppati dall'inizio alla fine in modo collettivo. Ricordo che a Madrid avevamo una saletta dove provavamo tutti i giorni e si concepivano i brani partendo da zero. ? interessante lavorare con Luca e Riccardo perché con i nostri differenti background cerchiamo di muoverci in una scrittura diversa da quella tradizionale sperimentando timbriche, spazi, equilibri tra scrittura e improvvisazione radicale, oppure tra suoni acustici ed elettrici: mentre sax e batteria sono esclusivamente acustici, Luca è un chitarrista elettrico e spinge in quella direzione.
AAJ: Parlaci di Axes dell'

Andrea Grossi
bass, acousticMC: Con Andrea, il leader del trio, ci siamo conosciuti al conservatorio di Parma, dove ho frequentato il triennio. Il nostro percorso discografico inizia nel 2019 con Lubok, prosegue nel 2020 con Four Winds in un ampio organico, continua nel 2022 con Songs and Poems ospitando la cantante
Beatrice Arrigoni
vocalsQuesto disco ha una direzione un po' diversa perché avere un batterista come Jim Black indirizza molto la direzione musicale. Il progetto con Jim Black è stato un percorso lungo ed Andrea ha progettato la scrittura proprio per quel batterista, non per un drummer qualsiasi. Il trio è nato come organico senza batteria ed anche per noi è stata una sfida lavorare nel nuovo contesto. Come avevamo già fatto con l'ingresso di una voce abbiamo portato avanti l'idea di sperimentare nuovi equilibri e nuovi ruoli. Nei mesi scorsi abbiamo ripreso a suonare col solo trio ed è stato bello riscoprire l'identità originaria della formazione.
AAJ: Com'è nata questa collaborazione?
MC: Andrea ha coinvolto Jim perché voleva proprio lui e non altri. Andrea e Jim s'erano conosciuti, non ricordo in quale contesto, erano rimasti in contatto e Jim s'è mostrato disponibile a realizzare il progetto, in un periodo meno affollato della sua attività. Abbiamo registrato l'anno scorso a novembre in quattro giorni intensi.
AAJ: Oltre ai diplomi con lode ai conservatori di Parma e Rovigo più varie masterclass, hai vinto una borsa di studio per il Columbia college di Chicago. Com'è andata?
MC: Una decina d'anni fa, in uno dei miei primi seminari, vinsi una borsa di studio per una masterclass con

Dave Douglas
trumpetb.1963

Melissa Aldana
saxophone
David Binney
saxophone, altob.1961

Loren Stillman
saxophone, altob.1980
AAJ: Non hai avuto la tentazione di tornare o rimanere ?
MC: Per la verità sono ritornato a New York altre due volte, nel 2018 e nel 2024. Ovviamente New York è una città molto stimolante a livello musicale e ogni sera c'è l'imbarazzo della scelta di concerti da ascoltare o jam session a cui partecipare. Non ho mai avuto l'idea di trasferirmi perché avevo diversi progetti anche in Italia. Certamente è un grande impegno, ho amici che hanno fatto il grande passo ma non è come trasferirsi in una città europea...
AAJ: Andando un po' indietro negli anni. Come è nato l'interesse per il jazz?
MC: Io vengo da Carpi ed ho iniziato a muovere i primi passi nella musica quando i genitori m'iscrissero al corso propedeutico del locale conservatorio. Tutto nasceva dal forte interesse che avevo per la chitarra fin da bambino. All'età di 11 anni, finito il corso propedeutico bisognava fare la scelta dello strumento per entrare nel corso accademico ed io avevo in mente di scegliere la chitarra. I docenti vennero in aula per presentare i loro strumenti e quando sentii il sassofono cambiai rotta, fui completamente affascinato e decisi di provarlo. Iniziai a studiare facendo anche delle lezioni private. Ascoltavo di tutto ma mai jazz. In una lezione di qualche anno dopo un docente mi chiese: "Hai mai ascoltato

Charlie Parker
saxophone, alto1920 - 1955

John Coltrane
saxophone1926 - 1967
AAJ: Le tue scelte espressive sono più orientate all'innovazione che al mainstream. Qual è il ruolo dell'improvvisazione nella tua musica?
MC: Direi centrale. Mi è sempre piaciuto improvvisare liberamente, anche in solitudine. Ad esempio mantenendo delle piccole cellule compositive a cui aggrapparsi durante l'assolo. Anche quando sono impegnato in contesti mainstream mi piace approcciarmi in quel modo, mantenendo l'armonia come boa a cui aggrapparsi ma costruendo il solo in modo libero.
AAJ: Ci sono stati altri sassofonisti dell'avanguardia storica particolarmente significativi?
MC: Ho molto ascoltato e posto attenzione al Coltrane dell'ultima fase a cui aggiungo

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015

Eric Dolphy
woodwinds1928 - 1964

Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Roscoe Mitchell
saxophoneb.1940

Steve Lacy
saxophone, soprano1934 - 2004
AAJ: Alcuni dei partner con cui hai collaborato recentemente sono chitarristi, come

Michele Bonifati
guitar, electricLuca Zennaro
guitarMarcello Abate
guitar
Simone Basile
guitarb.1990
MC: Ah.. è una domanda interessante. Non so proprio dirti se c'è qualcosa d'inconscio che mi spinge a rapportarmi con la chitarra... ? vero che con le chitarre mi trovo bene e ho suonato molto con chitarristi, anche diversi nello stile. Per esempio il progetto HackOut!, di cui sono co-leader, è partito del suono della chitarra anche nella mia mente.
AAJ: I gruppi di cui fai parte hanno svolto significative esperienze all'estero, ospitati dell'Istituto italiano di cultura. E se non sbaglio sei in procinto di andare in India e in Cina con il trio HackOut! .
MC: Si, il tour è imminente e siamo molto occupati con i visti e l'organizzazione. La musica che presentiamo è quella di Cortado. Il tour partirà da Nuova Delhi, proseguirà in India per altre quattro tappe e giungerà nel sud della Cina per tre concerti, poi andremo a Hong Kong e chiuderemo con le ultime due date all'Istituto Italiano di cultura di Pechino e al locale Blue Note.
AAJ: Il 17 ottobre 2024, l'istituto Italiano di Algeri ha promosso un tuo concerto con due strumentisti algerini, un sassofonista e un percussionista. Già sulla carta appare come un'esperienza singolare. Ce ne vuoi parlare?
MC: Sono stato selezionato dal bando MIDJ "Progetto Air," per una residenza in una delle 15 sedi dell'Istituto italiano di cultura nel mondo. La città che mi hanno assegnato per sorteggio è stata Algeri e avevo il compito di preparare un progetto per due concerti con musicisti locali. Ad ottobre sono andato là, sono stato accolto benissimo dalla direttrice e dai collaboratori, ed ho iniziato a provare con il tenorista Arezki "Aki" Bouzid ed il percussionista Abdelhakim A?t A?ssa. Al primo incontro abbiamo improvvisato insieme senza niente di scritto ed ho capito che avevamo basi musicali completamente differenti. L'approccio ritmico in particolare. Negli incontri successivi abbiamo iniziato a provare alcuni brani scritti da me e c'è voluto del tempo perché iniziassi a entrare nei loro schemi ritmici, completamente differenti dai nostri. Alla fine il confronto è stato bello e proficuo, sia per me che per loro, ed i concerti hanno avuto successo. Per entrambi i concerti il pubblico era misto. Il feedback degli algerini è stato alto e la cosa più incredibile è vedere che ballavano. In particolare i due brani ritmicamente serrati hanno scatenato la platea e ci siamo trovati a suonare di fronte a un pubblico danzante. Hanno un rapporto stretto con la corporeità che noi europei abbiamo perso.
AAJ: Cosa c'è nella tua agenda per il prossimo futuro?
MC: Diversi nuovi progetti in cantiere. Tra quelli che si concretizzeranno nella primavera del 2025 c'è il trio HeartBeat di

Alessandro Rossi
drumsMax Trabucco
drums
Federica Michisanti
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Marco Centasso
Max Trabucco
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