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Rope al Pinocchio di Firenze

Courtesy Annamaria Lucchetti
Firenze
Pinocchio Live Jazz
11.12.21
L'ultimo concerto della stagione invernale 2021 del Pinocchio Live Jazz vedeva in scena uno dei trii italiani più longevi, Rope, che

Fabrizio Puglisi
piano
Stefano Senni
bass, acoustic
Zeno De Rossi
drumsb.1970
La musica del grande contrabbassista scomparso nell'estate del 2014 fa parte delle radici artistiche dei tre componenti di Rope, cresciuti ascoltando tanto

Charlie Haden
bass, acoustic1937 - 2014

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015

Paul Motian
drums1931 - 2011
Lo si è percepito nel corso del concerto fiorentino, iniziato devozionalmente un po' in sordina, lasciando che fossero i brani, spesso montati in forma di suite, a precedere il dialogo e le invenzioni, e che si è poi via via impennato, diventando nel secondo set un entusiasmante scintillio di dialoghi sonori. Un concerto nel quale, forse ancor più che nel pur notevole disco, i tre hanno cosparso la scena di continue e non ostentate invenzioni, tecniche ed espressive, guidatipiù per la poliedricità dello strumento che per il ruolo personaleda Puglisi, che ha cambiato stilemi, lavorato sulle corde, operando piccole "preparazioni" al pianoforte, tirando fuori da esso ogni tipo di sonorità e aprendo spazi per i compagni. Dal canto suo, Senni ha prevalentemente lavorato in modo composto su assoli cantabili, non disdegnando interventi percussivi e libere citazioni, mentre De Rossi, a parte un paio di assoli, ha soprattutto operato continue mutazioni del suono, cambiando il modo in cui operava sulla batteria esemplare, per esempio, la sua centralità in "Sandino," ove la percussione arrivava a tratti a sostituire le linee melodiche del tema. A margine dell'omaggio a Haden, hanno trovato posto anche alcune composizioni originali, di Gershwin, di

Bill Frisell
guitar, electricb.1951
Il concerto ha concluso la prima parte della stagione del jazz club giusto poco prima del rialzarsi dei contagi che ne avrebbero comunque reso difficile il proseguimento. Speriamo sia di buon auspicio il previsto posticipo della riapertura a febbraio inoltrato: la musica dal vivo e le occasioni sociali per fruirne servono come il pane, posticiparle ancora, oltre essere un ulteriore colpo a categorie stremate quali sono i musicisti e gestori di luoghi di spettacolo, continuerebbe ad accrescerebbe la sofferenza e il disagio del pubblico.
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