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Tyshawn Sorey: The Inner Spectrum of Variables
By
Tyshawn Sorey
drumsb.1980
Sorey non dovrebbe avere bisogno di troppe presentazioni. Oddio, magari in un'Italia del jazz mediamente poco curiosa di quello che sta oltre il conosciuto o l'ultima moda del momento, magari c'è anche chi non sa chi sia.
Se l'hai visto dal vivo impossibile dimenticarlo. Sia per la fisicità corpulenta cui corrisponde -o forse per qualcuno "non" corrisponde -un cipiglio un po' serioso e giustamente concentrato sulla musica. Sia perché è uno dei batteristi più originali, dotati e intelligenti che si siano ascoltati negli ultimi anni.
Ma anche se solo l'hai ascoltato su disco. Con

Vijay Iyer
pianob.1971

Steve Coleman
saxophone, altob.1956

Steve Lehman
saxophone, alto
Kris Davis
pianob.1980

Wadada Leo Smith
trumpetb.1941

John Zorn
saxophone, altob.1953
Se lo conoscete un po' saprete anche che Sorey è artista particolarmente interessato alla composizione: ha un dottorato alla Columbia, ha ricevuto il Doris Duke Impact Award nel 2015, dal prossimo anno sostituirà nientemeno che

Anthony Braxton
woodwindsb.1945
Non è certo il primo musicista africano-americano di estrazione jazzistica a cercare in modelli compositivi articolati -spesso di tradizione novecentesco-europea -una strada personale (in questo senso il lato AACM la fa da padrone, pensiamo a

Henry Threadgill
woodwindsb.1944

Roscoe Mitchell
saxophoneb.1940

Muhal Richard Abrams
piano1930 - 2017
Perché la questione della ricezione, che vi piaccia o no, alla fine è sempre rilevante.
E se è vero che esiste una buona comunità di ascoltatori che, per approccio e storia personale, ama ascoltare senza barriere sia la cosiddetta "contemporanea" che il jazz di ricerca (e che spesso trova in un "avanguardismo" di natura schiettamente novecentesco il comun denominatore di questi mondi), è altrettanto vero che molti ascoltatori più "jazz," che hanno strabuzzato gli occhi dal piacere a ascoltare Sorey con Steve Coleman o Vijay Iyer possano dedicare a dischi come The Inner Spectrum Of Variables un ascolto meno entusiasta e magari un imbarazzato "però che palle!" bisbigliato a mezza bocca.
Accade poi d'altro canto che il mondo della musica "colta" rischi di riservare poca attenzione a artisti che tende a rubricare come provenienti da altre scene e che tenda a accusare di na?veté ogniqualvolta (cioè praticamente sempre) non riesce a classificarli dentro i confini rigidi delle discendenze accademiche.
Cosa troviamo quindi in questo nuovo lavoro, un doppio CD pubblicato dalla sempre splendida PI Recordings? The Inner Spectrum of Variables è una lunga composizione per doppio trio suddivisa in sei movimenti, una "Reverie" centrale e una "Reprise" finale.
Il doppio trio giustappone (o fonde) una metà strumentalmente più jazzistica, con
Cory Smythe
piano
Chris Tordini
bass, acousticRubin Kodheli
celloNelle note accluse al disco, Sorey dichiara esplicitamente l'influenza di

Lawrence "Butch" Morris
cornet1947 - 2013
Quello che ascoltiamo nelle quasi due ore di questo doppio è fondamentalmente -generalizzando -una musica di accensioni visionarie novecentesche, con alcune fasi molto dilatate e un aggregarsi di strumenti sempre variabile. Pochissimi i momenti in cui l'aspetto ritmico viene evidenziato, come accade all'inizio del terzo movimento o quando, nel bel quarto movimento, si spalanca un paesaggio dal profumo marcatamente zorniano. ? un ascolto che richiede impegno, che presuppone che l'ascoltatore abbia pazienza e che sappia decodificare con chiarezza alcune evidenti strategie sonore e alternativamente lasciare che siano parte di un flusso emotivo.
I musicisti sembrano sempre molto intensi e attenti a eccedere (quasi in senso filosofico) il concetto di sintesi che inevitabilmente emerge dai grandi disegni di Sorey, anche se in alcune parti si va un po' troppo per le lunghe.
Io alla fine, non so esattamente che dirti, caro Tyshawn Sorey (e caro lettore se hai pazientato fin qui).
So che mi sembra un lavoro interessante -e sarebbe bello poterne sentire più versioni per capire tutte le potenzialità della partitura -e che sei un musicista di provata eccellenza.
So anche, e lo devo dire, che in alcune parti mi sembra di ascoltare una cosa tanto simile a molte che ascolto nei (prevalentemente tediosi) festival di musica contemporanea in Europa e sono proprio quelle cose da cui mi capita di pensare che voglio fuggire, che non mi rappresentano e fanno difficoltà a raccontare a me -pensa te a un pubblico più giovane e meno benintenzionato! -l'urgenza del presente.
Però mi ero ripromesso di uscire dalle solite convenzioni e quindi voglio continuare a pensare questo tuo disco pienamente incastonato nella tua evoluzione di compositore e improvvisatore, cosa che mi fa dire che è certo un buon lavoro e che, "voltairianamente," mi batterò perché tu possa continuare questa splendida carriera accademica.
Ma, dopo i molti ascolti che ho dedicato al disco per recensirlo, non me la sento di dire che mi faccia davvero battere il cuore. ">
Track Listing
Disc 1: Movement I (Introduction); Movement II; Movement III; Disc 2: Reverie; Movement IV; Movement V + VI + Reprise.
Personnel
Tyshawn Sorey
drumsTyshawn Sorey: drums; Cory Smythe: piano; Christopher Tordini: bass; Fung Chern Hwei: violin; Kyle Armburst: viola; Rubin Kodheli: violoncello.
Album information
Title: The Inner Spectrum of Variables | Year Released: 2016 | Record Label: Pi Recordings
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